Lunedi

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Oggi è lunedi ed io amo i lunedi. Credo sia il mio giorno preferito della settimana, anzi, lo è sicuramente. Ma non fraintendete, non amo i lunedi perchè sono uno di quelli che passano la vita sui libri e, per forza di cose, non hanno una vita sociale ed eliminerebbero i fine settimana, su quel punto andremmo molto d'accordo. Non sono neanche uno sfigato senza amici, che passa il weekend sdraiato su un divano a giocare a qualche stupido videogame senza senso, che poi quando torna a scuola è felice di rivedere il suo solito compagno di banco che non si azzarderebbe mai a dire che è suo amico perchè, per quanto possa essere sfigato, lui lo sará sempre di più, ha proprio l'anima sfigata non so se mi spiego. Io passo i fine settimana "in famiglia", come dice mio fratello che, nel caso vi interessasse, si chiama Michael. Ogni stramaledetto weekend costringe me e mio padre, che ormai neanche dovrei chiamarlo così dopo tutto quello che ci ha fatto passare, ma sto divagando; ogni stramaledetto weekend ci costringe a fare un campeggio nel bosco, sempre che quei quattro alberi spelacchiati si possono chiamare tali. Il fatto è che alla fine mio padre si rinchiude nella sua tenda a bere, è uno di quegli uomini fantastici che si buttano sull'alcool appena la loro moglie muore, ma non sono qui per raccontarvi la storia della mia vita. Io e mio fratello passiamo due giorni di schifo, in un bosco schifo, a fare cose schife come giocare a tennis e cose del genere. Quindi non voletemene quando vi dico che i fine settimana proprio non li posso sopportare, che mi deprimono in un modo incredibile.
Tutto questo per dire che amo i lunedi.

"Oi Gerard."
Certo che è incredibile come il panorama fuori da questa finestra non cambia mai.
"Gerard considerami!"
Sempre lo stesso albero che mi blocca la visuale, le nuvole, il cielo, l'altro lato della scuola.
"GERARD!"
E poi c'è Lindsey.
Bella, alta, bionda, sarebbe una ragazza davvero carina se non fosse per io suo caratteraccio. E quando dico caratteraccio non intendo una cosa del tipo "non osare toccarmi che mi schifi", indento caratteraccio da "ti tiro un dizionario in fronte se non ti allontani subito da me".
"Che vuoi?"
"Mi hanno detto che anche oggi sei arrivato in ritardo."
Vedete, non mi importa molto di quello che farò finita la scuola, anzi non m'importa proprio per niente, fosse per me sarei scappato da questa schifo di cittá qualche centinaio di anni fa, ma non potrei mai lasciare mio fratello in balia di mio padre. Quindi arrivare in orario e studiare come un matto non sono cose che faccio di solito, ecco.
"E allora?"
So che prima o poi le mie risposte mi faranno guadagnare un dizionario di latino in fronte, me lo sento dentro proprio.
"Senti" dice, lo dice con enfasi teatrale, drammatica, come se quello che ha da darmi è più importante anche della sua stessa vita. "Fosse per me potresti anche non venirci a scuola, ma Jamia è la rappresentante di classe e, come tale, è lei che viene rimproverata ogni volta che tu -mi indica, sempre con la stessa enfasi teatrale, drammatica, eccetera- arrivi in ritardo."
Jamia, nel caso non si fosse capito, è una delle sue più care amiche, a quanto dice lei, secondo me è l'unica che ha; anche perchè chi vorrebbe mai uscire con una che ha un caratteraccio come il suo? E Jamia, se proprio vi interessasse, è nascosta dietro Lindsey e mi guarda come se volesse chiedermi scusa per la ramanzina e, allo stesso tempo, come se volesse flagellarsi.
Fatto sta che vista così Jamia sembra proprio piccola piccola, minuscola e invisibile, anche se in veritá lei non è nè piccola piccola nè tantomeno invisibile. Deve essere la presenza di Lindsey che la fa sparire così tanto, come se lei non fosse abbastanza forte o importante per apparire al suo fianco.
Ma sto divagando.

Ormai ho smesso di seguire le lezioni, anche se è l'ultimo anno che devo passare in questo schifo di posto, preferisco studiare per conto mio, dato che non ci tengo proprio a non superare l'esame, nossignore. Ma come dire, i professori rimangono noiosi anche se è l'ultimo anno e voglio superare l'esame a tutti i costi.
"Oi Gerard."
Mi chiedo perchè tutti devono mettere quel fastidioso ''oi'' davanti al mio nome.
"Cosa vuoi Billie?"
Billie è come dire, non credo ci sia un modo esatto per descrivere Billie, potrei dire che è un mio amico ma non nascondo che se dovessi scegliere di salvare lui o me stesso scapperei a gambe levate, dopotutto ci tengo alla mia vita io.
"Pranziamo fuori dopo?"
"Non mi va di pranzare fuori."
"Allora andiamo alla mensa."

Alla fine siamo andati alla mensa e adesso siamo seduti su delle sedie di plastica schife e mangiamo quello che dovrebbe essere un hamburger. Il cibo delle mense fa sempre schifo, come se le inservienti si impegnassero a farlo così schifosamente, come se ci fosse un premio per il pranzo più schifoso o che so io. Billie mi sta raccontando qualcosa che non ascolto minimamente, non mi interessa proprio sapere di cosa sta parlando, non che Billie sia una persona noiosa nè niente del genere è solo che non mi va di ascoltare la gente mentre mangio, tutto qua.
"Mi stai ascoltando o no?"
"No."
Sono sempre stato una persona molto sincera io.
''Che antipatico.''
Billie si sistema la cravatta rossa della divisa, Dio solo sa quanto odia indossare quella cosa, dice che gli stringe troppo il collo e passa la maggior parte della sua vita ad allargarla e a stringerla. Guardarlo a volte mi fa venire voglia di strappargliela dal collo e lanciarla dalla finestra, dico davvero.
In ogni caso continuo a non ascoltarlo e alla fine smette di parlare, non è così stupido come sembra sapete?
La mensa è il posto più rumoroso di tutta la scuola, probabilmente, ma tutto quel chiaccherare e quell'urlare diventa una specie di strano silenzio in cui il minimo rumore diverso da quello di una voce può distruggere la quiete pubblica, chiamiamola così. Quindi anche la caduta di un vassoio di plastica può causare il putiferio. Tutto questo per dire che un povero sfigato ha fatto cadere un bicchiere e adesso tutti gli sguardi sono puntati sul suo bel faccino. Il poveretto si abbassa per prendere il bicchiere, piuttosto imbarazzato, e nel mentre lo fa il vassoio che aveva tra le mani cade rovinosamente a terra. Tutti scoppiano a ridere, tutti tranne me e Billie. Io non rido perchè non ci trovo niente di divertente in uno che fa cadere il bicchiere e il vassoio, mentre Billie non sta ridendo perchè si è appena alzato: "Dove diavolo stai andando?" Non che mi interessi tanto sia chiaro, solo che vorrei evitare che attirasse l'attenzione su di noi. Ma a quanto pare non mi ha neanche sentito, dato che adesso è accovacciato accanto al ragazzino e lo sta aiutando a raccogliere le sue cose. Sospiro quando vedo che lo sta portando al nostro tavolo, evidentemente non è della mia stessa opinione, di non attirare l'attenzione su di noi dico.
"Lui è Frank" dice sedendosi.
Il ragazzino, che a quanto dice la sua divisa ha la mia stessa etá, si siede mestamente accanto a Billie e mi guarda come per chiedermi scusa. Mi verrebbe quasi da dirgli che fa bene ad essere in colpa, anche perchè mezza mensa ci sta guardando ed io odio essere al centro dell'attenzione, proprio non lo sopporto.

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora