Continuo di "Giochi da spie" e "Party da spie (1)"
Avvertenza! Spoiler identità dei vari giganti!
Inoltre ho modificato il finto cognome di Levi nel capitolo precedente, ora è Kuchel.
La mia mente ci mise qualche secondo per elaborare la frase che era uscita da quelle labbra.
Dobbiamo era chiaramente un verbo utilizzato al plurale, ma io non avevo intenzione di andare da nessuna parte .
- Dobbiamo?- ripetei fissandolo dubbiosa.
- Vedo che sei dura di comprendonio.
Sta' zitta e seguimi.-
A grandi falcate si allontanò da me, per qualche secondo considerai l'idea di andare dalla parte opposta e non fare quanto detto, ma poi mi ricordai della mia attuale situazione.
Con passi veloci lo affiancai e subito cominciai a porgli altre domande.
- Evito di commentare la tua volgarità, ma si può almeno sapere cosa diamine sta succedendo?
E guai a te se inizi con la storia delle informazioni riservate, non sono un'idiota.- mi scoccó un'altra occhiataccia.
- Ti concedo tre domande.-
Mi accontentai, tanto sapevo che altre risposte mi sarebbero presto arrivate.
- Ho visto che quei due tipi mi conoscevano e immagino che sia stata opera tua, quindi da quanto tempo mi segui spacciandoti per il mio agente?-
- Da quando hai messo piede su questa nave, non mi stupisco che tu non te ne sia accorta.-
Non badai al velato insulto alla mia intelligenza presente nelle sue parole e passai alla questione seguente.- Ti potrei denunciare, lo sai?-
Il sorrisetto arrogante che comparve sul suo volto mi fece capire che avevo commesso un errore.
Senza scomporsi mi rispose con tono freddo.
- No, non puoi. Ti avanza una domanda.-
Roteai gli occhi annoiata a quell'affermazione, sapevo che non avrebbe fatto passare il mio errore.Mentre proseguivo con il mio interrogatorio mi accorsi che ci eravamo addentrati all'interno della nave e fermati davanti a un ascensore.
Decisi di sprecare la mia ultima domanda, ormai non mancava molto.
- È stata una farsa sin dall'inizio? Vacanza gratis compresa?-
- Esattamente, da quando ti è arrivata quella mail.-
- Mi pareva un po' sospetto in effetti.-
Il ting delle porte dell'ascensore segnalò che era arrivato.
Furtivamente Levi si guardò intorno per poi salirci su, intimandomi di fare la stessa cosa.
In fretta schiacciò uno dei pulsanti, talmente veloce che non riuscii nemmeno a vedere a quale piano fossimo diretti.
Di sottecchi lo osservai, la postura dritta e composta, braccia incrociate all'altezza del petto e uno sguardo freddo che puntava dritto di fronte a lui.
All'improvvisò volto leggermente la testa verso la mia direzione, probabilmente accortosi che lo stavo fissando un po' troppo insistentemente.
Distolsi subito lo sguardo, imbarazzata di essere stata colta in flagrante.
Un silenzio imbarazzante aleggiava tra di noi fino a quando non decisi di romperlo.
Un ghigno divertito nacque sulle mia labbra pensando a una specifica domanda.
- Come ti è venuto in mente di chiamarmi Windex*? Potevi trovarmi un nome un po' più carino.-
- Tre. Domande.- dalla decisione presente nella sua voce capii che forse era meglio non infastidirlo più di tanto.
Ad un certo punto udimmo il suono che annunciava l'apertura delle porte dell'elevatore seguito dall'azione preannunciata.
Non riconobbi il piano che avevamo raggiunto e non ebbi nemmeno il tempo di cercare indizi che potessero dirmelo, che mi venne dato un ordine perentorio.
- Da questa parte, sbrigati.-"Sbrigati, muoviti, non più di tre domande, ma chi si crede di essere?"
Infastidita dal suo completamento feci quanto detto.
Percorremmo un corridoio con delle pareti bianche che finiva esattamente davanti a una porta a spinta del medesimo colore, uno strano rumore proveniva dall'esterno
L'uomo dai capelli scuri la aprì e la oltrepassò, non preoccupandosi di tenerla aperta per me.
- Che galantuomo.- ironizzai ancora più seccata.Come misi piede all'esterno fui accecata dalla luce, un rumore continuo mi martellava le orecchie e delle folate di vento mi travolsero, facendo svolazzare l'asciugamano che avevo addosso.
Sbattei le palpebre un paio di volte e finalmente capii la situazione, l'elicottero che aveva catturato l'attenzione di Levi stava atterrando di fronte a noi, precisamente sulla H simbolo dell'eliporto che si trovava sul ponte superiore della nave.
Chiusi gli occhi e mi tappai le orecchie , sperando che il mio "vestiario" avrebbe retto anche senza il mio aiuto.
Aspettai di togliere le mani fino a quando non sentii diminuire le raffiche, per fortuna non ci volle molto.
Aprii gli occhi: un elicottero grigio scuro si trovava a qualche metro da me, con le pale che giravano sempre più lentamente.
Notai Ackerman dirigersi verso delle casse depositate poco lontano e frugare dietro di esse.
Non lo persi di vista e subito tornò con in mano oggetti che in quel momento avrei potuto riconoscerla a chilometri di distanza: le mie valigie.
Provai due sentimenti contrastanti a quella vista: gioia, per il ritrovamento, e rabbia, verso chiunque avesse organizzato tutto.
L'uomo mi si avvicinò e depose tutto di fronte a me.
Rimasi di stucco di fronte a tale comportamento, già che c'era poteva gettarle in mare.
Mi ero già messa a raccogliere tutti i miei bagaglio, quando il portellone dell'elicottero si aprì.
Non mi stupii nemmeno notando la figura che stava scendendo dal mezzo, quel camice da laboratorio era inconfondibile.
- Ehi! Come va?- chiese con una nota di felicità mista alla sua classica euforia.
Dietro di lei, ancora seduto sull'aeromobile si trovava una testa bionda che mi salutava lenti movimenti della mano, con quella che sembrava una faccia imbarazzata.
Almeno la presenza di Armin non avrebbe fatto danni alla mia salute mentale.
Con tutti i bagagli in mano mi diressi verso la nuova arrivata che nel frattempo si stava già dirigendo nella mia direzione, ci incontrammo a metà strada.
- Allora? Piaciuta la vacanza?-
Non capivo come facesse a essere sempre così esuberante e soprattutto non potevo credere che avesse seriamente fatto quella domanda.
- Una meraviglia, guarda. Ho apprezzato particolarmente lo stalker incluso nel pacchetto. - feci un cenno con la testa in direzione di Levi.
- Sapevo che ti sarebbe piaciuta, ma ora abbiamo qualcosa di cui parlare, forza, andiamo!-
Prima che potesse voltarmi le spalle le mollai in mano uno dei miei bagagli, poi ci dirigemmo entrambe verso l'elicottero dove feci la conoscenza del pilota.
Mike ci rivolse un cenno di saluto dall'interno, per poi tornare a schiacciare pulsanti e attivare levette.
Io fui l'ultima a salire a bordo del mezzo di trasporto.
Non appena mi sedetti, Armin mi porse un paio di cuffie con attaccato un microfono che subito indossai.
Ero leggermente in ansia, non ero mai salita su un elicottero, ma tutti gli altri sembravano tranquilli, quindi cercai di evitare momenti di panico.
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L'Attacco dei Giganti One-Shots [ x Reader]
FanficUna raccolta di One-Shots senza pretese su Attack on Titan. Vedremo i personaggi sotto altre luci e alle prese con le loro mille sfaccettature, cosa farebbero se per una volta vestissero altri panni al posto di quelli degli eroi? E se ci fosse un'a...