Piccioni dallo stomaco infinito

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Andare al parco mi deprime sempre un sacco, eppure ci vado lo stesso, infatti, anche adesso sono qua, seduto su una lurida panchina che un tempo doveva essere verde e guardo il grande, per così dire, lago attorno al quale c'è questo parco brutto e spoglio. Ci sono un sacco di anatre di ogni tipo nel lago, dico davvero, che magari c'è anche qualche specie protetta, o estinta, da qualche parte e qualcuno pagherebbe milioni per averla e potrei essere io a portargliela, diventerei ricco magari, l'unico problema è che non riuscirei a distinguere un'anatra da un'altra, perchè per me i pennuti sono tutti uguali.
Ma sto divagando.
Il vero motivo per il quale sono venuto al parco, non è certo per ammirare le anatre, e sicuramente neanche mi metto a chiedere ai passanti se sanno dove vanno quelle anatre quando è inverno, come il vecchio Holden. Insomma, sono qui perchè odio passare i pomeriggi a casa mia, con mio fratello e passare tutti i giorni a casa del cugino di Billie non è un cosa fattibile, quindi vengo al parco ed è veramente deprimente venire qua da solo, perchè sembra che tutti vengono qua in coppia, o a gruppi, come se quelli che vanno al parco da soli hanno scritto in fronte "appestato", o che so io. In ogni caso, sono seduto su questa panchina veramente brutta e sverniciata, che una volta doveva essere verde, e mi guardo intorno. C'è una coppia di fidanzati vecchio stile, di quelli che mangiano un cono gelato in due perchè è romantico, anche se secondo me è una cosa molto stupida, perchè alla fine neanche ne mangi tanto di gelato. Comunque lei è proprio carina, ha questi occhiali neri dalla montatura enorme che andavano tanto ai tempi del gelato condiviso; lui invece ha un maglia legata al collo e delle scarpe che le trovi solo ai negozi di antiquariato. Comunque sono molto carini, mi fanno quasi venire voglia di avere qualcuno con cui condividere un gelato, ma poi penso che per me è una cosa stupida e allora continuo a guardarmi intorno. C'è il tipico vecchietto che si offende se qualcuno lo chiama vecchietto, sta seduto su una panchina uguale alla mia e dá da mangiare a dei piccioni, o almeno credo siano piccioni, io non me ne intendo di volatili. Dicevo, c'è questo vecchietto, eccetera eccetera, che dá da mangiare a dei piccioni fino a che i poveretti in questione non scoppiano. Che poi io i piccioni li declasserei a forme di vita inferiore, voglio dire, passano la loro vita a rompere i coglioni a noi poveri cristiani e mangiano qualsiasi cosa il primo vecchietto di turno è disposto a lanciargli fino a scoppiare, sembra quasi che abbiano lo stomaco infinito o qualcosa di simile.
Sulla riva del lago c'è persino una specie di pontile in miniatura, senza barche attraccate però, lì c'è un ragazzino che pesca con un bastoncino mezzo rotto, di quelli che i cretini tirano ai cani per farseli riportare e magari il cane neanche va a prenderlo il bastone, se io fossi un cane non ci andrei a prenderlo, che se lo vada a prendere da solo, il cretino. Insomma c'è questo ragazzino, che pesca con questo bastoncino mezzo rotto ed io non so perchè decido di andare da lui, che mica voglio starci sempre da solo in questo schifo di parco, poi mi prendono davvero per appestato e divento uno di quei vecchietti che lanciano cibo ai piccioni dallo stomaco infinito.
"Cosa peschi?" chiedo, abbassandomi all'altezza del ragazzino, che era seduto sul pontile con le gambe penzoloni. Lui non mi risponde, neanche si volta a guardarmi.
"Ehi dico a te ragazzino."
Niente, provo a scuoterlo con una mano.
"Mi senti?"
Lui si volta lentamente, così lentamente che sembra quasi una tartaruga.
"Finalmente" dico "allora come ti chiami?"
"Sei uno stupratore?" mi chiede, con la faccia preoccupata.
"Cosa?"
"Mi vuoi stuprare?" nonostante la sua preoccupazione non si alza in piedi, rimane seduto, della serie che se fossi davvero uno stupratore lo avrei giá potuto prendere di peso e portarlo dietro a qualche cespuglio.
"Sei molto carino, dico davvero, ma no, non ti voglio stuprare."
Il ragazzino sorride in un modo un po', come dire, tonto ecco e si sposta un po' battendo la mano sul legno del pontile ed io mi siedo accanto a lui.
"Allora" dico "come ti chiami?"
"Patrick" dice, ha ancora quel sorrisetto ebete stampato in faccia e devo dire che nel complesso è davvero carino, togliendo la parte del ''mi vuoi stuprare'', sia chiaro.
"Io sono Gerard."
Devo trovare subito qualcosa di cui parlare, mi serve questo ragazzino, non voglio diventare un appestato, eccetera eccetera.
"Allora, hai preso niente?"
"Non ho le esche."
"Sei venuto a pescare senza esche?"
Per fortuna nessuno può sentire la nostra conversazione, penso di aver sbagliato persona per evitare di diventare uno degli appestati, non sono molto bravo con le persone io e poi neanche mi piace conoscere persone nuove. Micheal mi ha detto che devo iniziare a farlo ed io lo faccio, non perchè me l'ha detto mio fratello ma perchè è giusto così, non voglio finire a vivere da solo in una casa lercia, piena di gatti pulciosi.
"No, in realtá, non ero venuto per pescare" dice il ragazzino passandosi una mano fra i capelli biondi -in un certo senso lo invidio, mi sarebbe sempre piaciuto avere i capelli biondi- "poi ho visto questo legnetto con un filo attaccato e mi sono messo a pescare."
Ovviamente, chi non lo farebbe? Glielo dico.
"Ovviamente, chi non lo farebbe?"
"Non lo so, tu lo faresti?"
"Uhm no, non credo."
"Perchè?"
"Perchè lo trovo stupido, ecco."
"Forse hai ragione" dice stringendosi nelle spalle.
"Beh" dico alzandomi "mi ha fatto molto piacere parlare con te Patrick, ma adesso devo andare."
Lui annuisce e mi saluta, sventolando lentamente la mano, credetemi quando vi dico che quel ragazzo in realtá è una tartaruga, ed io me ne vado. Passo di nuovo davanti al vecchietto sulla panchina e penso che magari un giorno diventerò come lui lo stesso, anche se oggi non ero da solo al parco, invecchierò e passerò i pomeriggi da solo su una panchina a rimpiangere la mia vita. È in quel momento che decido che, se un giorno finirò lo stesso su una panchina ad abbandonarmi ai ricordi, voglio fare qualcosa di buono nella vita. Non dico di voler diventare presidente d'America o vattelapesca, dico solo che dovrei aiutare le persone che me lo chiedono, come Frank per esempio. Lo aiuterò ad entrare nella squadra di baseball, fosse anche l'ultima cosa che faccio, dopotutto qualcosa di bello a cui pensare mentre dò da mangiare ai piccioni con lo stomaco infinito devo averlo pure io, no?

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Welcome to the black parade

Saaaalve personcine (?)
Allora uhm è spuntato un Patrick un po' tonto e Gerard si è finalmente deciso a lasciare da parte il suo egoismo, a quanto pare.
E niente, rido, spero il capitolo vi sia piaciuto, as always, chiedo venia se fa schifo, se ci sono poche cose, anche perchè c'erano solo Gerard e Patrick...
Iiiiin ogni caso, votate, commentate ee niente addio
Ci vediamo nel prossimo capitolo
Ja matane! ( ͡° ͜ʖ ͡°)

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora