6.

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La sera, a letto, (quanto era comodo quel letto! Era matrimoniale e morbidissimo con i cusciti che istigavano al sonno) impiegai qualche minuto di troppo per addormentarmi. Mi vennero in mente quegli anni passati con Veggie e quanto mi era mancato.

Flashback.
"Hey amoreeee stasera viene un'amica a mangiare da noi, ha anche un figlio" era la voce di mia madre adottiva, avevo quattro anni e non mi interessva ancora se questo ragazzo fosse bello da impazzire o inguardabile, l'importante era che voleva giocare con me. Ma quando lo vidi la prima volta me ne innamorai. Quelle cotte che si hanno alle elementari, dove il giorno prima sai per certo che lo porterai all'altare e il giorno dopo non te lo fili più. Lui peró era più grande, aveva sette anni e non potevo mettermi con lui, sarebbe stato uno scoop enorme per i miei amichetti. Quella sera mi limitai a giocare con lui quindi. Gli mostrai la mia immensa distesa di peluche, ma lui si concentrò sul pallone abbandonato all'angolo della stanza. Lo prese tra i piedi e cominciò a palleggiare. A quel punto ero sicura, ME LO SAREI PORTATA ALL'ALTARE. Mi passò la palla e mi disse "tocca a te". Provai a palleggiare, ma lanciai il pallone facendo cadere una mensola di libri. "Che disastro" urlai portandomi le mani alla bocca. "Sei Selvaggia!" Disse lui aiutandomi a sistemare i libri.

Due giorni dopo ci incontrammo ancora al parco. "Selvaggiaaa!!" Sentii urlare. Da quel giorno era diventato il mio nome. Al contrario non mi ricordo come era nato il nome Veggie... ma lo chiamavo così perchè era un bel nome. Da quell'incontro iniziammo a vederci e giocare regolarmente.

Un giorno, tre anni dopo, venì a casa mia, pronunciando due parole con un significato enorme, ma che dette da un bimbo di 10 anni significavano tutto e niente. TI AMO. Mi diede un bacio sulla guancia e scappò via. Non lo rividi più. Mia mamma mi spiegò che si era trasferito in un'altra città. CHE STRONZO! NON MI AVEVA NEMMENO DATO IL NUMERO DELLA MADRE PER CHIAMARLO.

Mi addormentai.

"Ciao bella!" Lowlow entrò in camera mia tirando le tende della finestra. "Hai 2 ore per prepararti. Andiamo a una festa" "Che ore sono Low?" Dissi spiccicando le parole. "Le 6 del pomeriggio" QUANTO AVEVO DORMITO!?!?!? Lowlow uscì da camera mia. Ci misi meno del solito ad alzarmi dal letto. Presi l'intimo e entrai in bagno. Dopo una doccia veloce, uscii dal bagno. "Woo ciao bella!" Odiavo già quella voce... anche se aveva qualcosa di stupendo. "Che ci fai qui?" Dissi tornando in bagno cercando di coprirmi il più possibile con una salvietta. "Mi ha chiamato Low, vengo con voi alla festa" "E allora vai in camera sua, Sercho! Non nella mia!" Lo spinsi fuori cercando di non farmi sopraffare dalla tentazione di toccare quelle treccine e chiusi la porta a chiave. Ebbene si, ogni camera aveva il suo bagno personale. Amavo quella casa! Aprii l'armadio e optai per un vestito molto corto in pizzo nero e tacco 12. NUOVA CITTÀ, NUOVA VITA. Tornai in bagno a truccarmi ed ero pronta giusto in tempo per uscire. Era la mia prima festa e non vedevo l'ora. I ragazzi erano uno più bello dell'altro. Salii in macchina con Matteo, Giulio e Valerio, mentre Giorgio e Alison (mi aveva confessato Veggie che erano i veri nomi di Mostro e Goldie) erano in moto insieme.

Appena arrivai le luci e la musica mi sballarono come 30 litri di alcool tutti in una volta. Il mio vecchio amico mi trascinò in pista a ballare. Mi scatenai come non avevo mai fatto e alla terza canzone mi trovai labbra contro labbra con Vegas. Quando mi staccai mi sorrise e mi trascinò in un posto meno rumoroso dove riuscivamo a parlare. "Te lo dovevo da dieci anni" sorrisi, ma non risposi. Mi trovai di nuovo le sue labbra addosso, ma questa volta sentii qualcosa di umidiccio. Oddio era la sua lingua. Il mio primo fottutissimo bacio! Mi staccai di colpo. "Veggie, io ti voglio un bene dell'anima. Però..." cominciai io, ma lui mi anticipò "non sei innamorata di me." Mi dispiaceva un sacco. "Lo ero a 7 anni. Ma è passato così tanto tempo..." dissi cercando di spiegarmi. "Lo so, tranquilla. Anche io non sono più innamorato di te. Solo che ti avevo lasciato così da un giorno all'altro e pensavo di dovertelo" continuò lui. Non sapevo se fosse la verità o una semplice scusa, ma optai per la prima. In ogni modo lo abbracciai, gli presi il braccio e lo trascinai in pista come aveva fatto lui prima. Fu la serata più bella della mia vita, finalmente non dovevo preoccuparmi di niente.

Volevo postarlo domani... ma visto che inizia la scuola (almeno da me inizia domani) ho voluto scrivere per consolarci un po'. Buona scuola

Chi sei veramente? ||SerchoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora