Baci nell'oscuritá

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Sabato è finalmente arrivato e noi siamo tutti pronti per la nostra avventura nel bosco, devo dire che sono piuttosto eccitato.
Ci siamo trovai alle sei di mattina -quando il sole ancora stava sorgendo- davanti casa mia. Quando li ho visti arrivare così carichi di roba, per poco non mi mettevo a ridere come uno stupido, anzi no, diciamo pure che l'ho fatto. Ma sono sicuro che vedendoli avreste riso anche voi.
Billie aveva sulle spalle uno zaino più grande di lui, pieno di coperte e compagnia bella, anche se poi aveva scoperto di essersi scordato la torcia.
Frank era una figura con il sacco a pelo chiuso in una busta di plastica bianca del supermercato, come se fosse appena tornato da lì carico della spesa.
Lindsey era vestita come se dovesse andare in guerra o a scalare l'Everest senza ossigeno, con tanto di giacca a vento e impermeabile giallo.
Jamia aveva degli stivali di gomma rossi alti fino al ginocchio, un obrobrio che mai è stato visto, Armani si stava rivoltando nella tomba, anche se è ancora vivo, credo.
Patrick aveva una canna da pesca alta qualche mentro, mentre Brendon portava sia il suo zaino che quello del biondo.
In ogni caso Alex era il migliore, vestito di tutto punto con la divisa della scuola, senza zaino nè altro, aveva fra le braccia un enorme -e quando dico enorme intendo veramente, veramente, enorme- peluche di un pesce azzurro che, ci avrei scommesso la vita, era un tonno.
"Che diavolo è quello?" chiedo ridendo come uno scemo, appena vedo Alex avanzare verso di noi?
Lui, offeso come non mai, mi sbatte quel suo pesce gigantesco sulla faccia, facendomi male.
"Questo -indica l'arma impropria, mentre io mi massaggio il naso- è un tonno gigante!"
"Menomale me lo hai detto!" dico io con sarcasmo, guadagnandomi un'altra frustata.
"Dove lo hai preso? In pescheria?" lo schernisce Billie, che viene attaccato dal pesce di Alex a sua volta.
Frank sbuffa e ci dice di smettere, togliendo dalle mani del ragazzo il tonno gigante.
"Andiamo o no?" chiede Lindsey, impaziente come sempre.
Io annuisco e li invito ad entrare nell'auto del cugino di Billie, come se fosse mia, che ci avrebbe portato nella radura, chiamiamola così, dove avremmo passato il weekend.

Fortunatamente l'auto del cugino di Billie, che nel caso vi interessi si chiama Raphael, è abbastanza grande per contenere tutti e otto con i nostri zaini enormi.
"Avete le tende?" ci chiede Raph, guardando con diffidenza gli zaini dei ragazzi.
"Ci ho pensato io -dico- ma dormiremo nei sacchi a pelo."
"Io non ho un sacco a pelo!" esclama Patrick sorridendo, come se avesse appena detto la cosa più divertente del mondo.
"Neanche io." dice Alex, abbracciando il tonno.
"Vorrá dire che voi due dormirete nella tenda."
Lindsey fa un colpo di tosse ed io sospiro: "Va bene! -dico- Voi tre."
Ancora più fortunatamente, il tempo era fantastico, c'era il sole, l'aria era tiepida e compagnia bella.
Siprospettavano due giornate molto divertenti.
"Senti un po' -dice Billie sporgendosi dal sedile anteriore del passeggero- ma quel tonno ce l'ha un nome?"
Alex guarda prima Billie e poi il tonno con un'espressione accigliata.
"Certo." dice poi, come se la cosa fosse scontata.
"E come si chiama?"
"Non ci interessa." sussurro io esasperato, dopo aver incontrato lo sguardo spazientito di Frank.
"Tonno."
Tutti ci voltiamo in silenzio verso Alex, certi di aver capito male.
"No aspetta... cosa?" chiede Brendon sistemandosi gli occhiali sul naso.
"Ho detto -ripete Alex- che il tonno si chiama Tonno."
Billie scoppia a ridere, mentre io mi batto una mano sulla fronte, è proprio senza speranze!
"Davvero hai chiamato un tonno Tonno?" chiede Lindsey stupita.
Alex annuisce allegramente e Patrick inizia ad accarezzare il suddetto tonno continuando a sussurrarne il nome, come se fosse posseduto.
"Sará una luuuunga giornata!" sospiro.

Dopo due lunghe ore di viaggio, siamo finalmente arrivati alla famosa radura fuori cittá, che era più che altro un grande prato verde pieno di alberi fitti, così fitti che era difficile vedere il cielo, e con un lago grande e pieno di pesci e uccelli vari.
Un bel posto, ecco.
Raphael ci aiuta a scaricare i nostri bagagli e poi ci saluta, dicendo che sarebbe venuto a prenderci domenica pomeriggio o giù di lì.
Così noi iniziamo a sistemare le nostre cose, a svuotare gli zaini e a prepararci psicologicamente per accendere un fuoco e a piantare la tenda per i tre deficenti che si erano scordati i sacchi a pelo.
"Qualcuno sa accendere un fuoco?" chiedo speranzoso guardandomi intorno.
Frank e Billie si erano sistemati sotto un albero e adesso stavano cercando di piantare la tenda come dei veri professionisti, mentre Patrick era giá sparito sulla sponda del lago con la sua canna da pesca, seguito da Alex e dal suo Tonno.
"Sei tu quello che va in campeggio ogni weekend." dice Lindsey sedendosi sull'erba davanti a me.
"Forse dovremmo prendere della legna." osserva Jamia, in un modo molto perspicace, vorrei ringraziarla per la sua intelligentissima e utilissima osservazione.
"Io so accendere il fuoco. -dice Brendon, spuntando a tradimento dietro le mie spalle- però dobbiamo cercare la legna adatta."
E così ci dividiamo in piccoli gruppi di ricerca e ci avventuriamo nel bosco per trovare "la legna adatta", come aveva detto Brendon, mentre le ragazze erano rimaste a piantare la tenda e compagnia bella.
"Dove la troviamo la legna nel bosco!" si lamenta Alex, aggrappandosi alla manica della mia felpa per non cadere.
"Beh non lo so, per terra forse?" dico io, col mio solito sarcasmo da quattro soldi.
"I rami cadono dagli alberi ogni tanto -dice Frank- e noi li raccogliamo per farci il fuoco."
"Come gli uomini primitivi!" esclama Alex tutto contento.
Giuro che se quel ragazzo fosse nato cane, sarebbe la creatura più felice dell'universo, dico davvero.
"Alex come va?" chiedo, cercando di parlare di qualcosa di più serio.
"Mh bene."
"Bene nel senso vorrei morire, o bene nel senso bene?"
"Ho detto ai signori Dwight dei miei veri genitori -dice abbassando lo sguardo- proprio prima di venire qua."
"E loro cos'hanno detto?" chiede Frank.
Alex si stringe nelle spalle e si aggrappa di nuovo alla mia manica per non cadere, è imbranato come non so cosa.
"Sono rimasti senza parole... credo che siano delusi di me."
"Ma cosa hai detto esattamente?"
"Che sono un assassino, che ho ucciso i miei genitori e che me ne andavo di casa."
Io e Frank ci blocchiamo impietriti come due statue, senza parole come dovevano essere rimasti i genitori di Alex.
"Ma sei pazzo!?" chiedo prendendolo per le spalle.
Lui abbassa lo sguardo.
Frank mi mette una mano sul braccio ed io lo lascio andare.
"Perchè lo hau fatto?" chiede Frank, passandogli dolcemente una mano fra i capelli.
"Perchè è la veritá. Sono un assassino."
Così dicendo ci oltrepassa e sparisce in mezzo agli alberi, io faccio per seguirlo ma Frank mi prende per il polso, dicendo che non potevam fare niente per lui, non adesso.

In ogni caso trovare della legna in un bosco non è così facile come sembra, ci abbiamo così tanto che, quando siamo tornati alla "base", il sole era quasi tramontato.
"Non credo che si sia ricordato quello che è successo esattamente." dico a Frank calciando un sasso, le braccia piene di legna secca.
Lui annuisce: "Forse, dovremmo dirglielo..."
"Non credo sia una buona idea -dico io- cosa potrebbe pensare se gli dicessimo che suo padre ha tentato di ucciderlo dando fuoco alla casa, dopo aver ucciso sua madre e se stesso?"
Frank sospira e si lascia cadere sul suo sacco a pelo rosso, che le ragazze avevano messo in cerchio con gli altri vicino alla tenda.
Patrick mi toglie la legna dalle braccia e aiuta Brendon a sistemarla sul mucchio, per accendere finalmente un falò, mentre io cerco il mio sacco a pelo.
"Sei qui Ger." dice Frank battendo una mano sul sacco blu che, con mio grande stupore, era vicino al suo.
"Alex dov'è?" mi chiede Billie sedendosi sul suo sacco accanto a me.
"Lá." dico indicando Alex che stava appunto tornando dal bosco.
Frank lo invita a sedersi sul suo sacco a pelo, dato che lui non ne aveva uno, fino a che non saremmo andati a dormire.
Brendon, nel frattempo, aveva acceso un bel fuoco caldo e noi, riuniti tutto intorno, iniziamo a raccontare terrificanti e stupide storie dell'orrore, tutte casualmente ambientate in quel bosco.
Dopo un po' Alex sbadiglia e tutti scoppiamo a ridere.
"Sará meglio andare a dormire." dice Jamia, lanciando uno sguardo fugace al cielo stellato.
Così tutti entrano nei propri sacchi a pelo, Brendon alimenta il fuoco e i tre deficenti di turno vanno nella tenda.
La quiete regna sovrana.

Billie russa.
Non credo ci sia cosa peggiore di dormire con Billie, dico davvero. E dire che russa è un complimento bello e buono, dato che il rumore che fa sembra quello di una trebbiatrice che ara il campo.
Sento Frank sospirare alla mia destra, non credo sia riuscito a chiudere occhio da quando Billie si è addormentato, e si gira verso di me, sorridendo tristemente.
"Vuoi dormire?" chiedo in un sussurro.
Lui annuisce e alllra io gli dico di alzarsi in silenzio e di seguirmi.
Conosco un posto in quel bosco che non è completamente coperto dai rami fitti degli alberi, che si aprono dando spazio ad un piccolo pezzo di cielo stellato.
"Non ci vedo niente." sussurra Frank avvicinando le labbra al mio orecchio.
Un brivido mi attraversa la spina dorsale.
"Sta tranquillo, siamo quasi arrivati."
Con la coda dell'occhio lo vedo allungare una mano verso di me, alla ricerca del mio corpo nascosto nel buio della notte.
Ridendo sommessamente gli circondo le spalle con un braccio e lo tiro verso di me, sentendo tutto il calore del suo corpo.
"Siamo arrivati!" annuncio.
Frank rimane a bocca aperta davanti all'immensita del cielo nero coperto da milioni e miliardi di piccoli punti luminosi.
"È... fantastico." mormora senza fiato.
Io sorrido e stendo i nostri sacchi a pelo uno di fianco all'altro: "Lo so." dico.
Frank ride e mi da una leggera spinta, facendomi quasi perdere l'equilibrio. Allora io lo spingo a mia volta e iniziamo a spingerci e a rincorrerci come dei bambini.
Frank inciampa sui suoi stessi piedi e cade a terra trascinandomi con se.
"Sembra proprio che abbia vinto." sussurro con un sorriso di sfida stampato sulle labbra.
Frank, disteso sotto di me, cerca di riprendere fiato e, nello stesso tempo, di ribaltare la situazione.
"È inutile che ti dimeni ragazzo! -dico avvicinandomi al suo orecchio- ormai sei mio."
Frank smette di lottare e mi guarda sorridendo.
All'improvviso mi rendo conto della situazione in cui mi sono cacciato, della serie che se non lo bacio adesso non lo farò mai più, e solo in quel momento mi accorgo di quanto forte mi stia battendo il cuore, come se volesse uscire dal petto.
"Fallo." sussurra lui, guardandomi con desiderio.
Tremando mi avvicino alle sue labbra e Frank, in un istante, annulla la distanza rimasta fra la nostre bocche.
Il suo profumo mi inebria, come se l'aria ormai non fosse più composta da ossigeno e dsi gas vari, ma solo dal buonissimo odore di Frank.
Mi lascio cadere sopra di lui, leggerermente, appoggiando la testa sul suo petto, pensando a quel bacio che per me era stato il primo in assoluto, ed era stato bellissimo, come assaggiare un pezzo di paradiso.
Frank mi bacia i capelli e ci passa la mano sopra ripetutamente.
E riamaniamo così, distesi sul manto di erba fresca, Frank che si addormenta lentamente con il braccio sopra le mie spae ed io che ascolto il suo cuore che batte nel silenzio della notte.
Solo le stelle ci sono testimoni.

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Salve salvino lettori lettrorini!
Questo capitolo dovrebbe essere molto Frerard e compagnia bella, avrei voluto postarlo tipo per San Valentino maaaa come dire... non l'avevo finito ecco ^-^"
Insomma! Finalmente si sono baciati e tutto va per il meglio eheh...
Per ora.
Okay ho detto abbastanza mi ritiro! :D
Quindi buon Non Valentino a tutti!! :3

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora