Capitolo 59

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« Tyler? Che ci fai qui?» chiesi sopresa di vederlo.
« Dovevamo vederci, ricordi?» mi rispose ridendo.
« Si, lo so, ma pensavo più tardi.»
« A dir la verità non abbiamo specificato l'ora. Quindi sono venuto appena ho potuto. Stavi andando da qualche parte?»
« No... cioè sì.» risposi scuotendo la testa.
« Ok, allora ti accompagno così poi dopo andiamo da me.» rispose.
Accompagnarmi da Marcus? Non mi sembrava una buona idea.
« Dove devi andare?» mi chiese iniziando a camminare.
No, non era affatto una buona idea. Marcus era sicuramente nervoso per l'operazione e se gli avessi presentato Tyler lo avrebbe sbranato. Non avrebbe solo fatto una battutine di avvertimento come con Matt.
« Ehi, ti senti bene? Sembra che hai appena visto un fantasma!» continuò Tyler prendendomi il viso tra le mani.
« Si, solo solo sorpresa di vederti.»
Probabilmente capì il perché del mio stato di shock perché disse la cosa che volevo sentirmi dire.
« Se non vuoi che venga fa niente. Ci vediamo a casa.» disse sorridendomi.
Maledetto quel suo sorriso, riusciva sempre a calmarmi e a farmi dimenticare quello che avrei dovuto dire.
« No, certo che no. Andiamo insieme.» risposi.
Era arrivato il momento di dare retta ad Alice e cominciare a parlargli un po' di me.
Lo presi per mano e, visto che prima non lo avevo fatto, lo salutai come si doveva.
« Da chi devi andare?» mi chiese per l'ennesima volta.
Presi un respiro profondo e poi feci la mia scelta: gli avrei presentato Marcus.
« Voglio presentarti una persona.» dissi sorridendo.
« Un altro cugino? Dimmelo adesso così non faccio il ragazzo geloso.» rise.
« No, lui è come un fratello per me. Sai quando ti ho raccontato della notte in cui David è... mi ha lasciata?» chiesi.
Lo vidi farsi subito serio e annuire silenziosamente.
« Dopo che sono scappata da quel posto orribile, non so come, mi sono ritrovata in un vicolo buio. Lui mi ha trovata.- tagliai corto- Mi ha preso con sé e mi ha portato in un posto sicuro nonostante fosse tarda notte e non mi conoscesse. Da quel giorno mi fa da fratello maggiore e, non per intimorirti, ma è molto protettivo nei miei confronti.» risi per smorzare la tensione.
« Protettivo nel senso che mi staccherà la testa come avvertimento?» chiese ridendo.
« Protettivo nel senso che ti dirà qualcosa che dovrebbe farti paura, ma so che sei coraggioso e non avrai timore. E non farti impressionare dalla sua stazza.» finii.
Eravamo arrivati e quando ci dirigemmo verso l'entrata della palestra lo sentii sbuffare così mi voltai.
« Quando pensavi di dirmelo che aveva una palestra di box?» chiese.
« È innocuo, può sembrare il contrario, ma fa solo scena. E poi scusa, ma chi pensi mi abbia insegnato a combattere?»
Lui alzò gli occhi al cielo e mi spinse dentro. Cominciai a ridere per il suo comportamento e continuai a scherzare con lui finché non incontrammo Marcus.
Non aveva l'espressione di uno preoccupato o ansioso per qualcosa, ma sapevo che era una maschera quella che portava per non mostrarsi debole.
Lasciai la mano del mio ragazzo e andai dritta verso Marcus per abbracciarlo.
« Come stai?» chiesi appena mi staccai.
« Come il solito. Sapevo che sarebbe arrivato il fatidico giorno per cui non c'è da stupirsi.» disse alzando le spalle.
« Da quanto lo sai?» chiesi.
« Due giorni e non te l'ho detto prima perché saresti andata nel panico e tu avevi altro a cui pensare.» disse.
« Ecco cos'è tutta questa calma... hai già elaborato la notizia.»
« Alice come sta?» chiese annuendo alla mia affermazione.
« È più rilassata, ha lasciato tutte le sue energie là, spero non torni al punto di partenza domani.»
« Non lo farà e tu lo sai benissimo. Ha superato la sua paura, non tornerà indietro.» disse.
Annuii, aveva ragione.
« Stavo pensando di lasciarti di nuovo la palestra in custodia mentre sono via.»
« Oh no, non ci pensare neanche. Io vengo con te, non puoi andare in là da solo.» risposi subito.
« Sapevo che lo avresti detto, per questo ho chiesto ad un mio amico se voleva accompagnarmi.» rispose sogghignando.
Sbuffai rumorosamente, mi aveva preceduta e non c'era modo di fargli cambiare idea.
« Grazie, sapevo che potevo contare su di te.» disse.
A quel punto sentii qualcuno tossire alle mie spalle, mi ero dimenticata di Tyler.
Sia io che Marcus ci voltammo e il sorriso di quest'ultimo svanì appena vide il mio ragazzo.
Mi avvicinai a Tyler e lo presi per mano.
Marcus mi aveva fregata, non voleva che lo accompagnassi allora anche io avrei giocato sporco.
« Quasi dimenticavo. Marcus lui è Tyler Miller, il mio ragazzo. Tyler questo rompiscatole è Marcus Bennett, il mio allenatore.» risposi sorridendo.
Marcus rimase impassibile per un attimo poi finalmente parlò.
« Allenatore, amico, fratello e guardia del corpo. Non sono solo il tuo allenatore.»
Alzai gli occhi al cielo.
« È un piacere conoscerla.» disse Tyler allungando la mano.
Esitò un istante, ma poi Marcus gliela strinse.
« Venite nel mio ufficio.» disse incamminandosi e appena mi passò vicino ghignò ancora.
« Te lo sei scelto alla tua altezza vedo. Fa box anche lui.» disse come se lo avesse già inquadrato.
Rimasi stupita, come aveva fatto a capirlo da una sola stretta di mano?
« Sei una stronza. Pensavo fosse veramente terribile da come ne parlavi, ma invece sembra simpatico. È l'unico che riesce a tenerti testa.» rise il mio ragazzo.
No, se quei due andavano d'accordo sarebbe stata la mia fine.
« Sta' zitto.» sbuffai entrando nell'ufficio di Marcus.
Appena ci sedemmo mi preparai mentalmente al discorso che avrebbe cominciato di lì a poco Marcus.
« Da quanto tempo state assieme?» cominciò.
« Tre settimane.» risposi incrociando le braccia al petto.
« Bene, voglio essere chiaro con te. Mi sembri un tipo a posto, ma è sempre meglio chiarire questo particolare. L'ho già vista con il cuore spezzato e non voglio più vederla in quello stato quindi spero che tu non le farai del male altrimenti sarei costretto a farne io a te. Chiaro?» disse minaccioso.
« Sarei io il primo a punirmi se mai dovessi ferirla, non le farei mai del male.» rispose Tyler senza mai abbassare lo sguardo da Marcus.
« Bene, ora se avete finito di parlare di me possiamo occuparci di qualcosa di più importante.» dissi, ma nessuno mi ascoltò.
« Benvenuto a bordo ragazzo!» concluse Marcus stringendo di nuovo la mano al mio ragazzo.
Questo significava che l'aveva accettato e che per lui era a posto.
Rimanemmo a parlare ancora per un po' e quando fu ora di andare via cercai ancora di convincere Marcus a portarmi con lui il giorno dell'operazione, ma lui non mi ascoltò neppure.
Era inutile, quell'uomo era troppo testardo.
Lo salutammo e, appena intrecciai le mie dita a quelle di Tyler, vidi subito un'espressione strana sul volto di Marcus. A quanto pare doveva ancora accettarlo del tutto.
Ci dirigemmo di nuovo verso casa mia per prendere la moto di Tyler e approfittai della passeggiata per raccontargli che tipo di intervento doveva fare Marcus.
« Sono felice che tu abbia deciso di presentarmelo.» disse appena salii in moto dietro di lui.
« Già, anch'io.» sussurrai appena prima che partisse.
Mi ero tolta un grosso peso di dosso. Adesso che sapevo che a Marcus piaceva Tyler, ero sempre più sicura della mia scelta di mettermi con lui e, di conseguenza, di fidarmi di lui.

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