Capitolo 30 - Quando ne avró più bisogno.

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Point of view of Tini



Il quadro della situazione è sempre lo stesso, non è cambiato ancora nulla.

Il tutto va avanti da qualche settimana e sono stanca, stanca di tutto.

Continuo ad evitare mio padre, Lodovica continua a non parlarmi e Jorge continua ad avere il suo comportamento infantile seguito da sguardi, sorrisini di sfuggita.

È tutto molto complicato.

A volte mi piacerebbe avere una bacchetta magica e mettere a posto tutto con un semplice tocco.

Sospiro, mettendomi lo zaino in spalla e avviandomi verso l'uscita.

"Ehi Tini guarda, ti piace? È per il progetto di scienze." esclama Claire con un modellino del sistema solare in mano.

Claire si è aperta molto con me in questi ultimi tempi e non potei essere più felice.

Prima era sempre silenziosa e chiusa in se stessa senza lasciare avvicinare nessuno.

Penso che ora stia bene.

Le sorrido dolcemente.

"Claire è bellissimo."

"No fa schifo, Marte sembra deformato." mormora, sistemando il pianeta sul bastoncino.

Ridacchio.

"Non è vero, è perfetto."

"Mmh dici?" si acciglia.

"Certo." sorrido. "Sai Claire, noto un miglioramento da parte tua da un po'. Prima eri chiusa in te stessa, non mi parlavi, mi escludevi, ora invece mi includi sempre nei tuoi progetti, mi chiedi consigli, ti preoccupi per me. Stai bene Claire vero? Io ti vedo stare bene." aggiungo.

"Si sto bene." distoglie lo sguardo. "Oggi però non ci vado a scuola, non mi sento molto bene."

"Che hai?" chiedo preoccupata.

"Niente di allarmante, sta tranquilla solo un po' di mal di pancia."

"Ho capito, va bene Claire ci vediamo quando torno."

Scendo le scale, incontrando lo sguardo di mio padre.

Non è felice, vedo tristezza nei suoi occhi. Sono spenti.

La causa di tutto questo sono io, io e il mio orgoglio.

Sono troppo testarda, odio questa situazione eppure lascio che vada avanti così.

Non riesco a dimenticare ciò che ha fatto e non riesco ancora a concepire il fatto che ce l'abbia nascosto.

Non so proprio cosa pensare.

Sospiro, uscendo di casa.

Il freddo mi avvolge, facendomi stringere nel mio cardigan.

La strada è completamente deserta, si sente solo il rumore dei miei stivali sull'asfalto.

È strano come cambino le cose all'improvviso, senza neanche accorgertene, è un po' come il passaggio dal giorno alla notte.

Tutto cambia, tutto passa.

Non ci metto molto ad arrivare a scuola, anzi, arrivo in men che non si dica.

Scorro gli sguardi delle persone, trovando quello di Lodovica, fortunatamente sola.

Posso parlarci tranquillamente.

"Lodo! Aspetta, devo parlarti!" dico, bloccandola per il braccio.

Paradise||JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora