Apocalisse

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"Non credo di voler entrare..."
Passo lo sguardo da Brendon in piedi al mio fianco, all'edificio spettrale che ho davanti agli occhi, più comunqmente chiamato clinica psichiatrica.
Ora, come ci sia finito Patrick in una clinica psichiatrica è un'enigma incredibilmente difficile, dato che ci vuole un po' di impegno per mandare tuo figlio in un manicomio, tipoche deve comportarsi come la bambina dell'Esorcista, non so se mi spiego.
Ma, dopotutto, raschiare il muro con le dita fino a perdere le unghie è una cosa piuttosto macabra, degna dei migliori cult horrror.
In ogni caso, quelli da rinchiudere dovremmo essere noi, che abbiamo avuto la malsana idea di venire a trovare quel biondo psicopatico in una clinica per psicopatici. Che poi l'idea neanche era stata mia, ma lasciamo perdere.
Come stavo dicendo, siamo davanti a questo spettrale edificio comunemente chiamato clinica psichiatrica e sembra proprio che Frank ha tutta l'aria di volerci entrare, mentre io, dal canto mio, preferirei di gran lunga farmi un giro al parco o vattelapesca.
Ma tanto alla fine entriamo lo stesso.
Niente da dire che l'interno è anche peggio dell'esterno, sembra di essere in ESP Fenomeni Paranormali, non so se avete presente il film, in ogni caso, il posto in cui mi trovo adesso sembra proprio il manicomio di Vancouver o dove diamine era.
Frank si avvicina al banco informazioni, perchè, strano ma vero, c'è un banco informazioni, e chiede all'infermiera, una ragazza di circa trent'anni che sembra un'ottantenne, se possiamo incontrare un paziente.
Dopo varie domande personali e compagnia bella, ci dice il piano e il corridoio in cui si trova la stanza di Patrick.
Così noi saliamo fino all'ultimo piano e camminiamo fino in fondo al corridoio, perchè la sua stanza non poteva certo trovarsi al piano terra ovviamente, devo faticare anche quando vado a trovare la gente all'ospedale.
Arrivati davanti alla porta, alzo il braccio e sbatto un paio di volte le nocche sulla porta.
"Chi è?"
La voce che proviene dall'altra parte della superficie di legno è flebile e roca, come se la persona a cui appartiene non parlasse da chissá quanto tempo.
Per un momento non lo avevo neanche riconosciuto.
"Sono Gerard -dico- Con Frank e Brendon."
Dopo un po' la porta si aprì leggermente, quel poco da lasciargli vedere chi c'era fuori e da lasciar vedere a noi il buio che regnava dentro la stanza.
Patrick apre del tutto la porta e ci lascia entrare, mentre cerca l'interruttore della luce sul muro e l'accende.
Davanti a noi c'è questo piccolo ragazzino biondo, magro ed emancipato, con la pelle pallida e scavata, gli occhi spenti e i capelli sfumati di bianco.
Un fantasma.
Brendon scoppia in lacrime e corre verso di lui, saltandogli addosso per abbracciarlo, ma lui non alza neanche le braccia per stringerlo a sua volta, come se non avesse più la forza per fare niente.
"Brendon lascialo..." mormora Frank, allontanandolo delicatamente da Patrick.
Vogliamo spiegazioni.

"Come stai?"
Patrick si siede sul bordo del letto e si stringe nelle spalle, lo sguardo perso in un punto dietro le nostre teste, nel cielo grigio che promette pioggia.
Noi ci guardiamo nervosamente l'un l'altro, non sapendo cosa dire o cosa fare.
Non sono mai stato così in imbarazzo in vita mia.
Ragazzi se sono imbarazzato!
"Ho sete." dice dopo tremila secoli di silenzio.
Brendon si offre di andare a prendergli qualcosa da bere al distributore automatico che aveva visto al piano terra e, dato che ha paura di perdersi, costringe Frank ad andare con lui.
Così io e Patrick siamo rimasti da soli.
Questo significa che adesso parlerá, lo so che non diceva niente solo perchè c'erano loro.
"Lei vuole uccidermi adesso."
"Bene -dico appoggiandomi al davanzale della finestra- Di bene in meglio."
"All'inizio voleva aiutarmi, te lo ricordi?"
Come potrei dimenticarmi di quando mi aveva detto di sua sorella morta la prima volta.
Annuisco.
"Poi lo ho detto a mia madre... e lei pensava fossi impazzito. Emma dice che ho fallito e che sono un fallito. Mi dice cose terribili, cose che un essere umano non dovrebbe sapere... Costantemente."
Guardo il colore spento dei suoi occhi e capisco che, anche se provassi, non potrei mai tirarlo fuori dal baratro in cui è sprofondato.
Adesso non so più cosa credere, sto iniziando a pensare che sia veramente pazzo, ecco tutto.
Magari è impazzito davvero e ha iniziato ad avere delle visioni che, a quanto pare, lo minacciano di morte.
Non so più cosa credere.
"Certe volte penso di essere solo, ma poi lei compare al mio fianco e mi dice che non mi lascerá mai andare, che non mi perdonerà mai per quello che ho fatto."
"Tu sai che sono soltanto voci." dico.
Lui mi guarda e capisce che ormai non gli credo più, poi un amaro sorriso gli affiora sulle labbra e si alza dal letto, dicendomi di allontanarmi il più possibile da lui.
"Esci da questa stanza."
Io non capisco e rimango fermo immobile, senza sapere cosa fare.
"Vattene Gerard!"
Il tono della sua voce è più alto e riesco a sentire la disperazione che ne fuoriesce.
Quando capisce che non mi muoverò di lì per niente al mondo mi spinge con una forza sovraumana, una forza che non gli appartiene e finisco contro il muro, sbattendo forte la testa.
"Ti avevo avvertito."
Adesso la sua voce è doppia, come se ci fossero più persone dentro di lui che stanno cercando di parlare nello stesso momento.
Si avvicina alla finestra e la spalanca, facendo entrare dentro la stanza una folata di vento.
Fuori il temporale imperversa e il rombo dei tuoni mi ferisce le orecchie.
Patrick si muove a scatti verso il davanzale, arrampicandosi sulla finestra fino a trovarsi in piedi sul cornicione, con le mani ancorate ai lati.
Io rimango immobile, lo sgiardo fisso sulla sua esile figura che minaccia di buttarsi di sotto.
Paralizzato.
La porta della stanza si spalanca e per colpa del riscontro il vento aumenta di intensitá e una miriade di fogli, poggiati sul comodino, iniziano a volare per la stanza con forza.
"PATRICK!"
Riconosco la voce di Brendon e lo vedo correre verso il ragazzo, mentre Frank si paralizza sul posto, senza sapere cosa fare.
Brendon è quasi arrivato da Patrick, quando una figura trasparente appare di fronte a lui e, alzando un braccio, lo fa volare verso il muro di fianco a me.
Il fantasma di Emma ha i vestiti e i capelli bagnati e gocciolanti, evidentemente perchè è morta cadendo da un pozzo nell'acqua, e i suoi occhi sono contornati da spesse occhiaie nere, mentre le labbra sono livide.
Mi alzo di scatto e mi precipito ad aiutare Brendon, perchè in fondo, che cavolo, dovrò fare qualcosa anche io no?
Insomma, c'è un cavolo di fantasma, perchè adesso sono sicuro al centouno per cento che sia un fantasma, che tenta di far buttare Patrick dall'ultimo piano di un manicomio; ed io me ne sto a terra come un deficente?
Credo proprio che non sia il caso, ecco.
Così alzo Brendon da terra e mi scaglio contro il fantasma, ma non per aggredirlo, sia chiaro, vorrei solo parlarle e sapere per quale motivo sta facendo tutto questo.
"Si può sapere che ti prende?!" urlo, devo urlare perchè fra il rombo dei tuoni, il rumore del vento e il pianto isterico di Patrick che non riesce a muoversi, non riesco a farmi sentire.
La bambina fantasma mi guarda e devo dire che la cosa è piuttosto inquietante, ma io non demordo e glielo chiedo un'altra volta, mentre sento Frank e Brendon da dietro che mi dicono di allontanarmi.
"Tu non puoi capire..." dice, la sua voce ha il suono delle unghie che raschiano una lavagna, sento le orecchie che quasi sanguinano dal dolore.
Un lampo illumina il cielo grigio e la luce salta.
Brendon strilla in preda al panico ed io indietreggio di colpo, cercando Frank.
Siamo al buio adesso.
"Smettila! Smettila ti prego!" le urla di Patrick sono soffocate dai singhiozzi violenti che gli scuotono il corpo.
La luce si riaccende con un altro scatto ed io mi ritrovo attaccato al muro con la mano della ragazzina spettrale stretta attorno al collo.
Il suo volto dai lineamenti delicati è contrito in un'espressione di rabbia e dolore.
Sta sfogando su di me la sua rabbia, come se fossi uno di quei sacchi usati dai pugili.
Gli occhi iniziano a bruciare e boccheggio per far entrare l'aria nei polmoni, ma con scarsi risultati.
Sento le urla di Frank, Brendon e Patrick atuttite, come se venissero da un luogo troppo lontano.
I polmoni bruciano ed io continuo a rantolare in cerca di aria, mentre la vista si offusca sempre di più.
Tutto diventa nero per un secondo e poi...
"EMMA ADESSO BASTA!"
La ragazza fantasma mi lascia andare ed io crollo a terra con le mani intorno al collo, cercando di far entrare più aria che posso nei polmoni. Sento le braccia di Frank che mi circondano e per un momento le lacrime mi scorrono senza controllo dagli occhi irritati.
"Emma adesso devi smetterla -dice la voce che prima ha urlato- Non ti rendi conto di quello che stai facendo?"
Frank mi aiuta ad alzarmi e vedo la mamma di Patrick che parla con Emma, urlando dalla soglia della porta per sovrastare il rumore del vento.
Sta piangendo.
Sta piangendo veramente tanto, non credo di aver mai visto qualcuno piangere così tanto in vita mia.
Emma si avvicina a lei con uno scatto e per un momento ho il terrore che possa provare ad uccidere anche lei, ma poi si ferma all'improvviso a pochi centimetri dal suo volto.
"Come hai potuto? -sibila, la voce sdoppiata e deformata.- Come hai potuto dimenticarmi?"
Brendon si aggrappa al mio braccio, anche lui sta piangendo.
"Mi dispiace tesoro, mi dispiace così tanto, ma noi siamo cambiati, come volevi tu e volevamo proteggere tuo fratello, perchè sapevamo quanto avrebbe sofferto se avesse saputo di te."
Il vento diminuisce leggermente, tanto da far smettere ai fogli di volare per la stanza e ai miei capelli di sbattermi su volto.
"Lui avrebbe dato la colpa a se stesso per quell'incidente, se gli avessimo raccontato tutto quanto... ma tu non volevi questo, non è vero Emma?"
Lei la guarda senza muoversi.
"Lo hai fatto per lui, te lo ricordi? -fa una pausa come se si aspettasse un si dalla ragazza- E adesso lui sta soffrendo per colpa tua, non riesci a vederlo? Vuoi forse che lui muoia?"
Emma scuote la testa leggermente.
"Io... io volevo soltanto che voi vi ricordaste di me..."
Il vento cessa in un istante e la pioggia smette di cadere, come se fosse stata lei a controllare il tempo per tutto questo tempo.
Vedo Patrick cadere all'indietro e subito corro da lui per soccorrerlo.
È svenuto.
"Lo so tesoro... lo so..." la voce le si incrina e scoppia di nuovo a piangere, mentre l'aspetto terrificante di Emma scompare, appena la madre la abbraccia.
Adesso sembra quasi una persona normale, con il vestito bianco asciutto e i capelli biondi che le ricadono dolcemente sulle spalle.
Piange disperatamente fra le braccia della madre, che piange a sua volta stringendola a se.
Nel frattempo noi tiriamo Patrick su da terra e lo sdraiamo delicatamente sul suo letto.
"Adesso che cosa succederá?" le chiede la madre.
Emma si allontana da lei e si volta verso di me, sorridendomi.
"Scusa per quellp che ho fatto..."
"Oh figurati, mi piace essere strangolato brutalmente dai fantasmi." dico con ironia.
Lei ride leggermente e scompare, per riapparire poi al fianco di Patrick.
"Scusa se ti ho fatto soffrire." dice, spostandogli i capelli dalla fronte.
"Addio mamma..." dice poi, apparendo al fianco della donna e dandole un bacio sulla guancia.
Poi si dissolve nell'aria.
Un raggio di sole penetra dalla finestra e illumina la stanza di una luce nuova, calda.
La donna si asciuga le lacrime e si scusa con noi per tutto quello che è successo, ci prega di non raccontare niente a nessuno, come se noi potessimo farlo, e ci chiede gentilmente di lasciarla sola con suo figlio.
"Questa volta però -dice- vi farò sapere come sta."

Il collo mi fa ancora male, mentre cammino, ma dopotutto devo dire che me la sono cavata piuttosto bene.
Brendon è molto sconvolto e io e Frank abbiamo dovuto accompagnarlo a casa e confortarlo continuamente, dicendogli che Patrick sarebbe sicuramente stato meglio e che tutto quanto, per quanto assurdo possa essere stato, era finito.
Questa volta per sempre.
Così mi sono ritrovato di nuovo da solo con Frank sulla strada verso casa, ma non ho più parole da dire che lui possa aver voglia di sentire.
Eppure si ferma, dove si ferma sempre quando ha bisogno di dirmi qualcosa di importante, all'angolo della strada, in modo da poter correre via dopo avermi detto quello che deve.
"Oggi hai rischiato di morire, insomma, sei quasi morto ed io non sapevo cosa fare, cioè, come posso spiegarmi... -si passa una mano sui capelli- Quello che è successo mi ha fatto capire quanto tu sia importante per me Gerard. Dico davvero, quando ti ho visto lì agonizzante non sapevo cosa fare, ero paralizzato e il cuore mi batteva forte... Per un momento ho creduto davvero di averti perso e ho pensato che la mia vita non avrebbe senso senza di te, non so se mi spiego. Tutto quello che è successo oggi è stato assurdo, voglio dire, un fantasma che tenta di uccidere Patrick e poi te, insomma, è assurdo. Ma non è questo il punto, il fatto è che ho bisogno di te Gerard. Ho davvero bisogno di te e non mi importa se sei un egoista e un ciarlatano, io ti amo lo stesso. Non credo che il mio discorso abbia molto senso, ma credo che tu abbia capito e-"
Non gli lascio il tempo di finere la frase, che subito mi avvento sulle sue labbra e lo bacio.
Lui ricambia ed io mi sento la persona più felice del mondo.
Neanche i fantasmi assassini possono separarci.
Io lo amo.
E lui ama me.
Non abbiamo bisogno di altro.

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ED ECCO QUA FINITA LA STORIA DI PATRICK!
(Spero vi sia piaciuta)
~Happy ending~
Tra un po' finirá tutta la storia in generale, si, anzi credo che il prossimo sará l'ultimo capitolo o comunque ci siamo vicini meheh.
Spero vi sia piaciuta l'atmosfera horror che ho cercato (inutilmente aggiungerei) di creare eeeeee niente!
Grazie di essere arrivati fino a qua e di aver letto tutta questa storia malata senza un senso concreto e apparente. E grazie per aver letto anche le os che ho pubblicato nella raccolta meheh... si
COMUNQUE (Me ne vado, si)
Se la storia vi è piaciuta potete lasciare un commento o semplicemente votare o comunque leggere (?)
Ci vediamo in un prossimo capitolo!
Love you all~

(Hello, c4miv4n it's me... no okay rido)

[È da un po' che volevo dirlo... MA VOGLIAMO PARLARE DELLA BELLISSIMA COPERTINA? Ceh è stupenda dai, con i fiori poi rido.]

Ikigai (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora