Capitolo 4 - Cosa hai provato?

1.7K 112 5
                                    

Se non ci fosse stato Jorge alla festa, penso che mi sarei sentita dispersa. Si, dispersa, dispersa nel mondo senza sapere dove andare.

E invece c'era lui, il mio punto di riferimento, la mia salvezza, il mio eroe.

Mi sentivo così protetta quando ero con lui, mi sentivo a casa, sentivo che quello fosse il mio posto.

Mi fa ancora questo effetto, mi fa ancora battere il cuore talmente forte, che ho paura si possa sentire, mi fa ancora venire i brividi quando poggia la sua mano sulla mia spalla, mi fa ancora venire quel tremolio alle gambe quando mi guarda, mi fa ancora attorcigliare la pancia quando mi sorride.

È ancora così, è ancora Jorge, è ancora lo stesso sentimento dell'estate.

Inutile negarlo, sento ancora qualcosa per lui, ma non sento lo stesso sentimento che sentivo ad agosto, no, è ancora più forte adesso.

Dopo la festa, mi ha riaccompagnato a casa. Non abbiamo parlato tanto, ma Jorge mi ha tenuto la mano per tutto il tragitto.

È bello sentire la sua mano soffice, incastrata alla mia.

"Mi prometti che starai bene?" sussurra Jorge.

"Se te ne vai, come faccio a stare bene?" non so neanche da dove siano uscite queste parole.

"Pensami, pensami e starai bene." sorride.

Sorrido di rimando anche io, con lui è tutto un rapporto di sorrisi e sguardi, ed è questo ciò che amo di più.

"Buonanotte, piccola." mi bacia una guancia, e poi va via.

Mi mozza il fiato da star male, quel ragazzo.

Entro in casa convinta che non ci sia nessuno, e mi dirigo in cucina per bere un bicchiere d'acqua.

"Chi era quel ragazzo?"

Mio padre mi coglie di sorpresa. Mi ha quasi spaventato, oddio.

Non sapevo fosse qui dietro, è inquietante. Ma, mi ha spiato?!

"Mi stavi spiando?" incrocio le braccia al petto.

"No, ero solamente affacciato alla finestra."

"Eri affacciato alla finestra, proprio quando stavo tornando io?"

"Si."

"Non ci credo proprio, papà mi stavi spiando!" sbotto.

"Posso sapere chi era quel ragazzo?" dice, con aria di rimprovero.

"È un mio amico." sbuffo.

"Come si chiama?"

Ma perché tutte queste domande?

"Ma che ti importa?"

"Dai Tini, voglio solo sapere chi è, tutto qui." alza le spalle.

Sospiro.

"Si chiama Jorge Blanco, contento adesso?"

"Blanco?" mio padre assottiglia gli occhi.

"Si, perché?" chiedo non capendo il perché di tutte queste domande.

"Non voglio che tu frequenti quel ragazzo." sospira.

"Cosa? Perché?"

"Non mi piace suo padre, né tutto il resto della sua famiglia. Inoltre, lo sai io sono un avvocato, e sono conoscenze di brutte cose su questo Jorge." spiega.

"Che tipo di brutte cose? Non capisco."

Ma di che diavolo sta parlando?

"Buonanotte Tini." dice, prima di sparire in camera sua.

Paradise||JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora