Brendon

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Il compito di matematica mi è sembrato infinito, dico davvero, quanto ci vorrá mai per capire che questa roba non serve nella vita reale?
Almeno adesso sono uscito, finalmente, e mi sono appostato davanti al cancello dell'entrata. Fuori fa piuttosto freddo, ma dopotutto siamo a ottobre ed è normale che faccia freddo. Sinceramente, il freddo non mi dispiace più di tanto, voglio dire, finchè fa freddo puoi coprirti quanto ti pare, anche fino a sembrare una palla di lana. Ma se fa caldo, mica ti puoi togliere la pelle. In ogni caso, mi stringo nella sciarpa rossa che mi ha regalato Billie per Natale, sperando che Brendon arrivi in fretta, dato che sto veramente congelando.
"Ciao Gerard."
Mi volto e vedo un Frank sorridente in piedi davanti a me. Come se non sorridesse mai quel ragazzo, devo dire però che mi mette allegria vederlo sorridere così spesso.
"Ehi." dico, sorridendo a mia volta.
"Come è andato il compito?"
"Uhm, non male." mento, mento un sacco io. Anche se Frank non se lo meriterebbe e compagnia bella, non ho intenzione di condividere le mie disgrazie con lui adesso.
"Andiamo a casa insieme?"
"Devo aspettare Brendon."
"Allora ti faccio compagnia."
Così dicendo, si siede sul muretto a cui ero appoggiato e inizia a parlare delle solite cose, o almeno credo, in ogni caso non lo ascolto. Fa troppo freddo per ascoltare le persone che parlano, anche se queste persone sono Frank e lui non se lo meriterebbe eccetera eccetera.
Brendon arriva poco dopo e, quando vede Frank, rimane leggermente perplesso.
"Io vado via adesso" dice lui quasi per scusarsi "non preoccuparti."
"No, uhm, puoi venire anche tu se vuoi."
E così Frank sorride e ci avviamo verso il parco.

Abbiamo passato tutto il tragitto dalla scuola al parco, quello famoso in cui c'era il ragazzo che pescava in modo stupido, in silenzio.
Nessuno sembrava avere nulla da dire, neanche Brendon che mi aveva costretto ad andare al parco in un giorno freddo cone quello.
Roba da matti.
Fa così freddo che vorrei mettere le mani sulle guance di qualcuno solo per scaldarle, Frank sarebbe un ottimo candidato, ma alla fine non lo faccio, sarebbe stupido.
Finalmente arriviamo al parco ed entriamo. Che ci crediate o no, è la prima volta che vengo qua con qualcuno che non sia mio fratello. Mi sento quasi un principe, ad entrare lì dentro con altre due persone.
Con lo sguardo cerco distrattamente Patrick, o almeno credo si chiamasse così, ma non lo vedo da nessuna parte. Meglio.
Frank si siede su una panchina e noi lo imitiamo. Alcuni piccioni ci camminano intorno, magari sperano che gli lanciamo delle briciole o vattelapesca, fatto sta che non ho niente da lanciare a quei poveri pennuti. Neanche sono sicuro che siano piccioni.
A un certo punto Brendon sospira e inizia a parlare.
"Voglio aiutare Alex." dice.
Io e Frank ci guardiamo, senza capire.
"Lui, insomma, ha bisogno del nostro aiuto. Vive a scuola e nessuno lo sa, e io voglio capire perchè. Voglio sapere cosa gli è successo, se ha ancora una famiglia, un posto in cui vivere.
Sapete, quando ero piccolo, i miei genitori non erano mai a casa.
Amavano viaggiare e ogni volta che potevano mi portavano con loro.
Ho visto un sacco di posti e ho consciuto un sacco di persone di ogni genere.
Un giorno, mancava una settimana a Natale, decisero che avremmo passato le vacanze in Canada.
Così, hanno prenotato ed eravamo tutti pronti a partire, ma io mi ero ammalato.
Non volevo che rinunciassero al loro viaggio per me, volevo che passassero una bella vacanza.
Alla fine li ho convinti, dopo aver tanto insistito, e loro sono partiti.
Hanno preso il treno, per arrivare all'aeroporto più vicino, e da lì non sono mai scesi.
Su quel treno c'era un presunto gruppo di spie, o di terroristi non ho mai capito bene, e il governo ha pensato bene di far deragliare il treno, per ucciderli.
Non gli importava delle persone che erano a bordo.
Hanno piazzato dei deragliatori e poi boom, il treno è finito fuori dai binari.
Ci sono stati tantissimi morti, nessuno è sopravvissuto.
E sapete qual è la cosa bella?
I terroristi non erano sul treno.
Tutte quelle persone, tutte quelle vite, sono state spezzate per niente.
Ognuno con la propria famiglia, il proprio lavoro, la propria casa.
Dopo aver saputo della morte dei miei genitori, non ho avuto il tempo di assimilare il tutto, che giá mi ero ritrovato a vivere nella casa di zii che mai avevo visto.
Ma sapete, loro sono fantastici.
Mi hanno insegnato un sacco di cose che i miei non avevano mai avuto il tempo di spiegarmi.
Eppure, non riuscivo a voler bene ai miei nuovi genitori, o quello che dovevano essere.
Mi mancava la mia vera famiglia, volevo tornare a casa, ma sapevo che non potevo farlo.
Avevo solo otto anni, all'epoca.
È per questo che voglio aiutare Alex, se avesse una storia come la mia alle spalle dovremmo fare qualcosa per aiutarlo, ecco."
Brendon finisce di raccontare e intorno a noi si crea un silenzio tombale. Io non ho la più pallida idea di cosa dire e Frank ha le lacrime agli occhi, è rimasto veramente sconvolto dalla sua storia. E anche io lo sono. Non pensavo che dietro a quegli enormi occhiali neri si nascondesse un ragazzo dal passato così tempestoso.
"N-noi lo aiuteremo." dice Frank, asciugandosi gli occhi con la manica della camicia.
"Davvero?" chiede Brendon, sistemandosi gli occhiali sul naso.
"Davvero?" chiedo io, incredulo. Non che non lo voglia aiutare, sia chiaro, solo che non capisco cosa potremmo fare noi per aiutarlo, tutto qua.
"S-si, lo aiuteremo. Scopriremo la sua storia e lo aiuteremo."
"Chi aiuterete?"
Tutti e tre ci voltiamo verso la persona che aveva parlato.
Si stava creando un'atmosfera così bella, e quel cretino, chiunque esso sia, l'ha distrutta.
"Patrick?" dico, guardando il suddetto cretino.
"Ciao Gerard!" dice lui sorridendo come un'ebete.
"Uhm lui chi è?"
"Ragazzi" dico in un sospiro "lui è Patrick."
Quest'ultimo saluta i miei amici sventolando allegramente una mano.
"Patrick loro sono Brendon e Frank. Che ci fai qua?"
"Pesco."
Mi batto una mano sulla fronte e noto finalmente il bastone, con il filo attaccato. Dio solo sa perchè ho parlato con lui quella volta.
"Ma non hai una canna da pesca." fa notare Frank, perplesso.
"Si che ce l'ho!"
Patrick mostra la sua bellissima canna da pesca, e io continuo a sospirare, rassegnato.
"Ma è un bastone..." dice Brendon, prendendo la cosiddetta "canna da pesca" in mano.
"Lo so... ma non ho altro."
Mi alzo in piedi, allungando le braccia dietro la schiena per stirarmi. Se iniziano a parlare con Patrick, non torneremo più a casa e io ho bisogno di riposarmi, di pensare a quello che ha detto Brendon e compagnia bella. Magari mi verrá in mente anche un modo molto geniale per farci raccontare da Alex la storia della sua vita.
"Sentite, io devo tornare a casa. Mio fratello mi aspetta."
Patrick annuisce lentamente, sempre col suo modo da tartaruga, e Brendon si stringe nelle spalle. Potrebbe mostrare almeno un po' più d'interesse, in fin dei conti sono anche venuto al parco con lui in un giorno freddo come questo.
"Anche io devo tornare a casa." dice Frank, alzandosi a sua volta.
"Ci vediamo domani."

"Certo che la storia di Brendon è triste."
"Giá."
"Pensi che anche Alex abbia una storia del genere?"
"No, non credo. Secondo me è solo scappato di casa."
"Allora i suoi genitori lo staranno cercando."
"Sicuramente."
Mi fermo in mezzo di strada.
"Che c'è?" mi chiede Frank guardandomi di soppiatto.
"Sono arrivato." dico, indicando l'appartamento alla mia destra.
"Oh."
Frank sembra discpiaciuto, lo accompagnerei a casa, se non fossi così stanco e se non facesse così freddo.
"Domani ci vediamo dove sempre?"
Intendevo all'incrocio, quello dove ci siamo sempre trovati per andare a scuola, ormai era una specie di punto fisso.
Lui annuisce e fa un passo verso di me, tremante.
"Qualcosa non va?" chiedo.
"N-no è solo che... ecco... domani ci sarebbe la prima partita del campionato" dice, grattandosi nervosamente la testa "e mi chiedevo se ti sarebbe piaciuto venire, ecco."
"Certo che verrò!" dico, posandogli la mano sulla spalla.
"Puoi chiedere anche a Billie e agli altri di venire, se vogliono."
"Ovvio che verranno! Dopotutto sei nostro amico no?"
Frank sorride e mi abbraccia.
"Grazie Gerard."

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Lullabies

Uela salve persone! Come la va? Nel caso si sono viva. No okay uhm mi spiace che questi capitoli sono noiosi e compagnia bella, ma dovete sopportarli si ciao vvb
Ci sarà più Frerard giurogiuro (e una cosa per la quale mi odierete)
Vbb ja matane

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora