Baseball

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Credo sia arrivato il momento di far entrare finalmente in scena mio fratello Michael, non che questo sia un film o vattelapesca, solo che ho intenzione di invitarlo alla partita di baseball. Quando sono entrato in casa, dopo aver lasciato Frank da solo in mezzo al viale, ho trovato mio fratello tutto indaffarato a preparare la cena. Ovviamente, gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto, ma lui ha detto di no, non vuole mai che metta le mani in cucina. "Non sai cucinare." dice.
"Allora, come è andata oggi?"
Michael mi guarda da sopra le lenti dei suoi occhiali. Non è mai stato un ragazzo di molte parole.
"Bene" dice "a te?"
"Bene. Hai programmi per sabato?"
Lui scuote la testa e continua a mangiare le sue polpette vegetariane in silenzio. Nel caso non ve lo abbia detto, è vegetariano, e credo che Frank gli starebbe molto simpatico proprio per questo.
"Ti andrebbe di venire a scuola con me?"
"A fare?"
"Iniziano i tornei di baseball."
Come ogni americano che si rispetti, mio fratello andava matto per il baseball. A me faceva schifo, certo, ma solo perchè gli sport mi deprimono e compagnia bella. Mi ricordp che una volta, quando Michael andava ancora alle elementari, aveva un amico un po' strano che ci aveva invitato a casa sua a vedere una finale di campionato. Ovviamente io avrei voluto non andarci e compagnia bella, ma dovevo accompagnare mio fratello e alla fine ci sono andato. Fatto sta che quel ragazzino abitava in campagna e aveva un sacco di galline e altri uccelli del genere. Ci ha portato a fare un tour della casa e c'era un tacchino piuttosto brutto che continuava a seguirmi dappertutto. Allora io, che sono una persona pacifica e tutto il resto, ho detto al ragazzino che, se non avesse fatto sparire il tacchino entro tre secondi, lo avrei fatto arrosto. Il ragazzino disse che era normale il fatto che mi stesse seguendo, perchè voleva che lo abbracciassi.
"Non abbraccerò un tacchino." dissi. Michael, che si stava divertendo, mi aveva incitato a farlo, ma io non avevo alcuna intenzione di abbracciare quel tacchino. Così il ragazzino si è chinato e lo ha abbracciato.
Tutto questo per dire che pur di vedere una partita di baseball siamo addirittura andati a casa di un maniaco abbraccia tacchini.

"Volentieri!" dice Michael sorridendo "Per caso ci vai per quel ragazzino?"
Il suo tono malizioso mi prende alla sprovvista, non capita mai che Michael pensi certe cose di me. Anche perchè sa quanto io possa odiare le relazioni e tutte quelle cose collegate all'amore.
"Quale ragazzino?" chiedo con il tono più innocente del mio repertorio.
"Non fare il finto tonto! Ti ho visto parlare con quel tipo fuori casa!"
"Ah!" esclamo, fingendo di aver capito solo adesso a chi si stava riferendo.
"È per lui che vai alla partita?" mi chiede, sempre con quel tono malizioso del cavolo.
"Certo che no" dico io "non ho bisogno di pretesti per andare ad una partita di baseball!"
"Tu odi il baseball."
Colpito e affondato.
Okay, ammetto la sconfitta. Ormai è ovvio che voglio andare alla partita per un qualche motivo assurdo, che poi sarebbe per Frank, anche perchè odio il baseball, come ha detto lui.
Ma credo che mi inventerò una scusa, una bugia, insomma. Non voglio che mio fratello sappia che vado ad una partita di uno stupido sport, solo per uno stupido ragazzo. Che poi, a dirla tutta, neanche è tanto stupido. Mi sento una quindicenne alle prese con la prima cotta, che poi neanche è una cotta, o forse si, fatto sta che non lo so ecco.
"È vero, ma non ci vado per quel ragazzo. Che, per tua informazione, si chiama Frank."
Michael incorcia le braccia sul ventre e mi guarda di sottecchi.
"E allora perchè ci vuoi andare?"
"Beh per portarci te." dico, convinto di aver trovato la scusa migliore del mondo. Che fratello degenere sarei, se non portassi almeno una volta mio fratello ad una partita di baseball?
"Quindi ti piace?" mi chiede.
E giuro che gli avrei tirato il tavolo in faccia, se non fosse stato mio fratello. Ragazzi, se glielo avrei tirato!
"È solo un amico!" esclamo al limite della sopportazione.
"Sará" dice lui, stringendosi nelle spalle "in ogni caso, domani verrò."

La partita sarebbe iniziata alle tre e, anche se erano solo le due, gli spalti erano giá mezzi occupati. Fortunatamente Billie aveva preso i posti anche per noi in una posizione piuttosto favorevole, nel senso che il campo di gioco si vedeva benissimo da lì.
Uno dei motivi per il quale odio gli sport è il baccano prodotto dai tifosi. Anche adesso c'è così tanto rumore, che non riesco a seguire il flusso dei miei pensieri. Billie, dal canto suo, sembra molto eccitato, come sempre, da questa situazione di caos e compagnia bella. Mio fratello invece se ne sta seduto al suo posto senza fiatare, gli ho comprato dei pop corn schifosi che vendevano all'entrata, e li sta mangiando di gusto con lo sguardo perso chissá dove.
"Non sarei dovuto venire." dico in un sospiro.
Billie mi da una pacca sulla schiena.
"Se non fossi venuto Frank se la sarebbe presa, lo sai."
Annuisco sconsolato, odio il baseball.
"A proposito, chi altro hai invitato?"
"Uhm Lindsey, Jamia e Brendon." dico, guardandomi intorno nella speranza di vederli seduti da qualche parte. Se non fossero venuti li avrei scuoiati vivi. Io e Billie ci eravamo impegnati così tanto per far entrare Frank nella squadra di baseball, che sarebbe stato un vero e proprio sacrilegio non venire a vedere la sua prima partita.
"Oh, eccoli lì!" esclama Billie alzandosi di scatto per farsi vedere dai ragazzi.
In mano ha uno di quegli hot dog scadenti venduti da immigrati sottopagati, che sembrava sul punto di scivolargli dalle mani.
"Billie il tuo hot dog." dico, cercando di evitare l'inevitabile.
Ma quando una cosa deve accadere, niente e nessuno può cambiare il corso delle cose. E Billie fa cadere l'hot dog che, per forza di cose, finisce in testa ad una signora obesa seduta davanti a noi. Nello stesso istante i ragazzi erano arrivati da noi, ed io avevo notato, con mio grande disappunto, che c'erano anche quel rompiscatole di Alex e Patrick, il ragazzo del parco.
Come stavo dicendo, la signora obesa si alza tutta infervorita e si gira verso Billie, urlando cose che sarebbe meglio non ripetere per la vostra sanitá mentale. Lui continua a scusarsi in ogni lingua conosciuta e sconosciuta, morta o viva che sia; mentre io scoppio a ridere come uno stupido. Ma, quando la donna si accorge della mia presenza, subito si mette ad urlare contro di me cose come "Ti fai beffe delle disgrazie altrui!" e "Sei proprio un ingrato! Ecco cosa sei!".
Alla fine la signora si è finalmente decisa a scendere dagli spalti e ad andare a togliersi l'hot dog di Billie dalla testa.

"Siete proprio senza speranze." dice Lindsey sedendosi accanto a mio fratello.
"Lui è senza speranze!" dico indicandolo con un dito.
"Sei tu che hai iniziato a ridere come un'idiota!"
"Si ma mica l'ho fatto cadere io l'hot dog!"
Lindsey, esasperata, si alza e ci prende entrambi per un orecchio dicendo che tutti ci stavano guardando e che era ora di smettere di urlare e di sederci, perchè la partita stava per cominciare.
Noi, da bravi bambini, ci sediamo in silenzio. Io però mi sporgo verso Brendon, tanto per sapere che diamine ci fanno Alex e Patrick qua, dato che nessuno li aveva invitati.
"Li ho invitati io." dice fiero.
"Perchè?"
Lindsey mi da uno schiaffo dietro la nuca ed io mi rimetto seduto al mio posto, dove sarei rimasto fino alla fine della partita.
Quando la squadra della scuola entra in campo, subito ci affanniamo a cercare Frank nella mischia. Non avrebbe dovuto essere difficile dato che era il più basso di tutti, eppure non riusciamo proprio a trovarlo. La partita inizia con la solita musichetta fastidiosa che a mio fratello piace tanto e tutti ci concentriamo su di essa.

"Che palle." dice Billie ed io non potrei essere più d'accordo. È passata un'ora dall'inizio della partita e nessuno aveva ancora fatto un punto. Sto programmando di alzarmi ed andare via, tanto più che neanche riesco a vedere Frank. Ma Michael mi costringe a rimanere, dice, o meglio, mi sussurra in un orecchio, che se voglio fare colpo su di lui devo rimanere fino alla fine. Sinceramente a me non importa più di tanto fare colpo su Frank, ma Michael sembra molto felice del fatto che, secondo lui, mi sono innamorato. Quindi decido di rimanere, più per Michael che per altro, sia chiaro. E comunque, a quanto ha detto Brendon, la partita sta per finire ma, se non faranno almeno un punto entro la fine del tempo, dovranno continuare all'incirca all'infinito.
Sospirando riporto la mia attenzione alla partita e finalmente lo vedo. È fermo sulla postazione del battitore, pronto a scattare appena il lanciatore avrá fatto la sua mossa. Per un momento mi sento così in ansia, che si crea uno strano silenzio intorno a me, interrotto solo dal suono della pallina sulla mazza di legno.
Billie, che ormai non riesce più a trattenersi, scatta nuovamente in piedi urlando: "Home run! Home run!"
Nooi lo imitiamo e guardiamo Frank correre verso casa base, veloce come un fulmine.
"Corri Frank, corri!" urlo, finalmente fiero di averlo potuto fare, anche se mi sono trattenuto dal dire Forrest. E Frank corre come se avesse il fuoco in corpo, tocca casa base e lo stadio, sempre se così si può chiamare, prorompe in un coro di urla e fischi. Billie mi salta addosso facendomi quasi cadere, mentre io seguo Frank con lo sguardo e vedo che viene portato in trionfo dai giocatori della sua squadra. Vittorioso come un condottiero romano appena tornato da una guerra.
"Andiamo da lui!" esclamo, al culmine di una felicitá che proprio non riesco a spiegarmi. Correndo come matti ci precipitiamo giù dagli spalti e corriamo in mezzo al campo, fino alla panchina della squadra.
I giocatori avevano messo Frank a terra e lui, ansimante e sudato, si volta verso di me e mi sorride. Io sorrido a mia volta e corro verso di lui, seguito da qualcuno di cui non mi interessa conoscere l'identitá. Frank è a qualche metro da me e continua ad urlare cori da stadio con i suoi compagni di squadra, io, che ancora savo correndo, inciampo su un sasso e cado rovinosamente a terra.
Subito vengo superato dal mio inseguitore e lo vedo correre fra le braccia di Frank che, colto alla sprovvista, per poco non perde l'equilibrio.
Michael si precipita da me e mi aiuta ad alzarmi, ma io lo sposto con un braccio, devo sapere chi è quello che si è appena buttato su Frank come se fosse un materasso.
Quando il suddetto si stacca dall'abbraccio e si volta verso di noi, con il volto arrossato, per poco non mi viene un infarto.
Jamia.
Quella Jamia che aveva paura di chiedermi dei miei ritardi quotidiani.
La stessa Jamia che aveva il timore di dire qualsiasi cosa a qualsiasi persona.
Jamia che adesso è abbracciata a Frank come una patella su di uno scoglio.
E proprio non lo capisco il dolore che mi si espande dentro il petto. Frank è solo un amico, tutto qua, e allora perchè fa così male vedere Jamia che lo abbraccia e lui che, nonostante mi guardi sconsolato, sorride e sembra essere felice?
Forse mi sono sbagliato, e Michael aveva ragione.
Forse mi sono innamorato di lui.

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Disenchanted

CHIEDO UMILMENTE PERDONO per il ritardo!! Ma è che avevo così tanto da fare, che neanche ho avuto il tempo di respirare SO eccomi qua only for you guys!!
Tra due giorni è Natale e ohohoh che bello e in ogni caso, scusate per il ritardo!

Merry Christmas, ya filthy animals!~

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora