25: Forse amiche

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Stefania era diffidente, nonostante avesse ammesso di fidarsi. In fondo non le aveva mai parlato, sapeva a malapena il suo nome... Da dove veniva? Che cosa avevano fatto le famiglie di Carola e Gabriella? Stefania cercò di distrarsi, ascoltando il rumore dei loro passi sincronizzati. Non sapevano neanche dove stessero andando... Nord, Sud, Ovest, Est... Che importanza aveva? Erano spacciate ugualmente. Gabriella e Carola avevano lo stesso sguardo perso di Stefania, e probabilmente, i suoi stessi pensieri per la testa.
"I vostri genitori si conoscevano giá, vero?"
Domandò ad un certo punto Carla, rivolgendosi a Carola e Gabriella.
"Si. Le nostre due mamme andarono al liceo insieme, giusto?" Disse Gabriella chiedendo con lo sguardo conferma a Carola.
"Immagino conoscessero due ragazzi che facevano di cognome Stanna..."
"Ehmmm... Credo... Perchè? Ah si si aspetta si. Facevano la loro stessa sezione alle medie e per 3 anni al liceo. Carola, non erano quei tipi che gliene hanno fatte di ogni colore? Ahaha si perchè mi sembra che questi due tizi erano innamorati delle nostre mamme, ma loro li hanno rifiutati. E allora hanno iniziato a odiarle tipo..."
Le ragazze iniziarono a ridere innocentemente, quasi come se si fossero dimenticate della situazione. Non dovevano dimenticarsi che prima di tutto erano semplici ragazzine;
Carla continuò:
"Ehmmm... Quei due tizi sono i papá di Sofia e Miriam..."
Carola, Gabriella e Stefania la fissarono scioccate.
"Allora... Sarebbe questo il torto che hanno fatto alla loro famiglia? Un rifiuto adolescenziale?"
Chiese Carola irritata.
"A quanto pare... Ma mi sembra che i vostri genitori hanno rifiutato la loro amicizia per quasi tutta la vita. E qualche anno fa, ho sentito dirle, sono andate a chiederli scusa. E da lì si è scatenata la 'vendetta', per così dire".
"E HANNO DECISO DI AMMAZZARCI TUTTI?!"
Intervenne bruscamente Stefania. Carla fece capire che non ne poteva niente, e in fondo aveva ragione. Restarono per un pò in silenzio, poi Stefania iniziò a scherzare:
"Anche io in 5a elementare avevo un ragazzino che mi faceva il filo. Mi ricordo che era venuto sotto casa mia per farmi una sorta di serenata, e io li ho tirato un bicchiere d'acqua in testa... Poverino si è messo a piangere!"
"Ma nooo!! Ahahahaha"
"Traumatizzato a vita! Ahaha"
"Che crudele giá a quell'etá ahaha"
Iniziarono a ridere e scherzare le altre tre ragazze.
Forse quell'incubo aveva una fine... O almeno una tregua.

Il mistero di Rainy StreetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora