Carola fu svegliata da un raggio di luce che le illuminò il viso. Si alzó stiracchiandosi e si girò subito verso il letto di Gabriella: stava scrivendo su un pezzo di carta velocemente.
"Ehi Gabry... Che fai?" sussurró Carola per evitare di svegliare i loro due compagni di squadra.
"Sto scrivendo tutto quello che sappiamo in un biglietto, per Stefania. Dorme ancora, e deve sapere cosa succede."
"Fai bene. Allora... Andiamo?";
Le due ragazze si alzarono, e Gabriella si diresse verso Stefania, mettendole il bigliettino nella mano, facendo attenzione a non svegliarla. Aprirono e chiusero la porta delicatamente e si incamminarono verso quell'uffucio; aspettarono nascoste che il Signor Charles uscì, ed entrarono. Senza parlarsi tra di loro, iniziarono a rovistare fra i cassetti leggendo tutto quello che capitava; Carola ad un certo punto tirò fuori un volantino e lo porse a Gabriella:
"Ehi Gabry... Guarda quá!".
Gabriella lo prese e lo lesse velocemente, per poi fissare Carola con la bocca aperta dallo stupore.
"Questo è il volantino che ricevette mio papá. Pubblicizza Rainy Street. Ma... Quá dice che è un semplice college, con attivitá all'aperto, come calcetto, pallavolo ecc... In poche parole, hanno ingannato i nostri genitori!"
"Lo sapevo che c'era qualcosa non tornava!";
Gabriella si mise il volantino in tasca e continuarono la ricerca. Ad un certo punto Carola disse:
"Ehi Gabry, hai ancora la chiave?"
"È vero, la chiave!"
La tirò fuori dalla tasca, e iniziò a guardarsi intorno. C'era una porta vicino all'armadio, e le due ragazze di diressero verso di essa; Gabriella infilò la chiave, e capirono che era quella giusta. Le due ragazze si guardarono un pò spaventate, e aprirono: la stanza era vuota c'era solo un lettino al centro, coperto da un lenzuolo, e dei fogli attaccati alla parete. Andarono d'istinto verso il lettino, e capirono che sotto il lenzuolo c'era qualcosa, o meglio, qualcuno. Gabriella lo sollevó, e si tappó immediatamente naso e bocca, vedendo il cadavere di Giuliano. Carola si allontanò sussurrando:
"Mio Dio...".
Gabriella lo ricoprí, e si diresse verso i fogli sulla parete:
"Bah... ci sono scritti i nomi dei ragazzi e delle ragazze della squadra bianca e di quella nera, e sotto ogni nome c'è il simbolo che abbiamo".
Carola si avvicinó a Gabriella e disse:
"Quindi io il coltello?"
"Si, tu il coltello, io la pisto..." si interruppe.
"Che succede?" Le chiese Carola.
"Hai notato che quando parliamo facciamo svolazzare questo foglio?"
"E beh si scusa, il nostro fiato parlando lo fa muovere. Non c'è niente di strano..."
"Hai visto cosa c'è dietro il foglio?"
Senza aspettarsi una risposta, spostò il foglio con sù scritto "Carola", e ci trovò una sorta di cassaforte, ma senza lucchetto. Senza pensarci due volte la aprì, e ci trovò dentro un coltello; andò avanti, aprì la cassaforte dietro al suo foglio, e ci trovó una pistola; dentro quella di Stefania una corda, e così via...
"Lo sapevo!!!" Esclamò soddisfatta Gabriella. Carola la guardava perplessa.
"Non ho chiuso occhio sta notte per pensarci. Non ci hanno dato queste collane a caso. Sarebbero... Ehmmm... Il loro modo per farci fuori, diciamo. Ti sei accorta che ieri, alla punizione, dovevano uccidermi sparandomi? E io che simbolo ho sulla collana?"
Continuò, facendo capire tutto a Carola. Quest'ultima dopo pochi secondi esclamò:
"Si è vero! A me dovevano infilzarmi con un coltello!" E mostrò la collana a Gabriella. Le due ragazze si sorrisero compiaciute di aver risolto un "mistero"; capirono subito che dovevano tornare in stanza, e aggiornare Stefania dell'accaduto: uscirono dalla stanza, la chiusero a chiave, e si diressero verso il loro dormitorio. Sulla soglia della porta, c'era Stefania con aria molto preoccupata.
"Ragazze!! Eccovi finalmente!! È successo un disastro!!"