Capitolo 33 - Di gran lunga meglio.

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Point of view of Tini

Sono uscita presto dall'ospedale, due giorni dopo l'accaduto. Per fortuna è stato solo un calo di pressione, e sto bene.

Jorge è venuto tutti e due i giorni e mi è stato vicino.

Era tenerissimo il modo in cui si preoccupava per qualsiasi colpo di tosse che facevo, a volte mi faceva anche ridere.

Gli ho raccontato del discorso che mi ha fatto Alison, lui ha detto che avrebbe risolto.

In verità ho un po' di paura per come risolverà, ma lasciamo stare.

Mi ha fatto piacere anche che Lodo sia venuta a trovarmi insieme a Jorge, ormai il nostro rapporto è di nuovo quello di prima, e io non potrei essere più felice.

Ho deciso che devo parlare con mio padre, riguardo la storia della sua compagna, forse la mia reazione è stata esagerata, devo scusarmi.

E Claire, quella piccolina, continuava a ripetere che fosse colpa sua, ma fortunatamente sono riuscita a tranquillizzarla.

E dopo un certo periodo, posso dire di sentirmi felice.

Parliamoci chiaro, la felicità è un sentimento che tutti cercano, che tutti cercano di raggiungere, ma molto spesso non si capisce il valore.

Spesso rincorriamo una felicità che forse non è la nostra, forse non ci appartiene.

E a volte combattiamo battaglie che non sono nostre.

Avete presente quella sensazione che si prova quando si scala una montagna, ripida e rocciosa, che è difficile da scalare, ma la continuate a scalare per riuscire ad arrivare in cima perché pensate a quanto sarà bello il panorama che vi aspetta, e quando arrivate vi fermate un attimo ad osservare il panorama ma vi accorgete che non è quello che vi aspettavate?

È proprio questo quello che intendo, le cose non vanno mai come ci aspettiamo.

Io non mi sarei mai aspettata di innamorarmi di lui, eppure è successo, e non potrebbe esserci felicità più bella.

***

Busso piano alla porta chiusa dello studio di mio padre.

Passano alcuni minuti prima che mio padre mi dia il consenso ad entrare.

Cammino dritta verso la scrivania, sedendomi su una delle due sedie in pelle nera, che stanno di fronte a lui.

Mio padre osserva tutti i miei movimenti, prima di ficcare di nuovo il naso nei suoi tremila fogli sparsi sulla scrivania in legno massiccio.

Faccio un lungo respiro.

"Papà, sono qui per parlarti di una cosa."

Mio padre continua a leggere tra le sue scartoffie.

"Dimmi." mi risponde, senza guardarmi negli occhi.

"Ecco vedi, volevo dirti che forse sono stata un po' troppo dura con te riguardo la storia della tua fidanzata." mi interrompo perché non so neanche come si chiama.

Mio padre smette di frugare tra le sue cartacce e finalmente punta i suoi occhi nei miei, perciò riprendo il mio discorso.

Paradise||JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora