Capitolo 51

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« Allora, vuoi dirmi perché sei qui?» chiese.
Ci eravamo coricati sul letto e io ero appoggiata al suo petto.
« Dovevo chiarire con te.» risposi.
Cominciò ad accarezzarmi la schiena facendo piccoli cerchi.
« Solo per quello?» chiese.
Annuii e sentii Tyler rilasciare un respiro.
« Rimani con me sta notte?» chiese ancora.
Mi irrigidii. Dormire con lui? non ci avevo pensato. Pensavo di andare da lui parlargli e poi... poi tornare a casa?
Non potevo restare, avrei sicuramente avuto di nuovo gli incubi e lui non poteva vedere quella parte di me.
Oh Cazzo, e come glielo avrei detto.
"Non posso, sai ho gli incubi e magrai potresti farti troppe domande."
Dovevo calmarmi, allarmarmi non serviva a niente.
« Ehi, rilassati. Te l'ho solo chiesto, se non vuoi ti riporto a casa.» disse tranquillamente.
Alzai lo sguardo per guardarlo dritto negli occhi. Era tranquillo, come se per lui non facesse differenza avermi lì o no quella notte, vedevo che non voleva mettermi pressioni, ma intravedevo anche un pizzico di speranza nel suo sguardo.
No, non potevo dormire con lui. Assolutamente no!
Continuavo a ripertemelo, ma dalla mia bocca uscì tutt'altro.
« Se a te non dispiace resto.» sorrisi.
Cosa? Cosa avevo appena detto?
Lui annuì e sorrise.
« Come facevi a sapere dove abitavo?» chiese.
Tornai a guardare il soffitto e sorridendo risposi.
« Non lo sapevo, Pet me l'ha detto.»
In fondo ero contenta di aver accettato di dormire con lui.
Continuammo a parlare ancora per molto, poi quando lui si alzò per andare in bagno io mi tolsi i leggins e la felpa per rimanere con il mio "pigiama", visto che quando ero uscita di casa non me l'ero tolto.
« Sarà una lunga notte.» disse appena uscì da bagno.
Alzai gli occhi al cielo, ma non dissi nulla anche perché ero diventata leggermente rossa.
Mi girai verso il comodino per posare la mia collana e, quando mi voltai di nuovo, mi ritrovai Tyler davanti.
« Che fai?» chiesi leggermente in imbarazzo.
Lui appoggiò le mani sui miei fianchi e mi fece cadere con la schiena sul letto. Si posizionò sopra di me e, in men che non si dica, le sue labbra furono sulle mie. Era un bacio tutt'altro che dolce, non mi aveva mai baciata così. Forse si rese conto della troppa violenza che ci aveva messo perché rallentò leggermente. Quando si staccò da me mi lasciò ancora un bacio sul naso e poi rispose alla mia domanda.
« Ti ho dato la buonanotte.»
Si alzò di nuovo dal letto per raggiungere la sua parte. Sorrisi come un'idiota, ma non ci potevo fare nulla, era l'effetto che mi faceva Tyler.
Lo osservai spegnere la luce e raggiungermi.
Si era tolto la maglietta e, inutile dire che aveva degli addominali scolpiti. Continuai a sorridere pensando che era mio.
Quando si coricò al mio fianco, mi prese per la vita e mi tirò a sé.
Avevo la schiena contro al suo petto e sentivo il suo cuore battere.
« 'Notte Tyler.» dissi.
« Buonanotte Élo, sognami.» rispose.
Per quanto fosse possibile, dopo questa sua affermazione, sorrisi ancora di più e probabilmente lui se ne accorse.
« Non penso di averti mai vista sorridere così a lungo.» rise.
Fortunatamente il buio non gli fece vedere il colore delle mie guance ormai rosse.
« Dormi Tyler.» dissi.
Mi addormentai subito, con la sua risata che riecheggiava nelle mie orecchie. Speravo che quella notte gli incubi mi dessero una tregua anche perché lì, tra le braccia del mio ragazzo, mi sentivo al sicuro.

« No, non andartene!» urlai.
Non poteva succedere di nuovo, non due volte nella stessa notte.
« Ti prego, non andartene.» Urlai piangendo.
Se ne stava andando, era troppo tardi non potevo più fermarlo.
Perché ogni volta faceva sempre più male?
Vedere la morte di David tutte le notti non bastava? No, dovevo anche guardare Tyler abbandonarmi a me stessa.
Continuai a piangere come ogni volta per quelle che mi sembrarono ore, ma quella sera qualcosa, o meglio qualcuno, mi svegliò subito.
Aprii gli occhi di scatto, ero in una casa che non conoscevo. Guardai poi quel ragazzo accovacciato davanti a me: Tyler.
Merda, ero a casa sua e avevo di nuovo avuto gli incubi.
Questo significava che... lui mi aveva vista in preda a uno di essi.
Come se mi avesse spaventato, mi allontanai da lui sbattendo di conseguenza la schiena al muro.
Lo guardavo terrorizzata, come un animale selvatico che vede i fari di un auto. Avevo paura, estremamente paura di quello che aveva potuto sentire o capire.
Cercò di avvicinarsi, ma io mi ritrassi ancora e mi alzai da terra.
Andai in bagno e mi chiusi dentro. Appena la porta si chiuse alle mie spalle mi lasciai scivolare contro di essa.
Dovevo mettere in ordine i pensieri.
Sapevo che c'era una possibilità che Tyler scoprisse dei miei incubi, ma speravo non succedesse e non mi ero preparata psicologicamente ad affrontare questo discorso con lui. Speravo veramente che quella notte non avrei di nuovo dovuto affrontarli.
Mi alzai da terra e andai a guardarmi allo specchio. Ero in uno stato pietoso. I capelli non avevano più un senso e le occhiaie che avevo intorno agli occhi non se ne sarebbero andate facilmente.
Presi un respiro profondo e, pronta ad affrontare Tyler, uscii dal bagno.
Come mi aspettavo, lo trovai seduto sul letto che fissava la porta e aspettava che uscissi. Quello che non mi immaginavo successe subito dopo. Infatti, al contrario di ciò che credevo, non fece domande, ma alzandosi velocemente dal letto, mi strinse in un abbraccio che, per me, valse più di ogni altra cosa.
Per la prima volta dopo tanti anni, mi lasciai andare e cominciai a piangere davanti a qualcuno, lasciandomi consolare.
« L'unica cosa che devi fare è sfogarti, chiudi gli occhi e piangi, non tenerti tutto dentro, dopo starai meglio.» mi sussurrò all'orecchio Tyler.
Lo strinsi forte a me e cominciai a singhiozzare come una bambina.
Non era mia intenzione piangere una volta uscita dal bagno, ma la sua espressione mi aveva completamente colta alla sprovvista. Non mi aveva guardato provando pena verso di me e verso tutti i miei problemi, ma al contrario era come se capisse ciò che provavo e volesse aiutarmi.
Mi lasciai cullare dal movimento circolare delle sue mani sulla mia schiena e mi beai dei suoi sussurri. Non capivo cosa stesse dicendo, ma il tono che usava mi trasmetteva calma e serenità così smisi anche di piangere.
Non so per quanto restai in quella posizione, tra le braccia del mio ragazzo, ma quando alzai lo sguardo verso di lui rimasi sorpresa da tutta la pazienza che aveva avuto. Aveva un sorriso di conforto sulle labbra e mi guardava con fare protettivo.
« Vuoi parlarne?» bisbigliò.
« No, ma devo» risposi con voce roca.
Lui annuì e, quando pensavo che ci saremmo seduti sul letto, mi stupì di nuovo. Avvicinò le sue labbra alle mie e mi baciò dandomi conforto. Quando si staccò da me appoggiò la fronte sulla mia e disse.
« Sai che non sei obbligata, se non sei pronta lo capisco. Io ti aspetterò.»
Lo guardai non capendo da dove potesse uscire tutta quella dolcezza da un uomo così grande e spesso sulle sue, ma quando realizzai che era così solo con me mi convinsi che potevo raccontarglielo, forse non tutto in quel momento, ma avevo bisogno di scaricare le mie paure. E forse la persona migliore di tutte era proprio quella di fronte a me. Stavo cominciando a fidarmi sempre di più del mio ragazzo e ormai ero arrivata ad un punto in cui potevo permettermi di raccontargli certe cose.
« Voglio.» sorrisi prendendolo per mano e accomodandomi sul letto con Tyler al mio fianco.
Pensai che sarebbe stata una nottata lunga, ma che dopo sicuramente sarei stata meglio.

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