VALERIO P.O.V.
Decisi di non seguire Giorgio, mi avrebbe visto piangere come un bambino. Stavo già piangendo quando lui era ancora lì, ma avevo bisogno di sfogarmi. Prima di andarsene mi tirò un pugno in faccia. Me lo ero meritato. Mi rifugiai nel casolare, andai in camera mia e preparai valigie; prima di partire feci una doccia veloce in modo che le lacrime si confondessero con le gocce d'acqua che mi arrivavano addosso. Non sapevo se fossero lacrime di gioia per il bambino, di rabbia per averla tradita o di disperazione per averla lasciata sola a sopportare tutto. Finita la doccia mi vestii e partii per tornare. Andai a casa di Giulio ma non erano lì, decisi di chiamare il suo migliore amico: Matteo. Scoprii che era tornato a Milano, ma sapeva comunque dove fosse Giulia: gli aveva mandato un messaggio dicendogli che era andata all'ospedale per la prima ecografia. Ero ancora in tempo per vederla.Arrivai all'ospedale e nel reparto di ginecologia vidi una donna con il pancione che aspettava di entrare. Pensai a come sarebbe stata la mia Giulia con il pancione. Mi vedevo lei che stirava i miei vestiti e io da uomo ingrato sdraiato sul divano s guardare la partita. La immaginavo esultare quando segnava il Milan con gli occhi puntati sullo schermo anche con il ferro da stiro in mano. Mi alzavo ed andavo ad abbracciarla baciandole la pancia diventata ormai un pallone da calcio. Mi immaginavo la lotta per scegliere il nome. Speravo fosse una femmina, l'avrei trattata come una principessa e la mia Giulia sarebbe diventata una regina. Mi avvicinai alla donna in dolce attesa. "Scusi, ha visto una ragazza molto magra con i capelli neri e gli occhi azzurri?" Chiesi in tutta fretta. "Sì, è appena entrata in quella stanza" mi indicò una porta più avanti sulla sinistra. "Grazie" le urlai felice dandole un bacio sulla guancia per l'emozione. "Sei il padre?" Quella parola mi spaventò, ma annuii orgogliosa. Tentai di entrare ma un'infermiera bassina cominciò a sbraitarmi contro che non potevo entrare. Alla fine vinsi sul suo metro e cinquanta e aprii la porta. In quell'istante mi assalì un pensiero. E se lei non mi volesse più? Quel pensiero fu scacciato dal metro e settanta di Giulia che mi saltò addosso.
GIULIA P.O.V.
Mi staccai da lui per tornare sul lettino e notai un livido sulla guancia di Valerio. Giorgio l'aveva picchiato. Guardai poi i volti dei miei amici: non erano molto felici di rivederlo. Sembravano una bamda di motociclisti pronti a menare un uomo d'affari che aveva parcheggiato nel posto sbagliato. Certo che la gravidanza mi dava alla testa; Sercho un uomo d'affari con tanto di cravatta e valigetta?! Mentre la dottoressa era uscita per prendere il necessario per l'ecografia la tensione si faceva sentire. "Cosa cazzo ci fai qui? Mica non volevi tornare?"chiese Giulio. "Ecco io..." cercò di cominciare Valerio, ma decisi di interromperlo. "Ragazzi ne parliamo dopo, ok? Possiamo fingere di essere tutti amici qui dentro? So che lo odiate per quello che ha fatto, ma è sempre il padre... e poi io lo amo". Sgranò gli occhi quando pronunciai le ultime parole e mi sorrise. Non erano molto d'accordo con la mia ramanzina, ma annuirono e sul loro volto ricomparve il sorriso quando sullo schermo apparve quella foto in bianco e nero. Un paio di lacrime mi rigarono il viso e una mano strinse forte la mia, alzai lo sguardo e vidi che anche Ser stava piangendo. Mi uscì una lieve risata quando lo vidi. La dottoressa ci congedò allungandoci le foto del l'ecografia. Una volta usciti dalla porta Valerio salutò la donna che sarebbe entrata dopo di noi e io le sorrisi. Sarei diventata così anche io. Non vedevo l'ora.I casini iniziarono quando dovetti salire in macchina. Valerio mi aprì la portiera e stavo per salire, ma Veggie mi fermò. "Lei torna con noi. Sarai anche il padre ma sei uno stronzo. L'hai abbandonata senza dirle niente. Perchè prima di scappare non le hai detto di averla tradita? Ti avrebbe perdonato e non l'avresti fatta soffrire così tanto". Lo sguardo di Valerio si abbassò. Lo guardai e con due dita gli sollevai il volto come a dirgli che non doveva vergognarsi. "Giulia... come cazzo fai a perdonarmi ancora? Hanno ragione. Vai con loro. Loro ci sono sempre stati, non ti hanno abbandonato". Iniziarono a parlare uno sull'altro e decisi di prendere la parola. "Odio Sercho con tutto il cuore. È uno stronzo insensibile." Il suo sgardo si spense, ma continuai. "Odio Ser Travis ancora di più perchè non è cosciente di quello che fa. Il problema è che amo Valerio. Lo amo più della mia stessa vita". Valerio mi baciò. Poi mi fece girare verso i miei amici abbracciandomi da dietro. Guardai Laura, si era commossa. "Ragazzi. Lasciatela andare con lui. Si amano, sono fatti l'uno per l'altra" disse con le lacrime agli occhi. Alison si avvicinò a Ser. "Falle del male e ti taglio quelle cazzo di palle e te le faccio mangiare!" Disse ringhiando e abbracciandomi. Giulio e Veggie si avvicinarono a me. "Verrai a trovarci però?" Mi chiese il primo. Risi e risposi. "Ma vi pare? Sarò da voi ogni pomeriggio! E poi stasera andiamo tutti al cinema." Eravamo tutti di nuovo amici.
Heyyy ❤ come vi pare questo capitolo? Visto così sembra quasi una fine ahahah ma racconterò ancora un po' anche se purtroppo siamo quasi alla fine [dovrebbero esserci le faccine che piangono ma non escono... quindi immaginatevele ahhaha]
Non pensiamo alle brutte notizie, ma a quelle belle... non ho ancora deciso se avranno un maschio o una femmina... quindi volevo sapere il vostro parere nei commenti... voi cosa preferireste?
Ps. Grazie ancora di leggere la mia ff. Vi amooo❤❤❤
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Chi sei veramente? ||Sercho
FanfictionUna semplice ragazza di 17 anni si trasferisce da Milano a Roma spinta dalla madre appena ritrovata che l'aveva abbandonata da piccola. Incontra subito due ragazzi. Lowlow e Sercho. Il primo dolce e amabile, il secondo sicuro di sè e capace di sping...