Le storie a volte sono vere

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Sto correndo ormai da circa un'ora, e ancora non ho trovato Alex da nessuna parte. Vorrei proprio sapere dove diavolo si è cacciato e, soprattutto, perchè non vuole farsi trovare da me. Quello che ho scoperto su di lui mi ha scosso nel profondo, voglio dire, ha avuto un'infanzia piuttosto movimentata. Ma la cosa che mi chiedo è come abbia fatto a sopravvivere per anni e compagnia bella, dopo che casa sua è bruciata per colpa del padre.
Sono quasi arrivato al parco, ho il fiato corto e una morsa allo stomaco che sta a indicare quanta fame abbia. Da quando ho lasciato gli altri saranno passate due ore e ancora nessuno mi ha chiamato, o almeno credo. Decido di fermarmi per riprendere fiato e controllare il telefono, magari Alex era tornato da loro ed era stato tutto uno stupido scherzo architettato da quel deficente di Billie. Tra le millemila chiamate perse non ne trovo neanche una di Alex, quindi sicuramente non è stato uno scherzo, è tutto vero ed io devo trovare quel ragazzino assolutamente.
"Gerard!"
Al suono del mio nome mi volto e vedo un Frank accaldato che corre verso di me, seguito da Billie e mio fratello Michael.
"Finalmente ti abbiamo trovato!" esclama Billie accasciandosi sulla mia spalla sinistra.
"Dov'è Alex?" mi chiede Michael.
"È quello che vorrei sapere anche io." dico sospirando.
"Gli altri se ne sono andati tutti a casa -dice Frank- ma noi non potevamo andarcene senza di te."
Per un momento mi dimentico di quello che è successo tra lui e Jamia, di Alex, dell'incendio, e mi ritrovo a sorridere alla dolcezza di quel ragazzo alto un metro e una palla da baseball.
"Cosa dobbiamo fare adesso?" mi chiede mio fratello, facendomi tornare coi piedi per terra.
"Ci dividiamo e continuiamo a cercare Alex."
"Ma cos'è successo? Perchè è scappato in quel modo?"
"Non è da lui..." dice Frank.
Io scuoto la testa, non c'è tempo per le spiegazioni.
"Adesso pensiamo a trovarlo, poi vi dirò cosa è successo. È una storia un po' triste, ma potrebbe finire bene se noi riusciamo a trovarlo in tempo."
"I-in tempo... per cosa?"
Prendo Frank per un braccio e ordino agli altri due di andare a cercare dalla parte opposta del parco, mentre io e Frank lo cercheremo dall'altra.
Ci accordiamo per trovarci di nuovo in quel punto tra un'ora, con o senza Alex, e partiamo alla ricerca un'altra volta.

"Mi potresti almeno dire perchè è scappato?"
Frank è decisamente esasperato, saranno almeno venti minuti che mi corre dietro cercando si estorcermi qualche informazione in più su Alex.
"Ha visto la casa e non lo so, non lo so davvero perchè è scappato."
"Non puoi non saperlo Ger!"
Mi fermo un attimo a guardarlo con un'espressione perplessa dipinta sul volto.
"Ger?"
Frank alza gli occhi al cielo e mi tira per un braccio, costringendomi a camminare.
"Si hai sentito bene! Ora raccontami cosa sai su di lui, Ger."
Sospiro e cedo alle sue lusinghe. Inizio a raccontargli dell'inseguimento e di Marlene, di come lei lo aveva riconosciuto e mi aveva poi raccontato tutta la storia di Alex, ed io la raccontai a Frank a mia volta, senza escludere nessun particolare.
"È terribile... -dice- è ancora più terribile della storia di Brendon!"
Io annuisco gravemente senza smettere di camminare.
"Ci sono cose che avrei voluto non venire mai a sapere." dico, riferendomi al padre di Alex.
Frank si blocca improvvisamente in mezzo alla strada, stendendo un braccio davanti a sè. Io lo seguo fino alla punta del suo dito e lo vedo.
Su una panchina davanti al cestino dei rifiuti c'è Alex.
"Avviciniamoci lentamente -dico- dobbiamo metterlo all'angolo, così che non possa scappare più."
Frank scuote la testa e si avvia con decisione verso il ragazzo seduto sulla panchina. Io gli vado dietro sussurandogli di fermarsi e di non farsi prendere dalla fretta, ma lui non sembra intenzionato a farlo.
Così arriviamo alle spalle di Alex, che non ci aveva neanche sentito arrivare, e Frank gli posa le mani sulle spalle, facendolo sobbalzare.
"Non osare scappare!" esclamo bloccandogli il passaggio.
Alex sposta lo sguardo da me a Frank, fermandosi a guardare me come se fossi la Morte in persona.
"Se vi state chiedendo perchè sono scappato, allora beh... non posso dirvelo!"
Io sospiro e mi avvicino a lui.
"So giá perchè sei scappato e adesso lo sa anche Frank, una gentile signora mi ha raccontato tutto."
Alex scuote la testa terrorizzato e quasi inciampa sul cestino dei rifiuti, rischiando di cadere.
"Tu non puoi saperlo..."
"Invece lo so Alex."
Lui continua ad allontanarsi ed io mi avvicino a lui sempre di più.
"No..."
"Alex puoi fidarti di noi, non ti farem-"
"VOI NON SAPETE NIENTE!"
Il suo urlo risuona nel silenzio attorno a noi e ciò che segue quell'esplosione di dolore, sembra la quiete dopo una tempesta. Lacrime di rabbia iniziano a scorrergli sulle guancie, senza che lui faccia un minimo sforzo per fermarle.
Il suo corpo oscilla impercettibilmente, come in balia del vento.
Riesco a fare un ultimo scatto verso di lui per prenderlo prima che cada.
Frank mi guarda con gli occhi pieni di lacrime e Alex finalmente si lascia andare.
Si aggrappa con le braccia alla mia schiena, affondando la faccia nell'incavo del mio collo.
Inizia a singhiozzare e a bagnare incredibilmente la mia povera felpa, ma adesso non ha importanza.
Voglio che si sfoghi, che si liberi di tutto il dolore che ha accumulato per anni dentro di sè e soprattutto che riesca a fidarsi finalmente di noi.

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora