Capitolo 66

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« Cosa ci fate voi qui?» chiese Steven appena aprì la porta.
« Tyler è in casa?» chiesi rispondendo indirettamente alla sua domanda.
Si fece da parte e ci fece entrare in casa. Mi guardai un po' attorno e subito capii il perché ci fosse silenzio.
C'era una partita di football alla televisione ed erano tutti e tre seduti sul divano a guardare lo schermo con ciascuno una bottiglia di birra in mano.
« Chi era Steve?» chiese Pet senza spostare lo sguardo verso di noi.
Avevo tenuto gli occhi fissi su Tyler e mi stavo torturando le mani dall'ansia di parlargli. Subito dopo si girò verso di me e i suoi occhi si incontrarono con i miei. Il suo sguardo divenne subito preoccupato e il mio sorriso per cercare di fargli capire che andava tutto bene non funzionò per rassicurarlo. Si alzò subito dalla sua postazione e venne verso di me.
« Non mi avevi detto che passavi.- disse guardandomi e poi guardando Bea- che passavate.»
« Ho deciso all'ultimo. Volevo chiederti una cosa e non volevo farlo per messaggio.» risposi.
Annuì prendendomi per mano e andando verso la cucina.
« Fai come se fossi a casa tua Bea.» urlò alla mia amica prima di chiudere a chiave la porta della stanza in cui mi aveva portata.
Si appoggiò al piano della cucina per poi darmi tutta la sua attenzione.
« Ti ascolto.» disse.
Era serio e probabilmente pensava che ciò che dovevo dirgli fosse una questione di vita o di morte.
Mi presi il labbro inferiore tra i denti cercando di formulare una frase di senso compiuto nella mia testa, ma proprio non ci riuscivo.
« Anzi no, aspetta.»
Alzai gli occhi, che poco prima avevo abbassato sul pavimento, nella sua direzione e me lo ritrovai davanti.
Fece tutto lui, fu tutto troppo rapido perché io potessi reagire.
Prese il mio viso tra le mani e mi baciò approfondendo subito il bacio visto che io non opponevo resistenza.
Prima di allontanarsi dal mio viso e dalla mia bocca mi prese il labbro che poco prima tenevo io tra i denti e lo tirò.
« Non riesco a stare concentrato se fai così. Solo io posso morsicartelo.» disse appoggiando la fronte contro la mia.
Rilasciai l'aria che avevo trattenuto senza neanche accorgermene e lo fissai negli occhi.
Aveva una scintilla di divertimento e aveva lo sguardo di uno che sapeva quello che faceva. Io a differenza sua mi sentivo fragile e avevo paura di quello che avrebbe potuto dirmi di lì a poco.
« Dimmi cosa ti preoccupa.» sussurrò.
I suoi occhi erano rilassanti, il verde emetteva tranquillità e lo sguardo dolce e rassicurante faceva un ottimo lavoro per calmarmi.
« Volevo presentarti Alice.» dissi tutto d'un fiato.
Lo vidi spalancare gli occhi, probabilmente non se lo aspettava e ne rimase stupito.
« Se non vuoi fa niente, non devi sentirti in obbligo.» mi affrettai a chiarire.
Il suo sguardo cambiò di nuovo e da sorpreso divenne dubbioso.
« Cosa ti fa pensare che non voglia? Mi sembrava solo strano che tu volessi spingerti già così avanti, ma a me va benissimo, non vedo l'ora di conoscerla.» rispose sorridendo e prendendo le mie mani tra le sue.
« Bene, ne sarà felice anche lei.» annuì.
« Quando?» chiese a quel punto.
« Pensavo la vigilia di Natale visto che noi siamo da sole, ma se hai altri programmi posso anticipare o posticipare. Dimmi tu.» conclusi.
Adesso che mi aveva dato una risposta ero molto più tranquilla e riuscivo a formulare frasi di senso compiuto senza avere la voce che tremava.
« Vuoi davvero che venga alla vigilia di Natale?» chiese ancora più sorpreso di prima.
Annuii titubante e il mio umore cambiò di nuovo e tornai ansiosa.
« Ok.» rispose dopo averci pensato un po'.
Un enorme peso se ne era andato da sopra le mie spalle e un sorriso mi si aprì in volto. Gli avvolsi le braccia intorno al collo e mi avvicinai, per quanto fosse possibile, ancora di più a lui. Feci scontrare le nostra labbra in un leggero bacio e, prima che potesse approfondire il contatto, mi allontanai.
Lui mi guardò sorpreso e poi incrociò le braccia al petto.
« Cosa vuoi per Natale?» chiesi sedendomi su uno sgabello.
« Te l'ho già detto, ho tutto quello di cui ho bisogno proprio davanti a me, non devi regalarmi nulla.» disse avvicinandosi.
« Sai che te lo faccio comunque quindi dammi un indizio.» risposi imitando la sua posizione e incrociando le braccia sotto il seno.
Scosse le testa e appoggiò le mani sulle mie spalle.
« È meglio se torniamo di là, Bea potrebbe avere bisogno di compagnia.» disse prima di avvicinarsi a me per baciarmi.
Ancora una volta però mi allontanai prima che potesse riuscire nel suo intento ed uscii dalla cucina.
In salotto c'era silenzio, si sentiva solo il rumore della tv in sottofondo. I ragazzi erano tutti nella stessa posizione di prima e Bea li guardava annoiata mentre era seduta sulla poltrona con una bottiglia di birra in mano.
Vedevo che ogni tanto Peter si guardava verso di lei e la osservava. Sembrava volesse dirle qualcosa, ma ogni volta che apriva bocca ci ripensava.
Mi sentii tirare da dietro prima che potessi far notare agli altri la mia presenza. Riuscii a trattenere un urletto e, in pochi secondi mi ritrovai con le spalle al muro.
« Guai a te se provi a scappare ancora una volta.» disse Tyler con un piccolo tocco di divertimento nella voce.
Stavo per rispondere, ma la mia bocca venne catturata dalla sua e tutte le parole che avevo in mente di dire furono dimenticate.
Gli misi le mani nei capelli e li tirai leggermente. Lo sentii mugolare ancora sulle mie labbra e sorrisi al pensiero di quello che riuscivo a fargli provare.
Si staccò da me per riprendere fiato e prima di farlo allontanare definitivamente gli lasciai un altro bacio a fior di labbra.
« Sta sera vieni da me?» chiese allontanandosi per raggiungere gli altri.
« No, devo studiare. Forse domani.» risposi.
Lo vidi annuire e forse ci rimase anche un po' male, ma era la verità dovevo concentrarmi sullo studio quella sera perché era da molto che non facevo più nulla a casa.
« Mi raccomando, non siate troppo di compagnia.» disse Tyler entrando in salotto e tirando uno schiaffo in testa a Peter.
Quasi mi spaventai quando invece di rispondere a Tyler, quei tre ragazzi si alzarono di scatto dal divano esultando.
« Ok, noi andiamo.» dissi al mio ragazzo vendendo quella scena.
« Volete un passaggio?» ci chiese.
Scossi la testa, non volevo farlo uscire di casa solo per accompagnarmi.
« No, prendiamo un bus. Grazie.» risposi prima di baciarlo per salutarlo.
Riprendemmo tutte le nostre borse e uscimmo di casa.
« Allora?» mi chiese Bea mente percorrevamo la strada verso la più vicina fermata dell'autobus.
« Ha detto di sì, ma non mi vuole dire cosa vuole per Natale.»
La mia amica scoppiò in una fragorosa risata è mi guardò.
« È ovvio che non ti avrebbe detto nulla riguardo il regalo.»
La guardai male perché sapevo che aveva ragione, ma non volevo ammetterlo.
« Tu piuttosto devi raccontarmi cosa sta succedendo tra te e Pet.» dissi spingendola leggermente con la spalla.
La vidi diventare leggermente rossa e abbassare lo sguardo, ma quando parlò mi bloccai sul posto pensando di non aver capito bene.
« L'ho baciato e me ne sono pentita.»
« Cos'hai fatto?» chiesi incredula.
« Non è stata tutta colpa mia. Insomma il mio gesto è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.» mi guardò chiedendomi supporto, ma non sapevo cosa fare.
« Com'è successo?»
« Mi stava accompagnando a casa dopo la scuola come faceva tutti i giorni e stavamo parlando del ragazzo e della ragazza perfetti. Non so come mai, ma stavamo parlando di quello e quando gli chiesi come era la sua cominciò a trascinarmi nel suo vortice.» disse gesticolando.
« Vai al punto.» risposi impaziente guadagnandomi una sua occhiataccia.
« È divertente, un po' irascibile, parla moltissimo, ma starei ore ad ascoltarla. Ha i capelli biondi, due magnifici oggi azzurri che ogni volta che mi guardano mi fanno perdere il controllo del mio cuore. Ora prova a dire che non è stata colpa sua e giuro che ti picchio.» rispose alzandosi dalla panchina su cui ci eravamo sedute visto che stava arrivando l'autobus.
« Sei tu quella che si è pentita.» dissi.
« È lui che ha appoggiato la mano sulla mia guancia e guardandomi negli occhi mi ha detto che era davvero un peccato che quella ragazza non voleva ciò che desiderava lui.» disse senza smettere di muovere le mani in modo frenetico.
« Perché l'hai baciato?» chiesi sedendomi accanto a lei sull'autobus.
« Io non lo so. Nessuno mi aveva mai detto quelle cose e non è la prima volta che mi fa capire che gli piaccio. Diciamo che non riesco a rimanerne indifferente.» sbuffò.
Annuii riflettendo su ciò che mi aveva detto.
« Lui se ne stava andando, io l'ho preso per mano e l'ho baciato. Non mi ha respinta sebbene sapesse che non contraccambiavo ciò che provava lui. Poi però mi sono accorta di quello che stavo facendo e mi sono allontanata bruscamente chiedendogli scusa.» finì.
« Cosa pensi di fare adesso?» chiesi.
« Non ne ho idea. Sono due giorni che lo evito ed elimino i suoi messaggi senza leggerli. Mi piaceva come eravamo diventati uniti e mi manca, ma non voglio farlo soffrire.»
« Forse non te ne sei resa conto, ma non siete fatti per rimanere amici. Si vede da lontano che c'è sintonia tra di voi e l'hai capito pure tu, altrimenti non lo avresti baciato. Ora devi solo prendere una decisione o lo lasci andare o cerchi di rimediare al danno fatto. Ricordati però che lui si merita una spiegazione.» dissi.
Si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, se fosse stato possibile, avrei potuto sentire i meccanismi del suo cervello lavorare.
Ad un certo punto si girò di nuovo verso di me ed annuì.
« Gli parlerò e gli chiederò scusa, ma non so ancora se voglio buttarmi in una storia con lui.» disse sospirando.
Le dissi di pensarci e, prima di dividerci, la rassicurai dicendole che avrebbe fatto la scelta migliore per tutti e due.
« Tu non vuoi innamorarti, vuoi qualcuno che ti faccia innamorare. Pet ce la sta facendo e, anche se non vuoi ammetterlo a te stessa, ti piace. Ci vediamo domani.»
La vidi irrigidirsi e sorrisi.
Dopo averla abbracciata mi incamminai verso casa lasciandola lì in mezzo al marciapiede da sola a pensare.

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