Capitolo 16

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La settimana passò tutta uguale.
Matt veniva ogni giorno in palestra e rimaneva con me fino a quando non chiudevo. Avevo saputo molte cose su di lui e stavamo diventando sempre più amici. Ovviamente io non gli avevo raccontato della mia famiglia e di ciò che mi era successo. Comunque non cercavo più di allontanarlo da me, visto che ormai sapevo che sarebbe stata un'impresa molto difficile se non impossibile.
Marcus tornò la domenica successiva alla sua partenza. Non mi raccontò molto del suo viaggio e nemmeno della sua visita. Mi disse solamente che la malattia non era peggiorata e che forse le probabilità di non perdere la vista erano aumentate. Ero felice per lui però, in qualche modo, mi sembrava che non mi dicesse tutta la verità.
Per quanto riguardava Alice, stava bene, non avevamo più parlato riguardo lo specialista da consultare e lei era veramente felice che frequentavo Matt. Non voleva darsi pace e non voleva capire che eravamo solo amici.
Simon non aveva ancora risposto alla mia mail e non mi aveva ancora contattata in nessun modo.
In più le vacanze estive cominciavano a diventare più divertenti. Matt voleva a tutti i costi portarmi al mare. Dopo aver scoperto che non ci andavo da cinque anni era determinato a portarmici. Gli avevo detto che ci avrei pensato e lui ne era entusiasta.
La settimana dopo il rientro di Marcus non dovevo lavorare. Mi aveva dato una settimana di ferie visto tutto quello che avevo fatto nei giorni precedenti.

Era martedì mattina. Non avevo messo la sveglia e non avevo nessuna voglia di alzarmi. La sera prima ero andata a dormire tardi e quella mattina non sarei andata a correre.
Il telefono, sul comodino, vibrò segno che mi era arrivato un messaggio.
Con la testa ancora appoggiata sul cuscino e gli occhi chiusi lo afferrai.
Non avevo nessuna voglia di aprire gli occhi. Sbloccai lo schermo del cellulare con gli occhi chiusi, ormai conoscevo la sequenza di sblocco a memoria e non dovevo più guardare.
Aprii il messaggio e contemporaneamente aprii anche un occhio.
Era Matt.
- Fatti trovare pronta tra 30 minuti. Ho una sorpresa!- diceva il messaggio.
- Perché?- risposi.
La sua risposta non tardò.
- Ti porto in un posto.-
Non avevo voglia di alzarmi dal letto.
- Dove?- chiesi curiosa.
Non mi avrebbe detto niente. Quando Matt voleva fare una sorpresa non svelava mai nulla.
- Non te lo dico. Muoviti o farai tardi!-
Non gli risposi più. Molto lentamente lasciai il mio bel letto per prepararmi.
Scelsi una canotta bianca e degli shorts di jeans. Non sapendo dove mi voleva portare mi vestii comoda.
Mezz'ora dopo, puntuale come sempre, Matt suonò il citofono di casa. Gli aprii e lui entrò.
« Pronta?» disse.
Annuii.
« Non mi dici ancora dove andiamo?» chiesi impaziente di scoprirlo.
« È una sorpresa. Comunque puoi metterti delle infradito. Non cammineremo molto così non avrai caldo.» disse notando i miei piedi scalzi.
Lui era vestito come me. Aveva dei pantaloni corti, una maglia maniche corte bianca e le infradito ai piedi. Come ogni volta stava benissimo.
Non capivo come mai tutti i ragazzi stavano bene con qualsiasi cosa addosso, anche la più schifosa in assoluto. Un giorno o l'altro me lo sarei fatto spiegare.
Infilai le infradito e lasciai un biglietto sul tavolo per informare Alice, visto che lavorava non le potevo inviare un messaggio tanto non lo avrebbe visto.
« Andiamo?» chiesi.
« Andiamo!» mi rispose.
Presi le chiavi di casa e il mio telefono e uscimmo.
Quando uscii fuori dal palazzo l'afa estiva mi fece soffocare.
Matt si avvicinò ad un'auto parcheggiata sul ciglio della strada ed aprì la portiera.
« È tua?» chiesi un po' stupita.
Annuì.
« Non mi avevi detto che avevi una macchina.» dissi.
Matt si appoggiò alla portiera e sorrise.
« Ci sono tante cose che non sai ancora su di me!» mi rispose.
Ora che ci pensavo era vero. Sapevo alcune cose su di lui ma altre non le conoscevo.
Sbarrai gli occhi. Mi era venuta in mente una cosa. Non gli avevo mai chiesto quanti anni avesse.
Tornai a posare lo sguardo su di lui.
« Quanti anni hai?» chiesi.
Lui scoppiò a ridere.
« Ecco un'altra cosa che non sai su di me.» salì in auto.
Non mi aveva risposto. Sorrisi e lo raggiunsi.
Passammo tutto il viaggio a parlare.
Non voleva dirmi la sua età nonostante l'avessi supplicato. Inoltre non sapevo ancora dove eravamo diretti.
Era strano, di solito non ero una persona che si faceva portare in giro senza sapere la destinazione. Con lui però era diverso, forse stavo cominciando a fidarmi un po'.
Dopo un'ora e mezza di viaggio arrivammo.
« Siamo arrivati!» esultò Matt.
Guardai fuori dal finestrino dell'auto e, quando capii dove eravamo, non potevo credere ai miei occhi.
« Mi hai portata al mare?» chiesi estasiata.
Sorrise.
« Volevo portarti a Miami Beach ma era troppo lontano. Dobbiamo accontentarci di Daytona Beach.» rispose.
Ero felice che mi avesse portata lì. Se fossimo andati a Miami non sarei nemmeno scesa dall'auto e mi sarei fatta riportare a casa.
« Non ci credo! Mi hai veramente portata al mare!» dissi ancora.
« Non pensavo che saresti stata così contenta!» Disse ridendo.
Risi anch'io.
« Ti sei dimenticato un piccolo particolare.» dissi io.
« Non è vero non ho dimenticato nulla.» ribatté.
« Io non ho il costume, genio!» precisai.
Rise ancora più forte.
« Non c'è nulla da ridere!» dissi ancora.
« Si da il caso che il genio qui presente abbia pensato a tutto!- rispose- Guarda nello zaino che c'è sui sedili posteriori.»
Mi girai e presi lo zaino. Tirai fuori tutto quello che conteneva. Due teli da mare, una crema solare, un paio di occhiali da sole e...un bikini bianco?
« Cos'è?» chiesi tenendo l'indumento con l'indice e il pollice.
« Un bikini. E non tenerlo così è pulito!» mi rispose.
« So cos'è! Ma non me lo metto.» dissi.
Potevo sembrava stupida ma ero fatta così. Non mettevo cose che non erano mie. Potevano essere vestiti o scarpe o costumi da bagno ma io non li indossavo se non venivano dal mio armadio.
« Perché no?» chiese.
« Perché no punto.» dissi incrociando le braccia al petto.
Mi guardò e sorrise.
« Come vuoi tu. Allora farai il bagno in intimo!» disse ridendo.
Non risposi ma continuai a fare la finta arrabbiata.
Stavano percorrendo la strada lungo la costa in cerca di un parcheggio. Quando trovò un posto dove lasciare l'auto si fermò, slacciò la cintura di sicurezza e si girò verso di me.
« Senti non so perché tu non voglia metterlo. Ci ho messo tutto un pomeriggio a trovare il costume più adatto a te e sappi che non è stato per niente facile. Quindi ora o te lo metti da sola o te lo metto io con la forza.» disse alzando un sopracciglio.
Io rimasi impietrita ripensando a ciò che aveva appena detto e scoppia a ridere.
« Cos'hai adesso?» chiese scocciato.
Continuai a ridere.
« Mi stavo solo immaginando te in un negozio di costumi per ragazze!» dissi continuando a ridere.
Lui fece una faccia buffa che non mi aiutò per niente a smettere di ridere.
« Tu non sai che vergogna!» disse ridendo anche lui.
« Ok va bene lo metto ma solo perché hai fatto questo sacrificio per comprarmelo.» dissi.
Scendemmo dall'auto. E ci dirigemmo in spiaggia. Ci togliemmo le infradito e camminando sulla sabbia calda verso l'oceano.
Mi ero dimenticata la sensazione di camminare sulla sabbia. Mi sentivo libera e ogni pensiero svaniva. C'eravamo solo io, la sabbia e il rumore delle onde che si infrangevano sulla costa. Era bellissimo.
« Andiamo!» disse Matt prendendomi per mano.
Passeggiammo mano nella mano con i piedi immersi nell'acqua.
« Grazie.» dissi.
Iniziai a correre tenendolo per mano. Corremmo per molti metri fino a quando non raggiungemmo delle cabine.
Entrai per cambiarmi e in meno di due minuti fui pronta. Uscii con in mano i vestiti e le scarpe.
Matt aveva sistemato i teli sulla spiaggia e si era tolto la maglia. Camminai verso di lui senza mai distogliere lo sguardo dai suoi addominali. Aveva un fisico da far paura.
Lo raggiunsi e posai i miei vestiti nello zaino.
« Wow! Sei bellissima!» disse guardandomi.
Sorrisi. Ero in imbarazzo e non risposi.
« Andiamo a fare un bagno?» chiese.
Non ricordavo la sensazione che dava fare un bagno al mare. Mi si illuminarono gli occhi e sorrisi ancora di più.
« Si andiamo!» risposi.
Corremmo verso l'acqua e, non appena mi tuffai, un brivido mi percorse tutto il corpo. Adoravo il mare.
Restammo tutto il giorno in spiaggia.
Sembrava di essere tornata bambina, quando giocavo senza pensieri e senza problemi. Non avrei mai ringraziato abbastanza Matt.
Quando nel tardo pomeriggio ripartimmo per tornare ad Orlando diventai triste. Mi ero divertita un sacco e non volevo passassero altri cinque anni prima di tornare in spiaggia.
« Mi sono divertita tantissimo! Grazie Matt!» dissi appena parcheggiò davanti casa mia.
« Sapevo ti sarebbe piaciuto!» mi rispose.
Quel ragazzo, nonostante mi conoscesse da poco, riusciva sempre a stupirmi e a trovare qualcosa che mi piacesse.
Prima di scendere dall'auto mi sporsi in avanti e, per la prima volta, lo abbracciai io.
« Ci vediamo!» dissi scendendo.

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