Capitolo 36

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Prima o poi il mio cervello si sarebbe fuso.
Non avevo mai pensato così tanto in tutta la mia vita come quel giorno. Inutile dire cos'era, o meglio chi era, il centro dei miei pensieri.
Purtroppo per me non avevo avuto nessuna risposta alle mie domande.
Ero piena di dubbi e di incertezze che dovevo risolvere a tutti i costi.
Al suono dell'ultima campanella della giornata decisi che dovevo smetterla. Dovevo smetterla di pensare e cercare soluzioni a tutto.
' Vivi e lascia vivere' si dice.
Così feci. Smisi di pensare, spensi il cervello e tutte le mie preoccupazioni. Almeno fino al giorno dopo non avrei più pensato a nulla.
Uscii da scuola.
Il sole era caldo e il cielo sereno. Non poteva esserci giornata migliore. Stranamente quest'anno non aveva piovuto tanto durante la stagione estiva e, per fortuna, alla fine di ottobre il rischio di forti piogge diminuiva lasciando spazio al clima che preferivo di più. Temperature miti e aria fresca.
Il bel tempo mi fece tornare il buon umore e in mente che non si dica sorrisi di nuovo.
Bea era già fuori che mi aspettava.
« Cosa vedono i miei occhi? Élodie Wilkins sorride senza che io abbia fatto qualche battuta idiota?» chiese ironica.
« E smettila. Posso essere anch'io di buon umore a volte o no?»
« Mi faceva solo strano.» rise alzando le mani in segno di scuse.
« Cosa stiamo aspettando?» chiesi visto che Bea non si mosse.
« Non te l'ho detto? Devo aspettare un'amica, quella di latino ci ha dato da fare un compito in coppia perciò dobbiamo vederci. Mi sono dimenticata di dirtelo, scusa.»
« Ah, non fa niente. La aspetto con te e poi vado a casa allora.» dissi.
Lei annuì e mi sorrise.
« Scusa» mi bisbigliò.
« Cosa?»
Forse non avevo capito. Perché mi chiedeva scusa?
Non ci misi molto a capire.
« Stavate aspettando noi?» chiese Josh.
« Non hai nessun altro da infastidire?» sbottai.
« No, non aspettavamo voi.» disse Bea più educatamente di me.
C'erano molte cose che non mi erano chiare. Con tutti i posti e le persone che potevano frequentare, dovevano proprio venire da noi?
Non mi stavano antipatici sia chiaro, anzi Pet e Steve erano anche molto divertenti. Non potevo dire lo stesso di Josh, ma non potevo avere troppa fortuna quindi lo accettavo in un modo o nell'altro.
Mi riferivo a quell'altro e a quella sua amica, definita così per essere gentili. Volevano proprio urtare alla mia calma, volevano proprio farmi innervosire a quanto pareva.
« Josh, lascia stare la ragazzina che altrimenti si arrabbia.» disse Tyler ridendo.
Lo faceva apposta allora. Non ci vidi più dalla rabbia.
« Senti un po' coso, prova ancora solo una volta a chiamarmi ragazzina e te ne faccio pentire amaramente.» dissi puntandogli l'indice nel petto.
Come diavolo faceva ad essere così scorbutico? Era un ragazzo dolce e gentile quando voleva, era stato bravo con me quando eravamo usciti insieme e adesso si comportava così.
Sapeva benissimo come rovinare tutto.
Bea mi prese per un braccio facendomi indietreggiare.
« Hai detto a me di lasciar correre, provaci anche tu.- mi sussurò- Non voglio assistere ad una strage ok?»
Continuai a tenere lo sguardo fisso negli occhi di Tyler. Vidi un pizzico di divertimento e molto orgoglio. Sembrava che fosse il suo intento farmi scattare così.
« Élo, penso sia arrivato qualcuno per te» mi disse Pet facendomi tornare nella realtà.
Spostai lo sguardo dove guardava lui e capii a chi si riferiva.
Matt era venuto a prendermi, grazie al cielo era arrivato al momento giusto. Mi stava cercando in mezzo a tutti gli altri studenti.
Risi all'immagine, sembrava un pesce fuor d'acqua.
« Ciao ragazzi - dissi riferendomi a tutti tranne che a Tyler- Ci vediamo domani Bea.»
Camminai in contro al mio angelo custode e lo abbracciai appena lo raggiunsi.
« Come mai tutto questo affetto?»
« Non sai quanto sono felice di vederti.» Risi ancora appoggiata al suo petto.
Salii in macchina e, prima di partire, guardai verso il gruppetto dei miei amici.
Bea rideva e mi guardava. Mi fece l'occhiolino alzando il pollice. Avevo fatto qualcosa di giusto e non lo sapevo?
Continuò a mimare dei gesti, mettendo la mano a cellulare vicino all'orecchio. Si, dopo l'avrei decisamente chiamata.
Continuò a ridere anche dopo che fummo partiti.
« Vuoi spiegarmi cos'era tutta quella felicità nel vedermi?» chiese Matt attirando la mia attenzione.
Mi ero dimenticata per un attimo di lui.
« Perché sono contenta di vederti ovviamente.»
« Sul serio.» disse.
« E va bene, mi hai tirato fuori da una situazione che sarebbe sicuramente finita nel peggiore dei modi.» sbuffai.
« Come mai?»
Non sopportavo le persone troppo curiose e Matt in quel momento lo era troppo. Ok, anch'io ero piuttosto curiosa, ma non per questo mi piaceva quel tipo di persona. A volte mi odiavo da sola per quel mio atteggiamento.
« Dove stiamo andando?» sviai l'argomento.
Gli comparì un sorriso in volto e divenne leggermente rosso.
« Volevo presentarti una persona.» disse leggermente in imbarazzo.
Pensai per un attimo chi poteva presentarmi, ma poi capii tutto.
Mi girai completamente verso di lui, la cintura di sicurezza tirava leggermente ma poco me ne importò.
Cominciai a sorridere come un'idiota.
« Quella persona?»
Lui annuì sempre più in imbarazzo ed io emisi un urletto stridulo di gioia.
Potevo sembrare pazza da come esultai, ma ero davvero felice per lui e non vedevo il motivo per cui lui non doveva saperlo.
Iniziai a battere le mani, come facevo sempre quando ero contenta, sorrisi sempre di più e mi rigirai per guardare di nuovo avanti.
« Sono veramente felice per te. Sono anche un po' curiosa nel vedere chi ha rubato il cuore a Matthew Sullivan per gli amici Matt. Aspetta, dimmi com'è. È bionda o mora? Alta o bassa? È più alta di me? Quanti anni ha? Spero sia più giovane di te, non mi piacciono le coppie in cui la ragazza è più grande...»
« Hai finito?»
« Certo, non c'è niente di male. Ma preferisco che sia più piccola di te.» conclusi.
« Posso parlare o hai ancora qualcosa da dire?» rise.
« Scusa.» bisbigliai.
« È più piccola di me, ha 17 anni, a dicembre ne fa 18. Si chiama Clara ed è... beh... è bellissima.»
Ok, era proprio innamorato. Sembrava quasi che ad ogni sospiro che faceva emetteva piccoli cuoricini e gli occhi gli brillavano come se stesse parlando della cosa più preziosa che possedesse.
« Sei proprio cotto.» risi.
« È? Cosa? Cos'hai detto?» chiese come se si fosse appena svegliato.
« Lascia stare.» dissi continuando a ridere.
« Penso che ti piacerà.» sentenziò.
Sorrisi vedendo il mio primo amico dopo anni così felice.
« Lo penso anch'io.»
Quella notizia mi aveva risollevato il morale.
Era strano per me, visto che avevo sempre tenuto tutti alla larga, ma sia Matt che Bea riuscivano sempre a farmi tornare il buonumore.
Non avevo ancora capito se era un bene o un male. Avere accanto qualcuno capace di farti sorridere quando meno ne hai voglia può darti un senso di speranza che ci siano altre persone meravigliose come loro, ma anche deluderti quando capisci che sono rare quelle persone.
« Arrivati.» la voce di Matt mi risvegliò dai miei pensieri.
« Lei dov'è?» non riuscivo più a tenere a bada la curiosità.
« Ci aspetta dentro. Placa la curiosità.»
« E tu placa l'ansia allora.» Gli feci la linguaccia.
Si vedeva che era ansioso. Non pensavo potesse interessargli così tanto il mio parere da essere così nervoso. Questo però, inutile dirlo, mi faceva sentire importante. A nessuno era più importato ciò che pensassi o non pensassi io.
Entrammo nel bar, ovviamente non ci ero mai stata lì, ma il locale sembrava carino. Non ero solo io a pensarla così visto che era anche molto affollato.
« Eccola.» sentii dire da Matt.
Non guardai nella direzione che mi indicava ma lo fissai. Era completamente innamorato di quella ragazza, anche uno stupido l'avrebbe capito.
Non l'avevo ancora vista, ma già sapevo che mi sarebbe piaciuta perché aveva reso felice Matt.
Sorrisi come un'idiota vedendo la sua reazione quando la guardava.
Ci avvicinammo al tavolo in cui era seduta, Matt era perso nei suoi pensieri che sicuramente riguardavano lei. Io, ad ogni passo che facevo, diventavo sempre più timorosa. Mi sentivo rimpicciolire e, come mi capitava spesso in situazioni del genere, iniziai a tormentarmi di domande.
E se non le fosse piaciuta? Se le fossi stata antipatica? Matt avrebbe ancora voluto vedermi?
Venni interrotta subito.
« Élodie, lei è Clara. Clara, lei è Élodie.» disse impacciato Matt.
Si vedeva che non era pratico in queste cose e, rimanendo lì immobile, non lo stavo affatto aiutando.
Alzai lo sguardo per vedere la ragazza. Era un po' più bassa di me
« Molto piacere.» dissi allungando una mano.
Lei me la strinse e mi sorrise.
Sembrava timida, ma molto gentile.
Presi un profondo respiro e mi lasciai andare.
« Allora, sono proprio curiosa di sapere come vi siete conosciuti.» dissi sorridendo.
Vidi gli occhi di lei illuminarsi e ci sedemmo.
« Non penso tu voglia realmente saperlo.» disse Matt.
« Solo perché è molto imbarazzante per te, non vuol dire che io non voglia raccontarlo.» disse Clara.
Matt la guardò male per pochissimo, ma subito dopo le baciò una guancia.
« Non vedo l'ora di ascoltare questo avvincente racconto.» lo presi in giro.
Appoggiai i gomiti sul tavolo e misi la testa tra le mani facendo capire a Clara che aveva la mia totale attenzione.
Mi raccontò che Matt le aveva versato una birra addosso mentre lei era seduta al bancone del suo bar e che poi aveva sbagliato a portarle l'ordinazione. Alla fine, dopo che la sorella di Matt l'aveva sgridato con un lessico molto poco fine, lui era riuscito a portarle ciò che aveva chiesto. Lui si scusò e, per farsi perdonare, la invitò a cena. Inutile dire che lei accettò.
« Il mio fascino l'aveva conquistata.» aggiunse lui.
Ridemmo e scherzammo insieme tutto il tempo.
Appena aveva iniziato a parlare Clara aveva perso tutta la sua timidezza, rivelandosi molto simpatica.
« Grazie del passaggio.» dissi appena fummo davanti casa mia.
« È stato un piacere conoscerti. Spero di rivederti presto.» mi salutò Clara.
« Dopo tutti i dettagli imbarazzanti che vi siete dette su di me, io non farò più lo sbaglio di ritrovarmi nello stesso posto con voi due.» fece il finto offeso.
« Ci rivedremo.» dissi a Clara.
Lei annuì e tirò uno schiaffetto a Matt per zittirlo. Lui le prese il polso e lo baciò.
Erano davvero belli insieme.
Sorrisi a tutte e due e andai verso casa.
Presi il cellulare, non lo avevo guardato per tutto il pomeriggio.
" chiamami appena puoi."
Diceva il messaggio di Bea.
Non volevo ancora salire a casa perciò mi sedetti sulla panchina vicino al portone del mio palazzo e la chiamai.
Chissà cosa aveva di così tanto importante da dirmi.

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