Capitolo 25 - Il nostro posto segreto.

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Point of view of Tini


Mi sveglio di soprassalto.

Ho fatto un sogno strano: ero sola in una stanza buia, piangevo.

Avevo le mie amiche contro di me, mio padre che aveva tradito la mia fiducia e mia sorella che non c'era più.

Mi sentivo abbandonata.

È solo un incubo.

Anche se tutto sembrava così reale, che quasi mi spaventava.

I sogni sono il frutto delle emozioni che proviamo ogni giorno, questo sembra un sogno preoccupante.

Sono preoccupata per qualcosa? Ma cosa poi?

Mi sto fissando, è solo un brutto sogno.

Oddio sono le sei e mezza, non mi sono mai svegliata così presto in vita mia.

Ora mi alzo, tanto non riesco neanche a prendere sonno di nuovo.

Quasi quasi preparo la colazione.

Mi alzo dal letto e il freddo mi avvolge, costringendomi a mettere la vestaglia.

Tra una settimana è capodanno, il primo capodanno che passo con Jorge.

Da quando sto con lui, la mia vita sembra diversa.

Ho sempre un punto di riferimento, delle braccia che mi accolgono ogni volta, degli occhi che riescono a scrutarmi dentro senza che io spieghi cos'ho.

È arrivato proprio quando il mondo mi stava cadendo addosso, girandomi le spalle, e lui l'ha alzato per me.

Lo amo.

Ma non parlo di quel ti amo detto al vento, perché non sono io a parlare, è il mio cuore.

È tutto così bello quando lui è con me.

Preparo il caffè, cucinando allo stesso tempo i pancake.

Fortunatamente per i pancake non ho bisogno del forno, altrimenti lo avrei fatto scoppiare un'altra volta.

A proposito, ma papà l'ha riparato? Secondo me si doveva proprio cambiare, più ci penso e più mi viene da ridere.

Sento dei passi provenire dalle scale, è papà.

Viene in cucina, sorprendendosi di vedermi già sveglia.

Ridacchio.

"Già sveglia?" sbadiglia.

Annuisco.

"Mi sono alzata prima." alzo le spalle.

Mio padre sbadiglia di nuovo.

"È strano vederti così assonnato, sei carico come un razzo ogni mattina appena sveglio." noto.

"Ma no, è che con tutto il lavoro che ho da fare, non mi riposo mai abbastanza." si massaggia le tempie.

"È strano anche che fai tutti questi turni di lavoro." aggiungo.

Mio padre distoglie lo sguardo da me.

"Mi hanno trasferito in un altro settore, dove si lavora di più."

"Papà non ti credo, ti conosco meglio di chiunque altro, lo capisco quando c'è qualcosa che non va." incrocio le braccia al petto.

"Va Tini, va tutto, non preoccuparti." dice.

"Invece non va, e se non vuoi dirmelo, proverò a scoprirlo da sola." mi volto, tornando ai fornelli.

Adesso è calato il silenzio.

Paradise||JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora