Emma

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Guardo Patrick senza capire.
Quello che mi ha appena detto non ha senso, proprio non riesco a trovare un senso in tutto quello che ha detto, così lo guardo senza capire e aspetto che lui mi spieghi qualcosa. Perchè voglio dire, dopo aver detto una cosa del genere una spiegazione ci vuole sempre, ecco, non sono mica nel suo cervello.
Ma lui non sembra molto intenzionato a darmi una spiegazione e compagnia bella, quindi glielo chiedo tanto per farla breve.
"Tua sorella?"
Patrick annuisce lentamente come suo solito e continua a fissare un punto indefinito del lago.
"Tu mi stai dicendo che vedi tua sorella?" chiedo ancora per essere sicuro di aver capito bene.
Patrick annuisce ancora e, finalmente, si volta verso di me.
"Tua sorella morta?" chiedo per l'ultima volta.
"Si Gerard, forse non mi crederai, ma io riesco a parlare con lei."
Ovviamente non gli credo, insomma, non è certo normale vedere i fantasmi e compagnia bella.
Che poi io ai fantasmi neanche ci credo.
"Beh ecco -dico- è difficile crederti."
"Lo immaginavo." dice sospirando.
Vorrei credere a quello che mi sta dicendo, dico davvero, è solo che ho sempre visto Patrick come una persona un po', come dire, fuori dal mondo, un po' stupido. Ma in fondo, dopo tutto quello che ho passato, che abbiamo passato, se non ci fidiamo fra di noi non so proprio dove andremo a finire.
"Sai cosa ti dico Patrick? Ti credo."
Lui si volta di scatto verso di me e sorride, finalmente felice dopo chissà quanto tempo.
"Davvero?"
"Certo."
"Davvero davvero?"
"Si davvero davvero, ora però raccontami tutto quanto dall'inizio."
In fondo un po' sono curioso davvero.
Patrick torna subito serio e guarda di nuovo il lago, vorrei proprio sapere cosa ci trova di così interessante in quello schifo di lago.
"Ho iniziato a vederla quando è finita la scuola, ho passato Dicembre a parlare con lei, senza che i miei genitori mi scoprissero. Però lei non voleva parlare con me tutti u giorni, così veniva poche volte. Ma in quelle poche volte mi ha raccontato tutto quello che io adesso racconterò a te."
"Emma ha undici anni più di me, se fosse ancora viva adesso ne avrebbe quasi trenta. Tutto quanto è successo quando io avevo due anni, per questo non sapevo niente di lei e del resto."
"I tuoi genitori non hanno mai nominato Emma?" lo interrompo.
Lui scuote la testa e rinizia a parlare.
"Sai mi ha detto che i miei genitori litigavano un sacco quando lei era piccola, giorno e notte, non smettevano mai. E in tutto questo litigare, non si accorgevano di quello che succedeva intorno a loro, non si accorgevano dei suoi successi e dei suoi fallimenti, di quando piangeva la notte, niente. Poi sono nato io e lei ha iniziato a prendersi cura di me, a trattarmi come se fossi suo figlio, dato che mia madre e mio padre non avevano tempo per fare altro che non fosse litigare come matti.
Ad un certo punto Emma si era stancata, aveva deciso che questa situazione doveva cambiare, che io non potevo crescere come era cresciuta lei, senza la presenza dei nostri genitori.
Così aveva organizzato un piano perfetto, sarebbe filato tutto liscio, o almeno così lei pensava.
Una notte era uscita di casa lasciando un messaggio ai nostri genitori, in cui diceva che si sarebbe buttata da un ponte e che, se tenevano a lei almeno un minimo di quanto tenevano a litigare, allora dovevano provare a fermarla. I miei genitori lo hanno trovato e sono usciti di corsa, diretti verso il ponte citato da mia sorella.
Poi sono arrivati lì e l'hanno vista, in piedi dietro al muro che separava il passo carrabile dal resto del ponte, aggrappata al granito con i capelli al vento.
Loro hanno iniziato a urlare e a chiederle di tornare indietro, di non fare certe cavolate, cose così insomma.
Poi ha iniziato a piovere e i miei genitori a litigare.
Loro litigavano e lei piangeva, mentre la strada si bagnava.
Emma voleva solo che smettessero di litigare, che la fermassero dal fare quel gesto tanto avventato quanto stupido.
Allora ha provato a scavalcare il muro e a tornare sul ponte, per andare a fermarli, dato che il suo piano perfetto non aveva funzionato.
Ma, appena ha messo un piede su una pietra, è scivolata e, urlando, è caduta all'indietro, nell'acqua torbida del fiume.
I miei genitori l'hanno vista morire per la loro stupiditá, senza riuscire a salvarla."
Rimango a bocca aperta, letteralmente a bocca aperta, tanto che i moscerini potrebbero tranquillamente entrarmi dentro ed esplorare la mia trachea e compagnia bella.
"Ma quindi... perchè non te ne hanno mai parlato?"
Patrick si stringe nelle spalle e mi sorride col suo solito modo da tartaruga.
"Forse per proteggermi -dice- in fondo il piano di Emma ha funzionato, non ho mai visto i miei genitori litigare."
È una cosa triste. Dannatamente triste. E non è certo la prima cosa triste e strana in cui mi trovo invischiato, sembra quasi che lo facciano apposta a venire da me, i ragazzi perblematici, dico.
In ogni caso, gli credo. Gli credo davvero, credo al fatto che possa vedere sua sorella e a tutta la storia che c'è dietro. Ma se c'è una cosa che Ghost Whisperer mi ha insegnato, è che i fantasmi non possono rimanere nel nostro mondo.
A volte le serie televisive servono a qualcosa di concreto.
"Patrick -dico solennemente- se tua sorella è qua adesso ci deve essere un motivo, ne sono più che certo!"
"Un... motivo?"
"Si una cosa per la quale non può passare oltre." spiego.
Lui mi guarda confuso.
"Passare oltre?"
"Ma non l'hai mai visto Ghost Whisperer?"
Patrick scuote la testa ed io sospiro, esasperato.
"Beh praticamente i fantasmi rimangono nel nostro mondo perchè hanno qualcosa da portare a termine prima di andare in paradiso, nell'aldilá, chiamalo come vuoi. Se scopriamo il motivo di tua sorella, allora lei potrá passare oltre allegramente."
Patrick pensa per un attimo a quello che ho detto e poi mi guarda come se avesse avuto l'illuminazione divina.
"So cosa vuole! -esclama- Lei vuole che io muoia!"
Mi batto una mano sulla fronte e alzo gli occhi al cielo.
"E ti sembra una cosa norlame? Dovremmo almeno scoprire perchè! Dopotutto è morta solo perchè voleva che tu non facessi la sua stessa fine, perchè vorrebbe la tua morte adesso?"
"Dice che i miei genitori non l'hanno mai amata, te l'ho detto, però forse è solo arrabbiata con loro."
"Vendetta." dico in un sussurro.
Patrick annuisce.
"Lei ti ucciderá Patrick."
Lui per un attimo sembra turbato, ma poi mi sorride con una saggezza che non avevo mai visto sul suo volto.
"No, lei vuole solo fingere di uccidermi. Non lo fará Gerard, vuole solo che i miei genitori si ricordino di lei."
"Quindi cos dovremmo fare?"
"Parlare con mia madre."

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Ghost (non chiedetemi dove l'ho trovata bc non ne ho idea)

Vi ho lasciato con l'ansia per tipo due anni MA non ha importanza rido.
No okay vi chiedo umilmente perdono, è che ho avuto da fare (?) Si! Comunque ecco il capitolo e mh Buona Pasqua! (In anticipo come sempre si ciao)
Zan zan ci vediamo nel prpssimo capitolo wiii
Adieu

P.S. ho come la vaga (ma quale vaga) impressione che la povera (?) Jalex la uhm eliminerò dall'universo perchè nessuno li shippa e tipo piango si ora addio T-T

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora