Capitolo 7

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« Ma cosa sta succedendo qui?»
La voce di Marcus rimbombò in tutta la sala e interruppe le nostre urla.
Non so come eravamo saliti sul ring. Io, appena mi ero accorta chi era stato a bagnarmi la faccia, mi ero alzata di scatto dalla poltrona e avevo cominciato a inseguirlo per tutta la palestra.
Non so cosa aveva quel ragazzo che non andava ma, trovava sempre il modo di farmi spazientare.
Quel Matthew Sullivan, per gli amici Matt non mi stava affatto simpatico.
Finalmente ero riuscita a prenderlo, l'avevo buttato a terra e lo avevo completamente bagnato con l'acqua che poco prima aveva usato contro di me.
In quel momento però fece irruzione nella sala Marcus. Aveva sentito tutte le mie grida e le mie imprecazioni contro quell'essere spregevole che si era guadagnato tutta la mia rabbia.
« Élodie - non era un buon segno se mi chiamava con il nome intero - vuoi spiegarmi che diavolo ci fai a cavalcioni su quel ragazzo?»
Oh merda! Mi ero fatta prendere talmente tanto dal nervoso che non mi ero neanche accorta di essere a cavalcioni su di Matt. Lui aveva le braccia lungo i suoi fianchi però avevamo a contatto quelle zone del corpo molto intime.
Mi alzai di scatto, non volevo stare un secondo di più in quella posizione.
« Non è quello che pensi.»
« Vorrei ben vedere se vi mettete a fare quelle cose proprio sul ring nella MIA palestra!»
La situazione si faceva complicata.
« Ha iniziato lui! - mi lamentai come una bambina indicando Matt - Io mi stavo riposando e lui mi ha bagnato la faccia con dell'acqua! Non potevo lasciarlo andare come se niente fosse.»
«Non voglio sentire scuse! A momenti arrivano gli altri e abbiamo tutto il ring bagnato!»
Era furioso. Non pensavo l'avesse presa così male, infondo era solo un po' d'acqua.
Era meglio non complicare la questione così mi tirai indietro.
« Scusami. Ma non preoccuparti Marcus, sistemo tutto io.»
« Sarà meglio e vedi di sbrigarti.» Detto questo tornò nel suo ufficio.
Si, c'era decisamente qualcosa che non andava. Non l'avevo mai visto così arrabbiato.
Mi diressi verso lo sgabuzzino, presi uno straccio e un secchio e tornai verso il ring. Passai lo straccio dove c'era l'acqua, strizzandolo nel secchio e asciugai come meglio potevo la superficie.
« Senti mi dispiace se ti ho messo nei casini con il tuo capo. - mi ero dimenticata di lui - Scusa davvero.»
Non ci potevo credere, lui che chiedeva scusa? Mi sembrava più il tipo che scappava quando era nei casini.
« Non ci credo! Tu che mi chiedi scusa?! Matthew Sullivan, per gli amici Matt ha anche un lato umano?»
Non sapevo perché ma mi piaceva prenderlo in giro.
« Oh ma dai! Stavo cercando di essere gentile e tu ti prendi gioco di me? Hai davvero ferito i miei sentimenti.»
Fece un broncio davvero carino e scoppiai a ridere.
« Tu avresti dei sentimenti?»
Annuì continuando a fare l'offeso.
« In questo caso ti sta bene così impari a svegliarmi mentre sto riposando.»
Gli feci la linguaccia come una bambina piccola.
Lui fece per dire qualcosa ma fu interrotto dai ragazzi che venivano ad allenarsi.
« Ehi Élodie!» mi salutò uno di loro.
« Ciao Remi!» dissi anch'io.
« Ho saputo che adesso lavori qui, sarai tu a tenere a bada questi vecchi ceffi allora?»
Mentre parlava indicò gli altri.
Remi mi era sempre stato simpatico. Non parlavamo spesso ma quando lo facevamo non mi pesava molto.
« Ahahah è già! Credo proprio di sì. - lo guardai - Hai visto Marcus di là per caso?»
« No, di solito ci aspetta sulla porta del suo ufficio ma oggi non c'era. È successo qualcosa?»
« Non lo so, mi è sembrato molto agitato. Penso che dopo andrò a parlargli.»
Remi annuì e lo lasciai andare ad allenarsi.
«Attenzione attenzione, la nostra Élodie ha dei giganti come amici! Devo stare attento a quello che faccio»
Raccolsi il secchio e lo straccio e andai verso lo sgabuzzino.
« Primo non siamo amici, solo conoscenti, viene in palestra da quando ci vengo anch'io - dissi alzando un dito - e secondo tu non ce l'hai una vita fuori da qui? Non hai niente di meglio da fare che stressarmi?»
Mi girai e lo guardai aspettando una sua risposta.
« A che ora finisci di lavorare?»
Mi feci spazio e me ne andai, con lui era tempo sprecato. Non riusciva a parlare seriamente.
« Non te l'hanno mai detto che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?»
Non fiatò.
« Basta lasciamo stare! - dissi - senti io ho da fare quindi è meglio che te ne vai e mi lasci lavorare in pace.»
Continuò a non dire niente ma mi seguì per tutto il tempo. Andai verso il corridoio principale, raccolsi la sua sacca da terra e mi diressi verso la porta. La spalancai, spinsi fuori Matt per le spalle e gli lanciai il borsone.
« Ci vediamo Mercoledì, buona serata»
Detto questo chiusi la porta senza aspettare una sua risposta e tornai nella sala.

Erano le 22. Ero arrivata alla fine del turno sana e salva. Ce l'avevo fatta.
I ragazzi se n'erano andati via mezz'ora prima della chiusura e io avevo già pulito tutto.
Avevo il mio borsone a tracolla pronta a tornare a casa.
Dovevo ancora parlare con Marcus ma non ero abbastanza in forze per affrontarlo così decisi che gli avrei parlato il giorno dopo.
« Io ho finito, vado a casa! Ci vediamo domani ok?» dissi sulla porta del suo ufficio.
« Si Élo, stai attenta mi raccomando.» Me lo diceva ogni volta, io annuii e uscii.
« Aspetta! - disse ancora - Scusa se ho urlato prima, solo che sono un po' sotto stress in questo periodo e... »
Non lo lasciai finire.
« Non ti preoccupare! Adesso sono stanca, se vuoi ne parliamo domani?»
Annuì e disse.
« Mi fa piacere che adesso ridi di nuovo. Ho sentito prima con quel ragazzo che ti sei lasciata andare una risata. Meriti di essere di nuovo felice. A domani.»
Non feci in tempo a rispondere che era già sparito dentro al suo ufficio.
Il giorno dopo avrei dovuto assolutamente parlargli, non volevo si facesse idee sbagliate. E con Matt invece avrei dovuto fare più attenzione, non potevo permettermi amicizie che non sarei stata in grado di mantenere.
Cinque anni prima mi ero fatta una promessa, l'avevo mantenuta fino a questo giorno e non volevo mancarmi di parola.
Avrei continuato a tenere tutti lontani da me a qualsiasi costo e per nulla al mondo avrei abbassato le difese.
Per questa ragione, quello che era successo oggi con Matt non doveva più succedere, mi ero lasciata già troppo andare e non andava bene.
Uscii dalla porta della palestra stanca morta. Riuscivo a reggermi in piedi a malapena e avevo una voglia matta di buttarmi sul mio morbido letto. Mi incamminai verso casa alla velocità di un bradipo. Feci due passi ma qualcosa mi bloccò. Avevo sentito dei rumori alle mie spalle, di solito non c'era mai nessuno per quella strada.
Mi girai di scatto e mi misi subito in allerta.
Non ci misi molto a capire chi fosse e abbassai il mio livello di attenzione.
« Cosa ci fai qui a quest'ora?» chiesi.

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