Le Cronache di Reader-Atto IV

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Atto IV - Universi paralleli ed esplosioni


Chiusa la porta Reader si tolse tutte le armi che portava addosso e delicatamente le lasciò a terra di fianco a un armadio di legno.
Sbadigliò sonoramente e con velocità si tolse gli stivali per poi gettarsi a peso morto sul letto.
Era decisamente stremata.
Si domandò che fine avesse fatto il suo cavallo.
Nonostante il vento le avesse detto che non era facile da gestire si era sempre comportato in modo esemplare, alcune cose proprio non poteva capirle.
Inoltre si ritrovò a pensare a come sarebbe potuta tornare indietro, che poi... ne sarebbe davvero valsa la pena?
Nel mondo in cui era capitata non sembravano esserci giganti, anche se pareva avere altri aspetti negativi, come le oscure presenze citate da Erwin, sempre che ovviamente fossero vere.
Non sapeva più cosa pensare e troppe idee le si affollavano nella testa, alla fine senza nemmeno accorgersene le sue palpebre cominciarono a farsi pesanti e prima che potesse accorgersene si addormentò su quelle caldi coperte.

Toc Toc

Reader si rigirò nel letto più volte cambiando continuamente posizione.

Toc Toc

Questa volta la ragazza, ancora in dormiveglia, abbracciò il morbido cuscino.

Toc toc toc

Poi mugugnò qualche parola dal significato incomprensibile e qualche secondo dopo aprì gli occhi.
Intontita si alzo dal letto, si guardò intorno e riconobbe l'ambiente dove si trovava: era al castello e indossava ancora quei vestiti da avventuriera, ora tutti stropicciati a causa della dormita.

La fanciulla udì battere altri due colpi alla porta.
Si avvicinò ad essa mentre nel frattempo si tolse la casacca, rimanendo solo con la camicia.
Sbadigliando aprì la porta, trovandosi davanti un ragazzo dalla capigliatura bionda che fissava insistentemente per terra.
- Ehm... salve, avevi bisogno di qualcosa?- chiese Reader incuriosita.
Il nuovo arrivato alzò la testa e come lo fece le sue guance assunsero un colorito più acceso.
- Chiedo venia- rispose -sarei dovuto. venire in un momento più opportuno.- il suo sguardo guizzò da una parte all'altra, come se avesse paura di incontrarne un altro.
Sembrava volersene andare quando Reader lo afferrò per un braccio fermandolo, aveva capito di che natura era il ragazzo.
- Tranquillo... ehm... ciambellano?- tentò ricordandosi come lo aveva chiamato Pixis.
- Armin.- rispose lui a bassa voce.
- Non c'è bisogno di essere così terrorizzato Armin, non mordo.- scherzò la giovane sperando di allentare la tensione -Comunque ti serve qualcosa?-
- Vostra maestá voleva ricordarle della festa, inoltre ha detto che nel suo armadio c'è un cambio appropriato per l'evento e una volta che lo avrà indossato mi ha chiesto di farle fare un giro per il castello.-
Reader rimase interdetta di fronte a quella serie di ordini e si limitò ad annuire.
Il biondo a quel punto sembrò liberarsi da tutta quella tensione che aveva accumulato inutilmente e sospirò di sollievo.
- Io la aspetto qui fuori allora.-
- Come vuoi, guarda che puoi anche darmi del tu, non mi offendo.-
Lei gli sorrise per poi scusarsi e chiudere la porta della stanza.
- Certo che Pixis ne pretende di cose.- mormorò sperando che nessuno la sentisse.
In fretta, dato che non voleva far aspettare troppo il poveretto fuori dalla stanza, cercò nell'armadio l'abito citato.
Come aprì le ante si trovò davanti a un paio di vestiti di fattura pregiata, senza esitazione curiosò anche nei cassetti sotto e trovò altri indumenti femminili.
- Be', ho l'imbarazzo della scelta.-
Dopo aver passato così tanti anni all'interno dell'armata esplorativa si sentiva quasi persa a osservare degli abiti che non fossero delle uniformi tutte uguali, di certo in quel caso il problema della scelta non esisteva di certo.

Il tempo passò e alla fine riuscì a trovare un abito che rispecchiasse i suoi gusti, sobrio ma con quel tocco di eleganza e femminilità che donava un qualcosa in più che catturava l'attenzione.
La ragazza andò poi alla ricerca di un paio di scarpe adatto quando udì nuovamente un rumore conosciuto.
La sua mente sembrò quasi risvegliarsi sentendo quel ripetuto battito creato da dei colpi di nocca leggeri contro il legno.
Reader si era proprio scordata di colui che sostava fuori dalla sua stanza.
A grandi falcate, per quanto il vestito potesse permetterglielo, si apprestò ad andare ad aprire.
Ancora una volta Armin si trovava esattamente di fronte a lei, così come era successo in precedenza.
- Mi dispiace molto, ho perso la cognizione del tempi, non era mia intenzione farti aspettare così tanto.-
Il giovane però non rispose, sembrava che non avesse nemmeno udito quelle parole.
La sua attenzione era stata richiamata da qualcosa d'altro; egli osservava ad occhi spalancati quell'angelica (a suo parere) apparizione, completamente ipnotizzato, e proprio come una vera ipnosi questa termino quando Reader gli schioccò le dita davanti cercando di riportarlo alla realtà.
A quel gesto Armin sbattè le palpebre un paio di volte cercando di riprendersi.
- Ci sei Armin? Tutto bene?- a voce apprensiva della viaggiatrice gli arrivò alle orecchie e questa volta non poté ignorarla.
- Sì, sì, sto benissimo.-
- Sei un po' rosso in faccia.-
A quel commento il ciambellano si portò una mano sulla guancia, che trovò leggermente calda.
Cercò di pensare a qualche scusa per tirarsi fuori da quella situazione, ma non gli venne in mente niente di intelligente.
- Sarà il caldo...- i suoi occhi azzurri continuavano a saettare di qua e di là, tentando di non soffermarsi mai sulla ragazza.
Dentro di sé però la fanciulla era divertita da quella situazione, non era una sciocca e sapeva benissimo a cosa era dovuto il comportamento di quello che nel suo universo era una recluta.
Un leggero riso le scappò dalle labbra involontariamente.
- Cosa c'è di divertente?- chiese ingenuo il suo compagno.
Lei scosse la testa -Niente di che, Armin, stavo pensando a una cosa. Comunque ora arrivo, dammi il tempo di infilarmi le scarpe e magari almeno lavarmi la faccia, sembro un morto.-
Lui acconsentì e richiuse la porta.
A Reader non sembrò necessario, però non disse niente.
Di fretta si precipitò nel bagno collegato alla stanza, trovando quello che sembrava essere un catino di ceramica con all'interno dell'acqua.
Nonostante sembrasse pulita la guardò con sospetto.
- Potrò usarla?- si domandò.
A quel quesito che doveva essere udito solo da se stessa una voce dall'altra parte della porta replicò.
- Sì non preoccuparti, è sempre utilizzabile grazie alla magia.-
Inconsapevolmente Reader annuì a quel responso, chiedendosi anche come Armin avesse fatto a sentirla.
Senza esitare mise le mani in quel fresco liquido e se ne gettò un po' in faccia per poi asciugarsi con un asciugamano appoggiato poco distante.
Poi una fredda sensazione sotto la pianta dei piedi le ricordò dell'altro problema che doveva affrontare.
Di certo non poteva andare in giro a piedi nudi per tutto il castello.
Non voleva far attendere ancora di più il servitore fuori dalla camera, così indossò la prima cosa che vide.
D'altra parte nessuno avrebbe fatto caso alle sue scarpe a causa del lungo vestito.
Nessuno si sarebbe fatto un problema se avesse messo gli stivali.
Scacciò ogni dubbio con una scrollata di spalle e poi si recò in camera per recuperare le calzature.
L'avventuriera tirò un sospiro di sollievo quando finalmente uscì dalla stanza, per quella che lei sperava fosse l'ultima volta.
- Forza Armin!- esclamò entusiasta verso il ciambellano appoggiato al muro intento a scrivere chissà cosa.
- Che ne dici di farmi fare un giro prima del grande evento?-
A quella richiesta lui sì stacco dal.sio appoggio e si rimise completamente in piedi - Certo, con grande piacere.-
I due si incamminarono per i vari corridoi del castello ed Armin, come la migliore delle guide, ne illustrava ogni minimo particolare.
- Non mi vuoi chiedere come funziona il sistema idrico nel castello?-
La fanciulla era effettivamente incuriosita da come potessero avere acqua costantemente pulita, per di più utilizzando la magia.
D'altra parte in quel mondo fantastico c'erano un sacco di cose che nel suo universo non esistevano ed erano solo frutto dell'immaginazione umana.
Già che era lì tanto valeva scoprire qualcosa di più.
- Come vuoi, dimmi pure.-
- Qui normalmente tutto ciò relativo alla pulizia è effettuato tramite la magia oppure da qualche servitore particolarmente celere.-
Reader non era particolarmente convinta dalla risposta fornita, non gli aveva detto niente che già non sapeva.
- E perché?- aggiunse.
- Prima di tutto è molto più pratico e lascia una maggiore liberta e il secondi motivo è che molto spesso qui tendono a soggiornare importanti esponenti politici e militari.-
- Come Erwin?-
Il biondino non sembrò riconoscere a chi appartenesse quel nome.
- Erwin?- ripeté confuso -Intendi sua maestà il re degli elfi Erwil?-

L'Attacco dei Giganti One-Shots [ x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora