Capitolo 13

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Agitata, non era esattamente la parola giusta per esprimere il mio stato d'animo quella sera.
Ero estremamente fuori controllo. Il mio corpo si muoveva da solo in tutte le direzioni possibili.
Passavo dal bagno alla camera da letto in un batter d'occhio.
Era strano sentirsi in quel modo per un appuntamento.
In fondo ci vedevamo ogni sera, cosa cambiava oggi?
Forse la parola "appuntamento" mi metteva agitazione.
Si forse era quello, per questo avevo deciso di chiamarla uscita tra conoscenti.
Ma in quel momento un'altra domanda mi iniziò ad assillare.
Se eravamo solo conoscenti (neanche amici) perché ero così agitata?
Non riuscivo a trovare una risposta.
Forse era solo perché era una cosa nuova per me, non ero mai uscita con nessun ragazzo fino a quella sera se non con un tipo che una sera mi aveva portata a prendere un gelato, se l'era versato tutto addosso ed era scappato via piangendo. Un primo appuntamento decisamente da dimenticare.
Forse ero nervosa perché era Matt, il primo ragazzo dopo anni che non ero riuscita ad allontanare.
Forse... oddio non volevo pensarci... forse mi piaceva Matt.
No, era fuori discussione, non poteva piacermi! Era assurdo. Come avevo potuto pensare una cosa del genere. Mi tirai uno schiaffo mentale, dovevo smettere di pensare e iniziare a vestirmi.
Ero in piedi davanti al letto in intimo. Avevo vestiti sparsi ovunque ma la mia scelta si restringeva a due abbinamenti.
Un paio di shorts di jeans vita alta con una camicia blu da infilare dentro ai pantaloni o un vestito blu che scendeva stretto fino ai fianchi e poi si allargava leggermente fino a sopra il ginocchio.
Non sapevo bene com'ero finita a dover scegliere tra quei due tipi di vestiti e non riuscivo nemmeno a spiegarmi come mai avevo preso in considerazione quel vestito blu visto che io non mettevo mai gonne. Nonostante tutto ero indecisa.
In quel momento entrò Alice.
« Non voglio metterti pressione ma è meglio se ti sbrighi se non vuoi fare tardi!» disse.
« Perché che ore sono?» chiesi.
« Quasi le nove! Ok che bisogna fare aspettare un po' gli uomini ma di questo passo non esci di casa che è già ora di rientrare.»
« Ehi non sono così in ritardo, devo solo vestirmi e pettinarmi e sono pronta.» risposi.
Come avevo già detto io ero una persona strana, infatti, prima di vestirmi mi truccavo e pettinavo. Ovviamente però dopo essermi vestita dovevo di nuovo pettinarmi perché i miei capelli non stavano mai fermi ma non volevo lo stesso rinunciare a spazzolarmi anche prima.
Suonò il citofono e Alice guardò l'ora.
« Che ragazzo puntuale - disse poi tornò a guardare me - Lo intrattengo io te vestiti.»
Mi fece l'occhiolino e andò verso la porta della camera.
« A proposito io se fossi in te mi metterei il vestito blu. Occasione speciale, vestito speciale.» usci dalla stanza.
« Alice! Siamo solo A-M-I-C-I» dissi scandendo bene la parola "amici".
Non rispose ma sapevo che avrei dovuto ripeterlo all'infinito per farlo capire sia a lei che a Marcus.
Mi vestii in fretta, mi pettinai e mi risistemai il trucco. In meno di dieci minuti fui pronta. Ovviamente optai per un paio di scarpe senza tacco: delle ballerine blu.
Uscii dalla camera e trovai Matt seduto sul divano in salotto che rideva per quello che gli stava raccontando Alice. Non volevo neanche sapere di che dettagli imbarazzanti gli stava parlando per questo prima di andare da loro mi diressi in cucina. Bevvi un bicchiere d'acqua, presi un respiro profondo e mi ripetei che ce l'avrei fatta.
« Sono pronta!» dissi attirando la loro attenzione.
Alice sorrideva contenta che avessi scelto di indossare il vestito mentre Matt aveva la bocca aperta e gli occhi sbarrati.
Oddio forse non stavo bene come credevo. La sua espressione mi fece sorgere il dubbio che quel vestito non andasse bene. Stavo per dire qualcosa ma Alice mi precedette.
« Beh sarà meglio che andate allora.» si alzò dalla poltrona su cui era seduta.
Si diresse verso la porta di casa e la aprì.
« Su forza, che state aspettando!» disse.
Matt si riprese dallo stato di trans in cui era entrato appena mi aveva vista e si alzò di scatto dal divano andando verso Alice.
« Bene, andiamo? - mi chiese ed io annuii- È stato un piacere conoscerla signora» disse riferendosi ad Alice.
« Piacere mio, spero di rivederti presto.»
Li raggiunsi.
« Non aspettarmi sveglia Ali, non so per che ora sarò a casa. - mi sorrise e mi abbracciò.- ci vediamo domani!»
« Mi ricordi tanto tua madre con questo vestito. Stai benissimo.» disse sciogliendo l'abbraccio.
Non sapevo cosa rispondere così uscii dalla porta.
« Divertitevi!» ci urlò ancora Alice mentre scendevamo le scale.
Solo dopo essere usciti dal portone del palazzo Matt parlò.
« È davvero molto simpatica.» disse con un sorriso in volto.
« Chi, Alice? Diciamo che è fatta a modo suo e che prende sempre molta confidenza con tutti.»
« L'ho notato! Lei è tua zia?» chiese.
Poteva sembrare una domanda banale per chiunque, ma per me era un colpo basso. Non sapevo cosa dire. Se gli avessi detto la verità avrei dovuto spiegargli perché non vivevo con i miei e non volevo parlargliene. Fare scena muta però non era la scelta migliore.
« Una specie. Allora dove mi porti di bello?» cercai di cambiare discorso.
« Sorpresa! Non è molto lontano da qui è ti divertirai tanto da chiedermi di uscire ancora insieme!» rise.
« Ne dubito» risposi.
Continuammo a parlare, fortunatamente non tirò fuori discorsi legati alla famiglia.
Dieci minuti più tardi fummo arrivati.
« Luna Park? Mi hai portata al Luna Park?» chiesi entusiasta.
« Proprio così!»
Iniziai a saltellare come una bambina e a battere le mani
« Oh mio Dio! È... fantastico, meraviglioso, grandioso...»
Mi interruppe. Si posizionò davanti a me.
« Calma! Aspetta almeno di entrare! Sapevo ti starebbe piaciuto, sembri una persona da Luna Park»
Mi porse una mano. Feci un'espressione di incomprensione. Lui, capendo che non sapevo cosa volesse fare, prese la mia mano. Di istinto la tirai indietro.
« Cosa fai?» chiesi.
« Ti do la mano, è ovvio!» disse.
« Questo l'ho capito. Ma perché?»
« Vedi quanta gente c'è li dentro- indicò alle sue spalle - ci perderemo se ti non mi dai la mano!»
Sapevo che era una scusa.
« Non voglio e non ci perderemo.» non mi sarei fatta convincere tanto facilmente.
« Oh andiamo! Che ti costa tenerci per mano? Potevo capirti se fossi stato un ragazzo brutto ma sono estremamente bello... sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto?» disse.
Questo ragazzo aveva un ego smisurato ma non mi sarei fatta abbindolare. Anzi, ero piuttosto arrabbiata per l'ultima frase che aveva detto.
« Perché allora non vai da loro?» chiesi infuriata.
Lui non rispose, mi girai e feci per andarmene ma lui mi prese un polso. Questa volta non tolsi il braccio.
« Perché loro non sono te! - non si sarebbe salvato con così poco - Non intendevo dire che non vorrei essere qui con te, sono felice che tu abbia accettato di uscire con me ma...»
« Ma?» lo incitai.
« Ma non lo so. Élodie penso che tu mi piaci.»
Mi irrigidii. Non poteva averlo detto sul serio, io non potevo piacergli.
Non sapevo che dire. Ogni volta che ero con lui non avevo più parole per ribattere.
A quel punto lasciò il polso.
« Merda, non avrei dovuto dirtelo così! Non doveva succedere così.» disse.
Mi girai a guardarlo. Aveva le mani nei capelli e si vedeva che era teso.
Che cosa avrei dovuto dirgli adesso?
Lui non mi piaceva e non penso mi sarebbe mai piaciuto. Non lo consideravo neanche un amico, non potevo dirgli la verità, però non potevo neanche illuderlo.
Che cosa mi stava succedendo?
Non ero una ragazza che si faceva problemi a dire ciò che pensava veramente.
Con lui era diverso. Lui riusciva a far apparire di nuovo la Élodie spensierata che ero un tempo. Ma non era riuscito a farmi tornare la vecchia me di cinque anni prima.
« Matt non so che dire. Mi dispiace ma io non posso darti quello che vorresti, io non posso stare insieme a te, io non posso innamorarmi di te! Sembrerò una brutta persona ma non penso neanche che diventeremo mai amici.» dissi.
Si irrigidì ancora di più.
« Cosa vuoi dire? Non capisco.»
« Forse è meglio se la chiudiamo qua. Possiamo dire di averci provato ma non riusciremmo mai a frequentarci come semplici conoscenti se tu provi di più.» dissi.
« Non voglio chiuderla qua se neanche abbiamo iniziato qualcosa. Ti prego almeno questa uscita concedimela. Il patto era che se uscivi con me io ti avrei lasciata stare a meno che tu non avresti voluto altri appuntamenti.» disse incontrando quei suoi occhi azzurri con i miei.
Forse potevo dargli un'opportunità ancora.
« Va bene però promettimi che non ci rimarrai male se dovesse andare male.»
« Non andrà male» rispose.
Mi prese per mano. Diventai rossa ma non ebbi nemmeno il tempo di fargli mollare la presa che iniziò a correre all'interno del Luna Park.
Mi divertii moltissimo, passammo da un'attrazione all'altra in un attimo. Mi fece ridere e, per quasi tutto il tempo, andai in giro con un sorriso sulle labbra.
Mi accompagnò a casa un'oretta dopo mezzanotte.
Eravamo davanti al portone del palazzo e nessuno dei due si decideva a parlare.
Decisi di rompere il silenzio io.
« Beh... allora... Grazie di tutto, mi sono divertita molto!»
Presi le chiavi e le inserii per aprire la porta.
« Anche io mi sono divertito. Grazie per avermi permesso di portarti fuori anche se forse non ci saranno più altre uscite insieme.» alzò le spalle.
Sorrisi.
« Forse c'è una piccola possibilità, se la prossima uscita sarà divertente come questa potrei anche accettare.» dissi.
I suoi occhi si illuminarono e la sua bocca si schiude in un sorrise.
« Fammi sapere allora quando sei libera e ti farò divertire il doppio di oggi.»
« Vedremo.» dissi io.
Aprii il portone del palazzo. Ed entrai.
« Ciao Matt,ci vediamo in giro.»
Stavo per chiudere. Mi aspettavo che mettesse il piede tra la porta e il muro per non far chiudere ma ciò non avvenne.
Stavo per iniziare a fare le scale un po' delusa quando sentii bussare al portone.
Tornai indietro e aprii.
« Mi sono dimenticato una cosa.» disse Matt.
« Cosa?» chiesi curiosa.
« Siamo amici vero?»
Ci pensai un po' poi risposi.
« Sì, siamo amici.»
« Perfetto! Ci vediamo Élo!» disse.
Si avvicinò a me e mi lasciò un bacio sulla guancia prima di andarsene.
Non potei fare a meno di sorridere.
Chiusi il portone. Misi la mano sulla guancia che mi aveva appena baciato e salii le scale.
Per la prima volta non ero pentita di aver dato un'occasione a Matt. Per la prima volta dopo anni avevo un amico e questo mi rendeva davvero, davvero molto felice.

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