Alleanza

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Dana

Caos. 

Non c'era altra parola per descrivere quella situazione incresciosa. 

Edoardo fissava il punto in cui era sparito suo fratello con rabbia accecante mentre continuava a stringermi fra le sue braccia. La sua presa era così forte da stamparmi il segno delle sue dita sulla pelle.  

Intanto, il re batteva le mani ed invitava gli ospiti ad abbandonare il castello in silenzio. 

La festa era finita. Conclusa nel peggiore dei modi, ma fortunatamente non c'erano giornalisti disposti a raccontarlo.   

Quando l'ultimo ospite, un ragazzo mingherlino, uscì dalla Grande Sala richiudendosi la gigantesca porta alle spalle, gli occhi azzurro-ghiaccio del re si piazzarono su di me con cipiglio stampato in volto.  

" Cosa voleva da te? " 

Fu una domanda che mi spiazzò non poco. 

Lo fissai con occhi sgranati, scuotendo la testa lentamente: " Mi creda non ne ho la più pallida idea..." 

" Allora non serve che tu stia qui, puoi andare nelle tue stanze. " ordinò, le mani tenute dietro la schiena evidenziavano il suo portamento fiero e regale. 

Edo mi lasciò andare con un sospiro, ma non del tutto. 

Fece scivolare una mano intorno alla mia, più vicina a lui. 

" Padre, di lei io mi fido. Può restare..." disse con sicurezza, levando il mento. 

" Non fa parte della famiglia! " tuonò in risposta, ma la regina lo rabbonì con sguardo dolce.  

" L'importante è che non vada a raccontare niente di quanto è successo in giro. Gli ospiti qui presenti sono nostri amici, non faranno niente di tutto ciò ma lei... 

" Non dirò una sola parola, a nessuno " promisi con voce tremante. 

Quella situazione non mi piaceva per niente. 

Ero ancora parecchio scossa e sul punto di lasciarmi andare ad una crisi isterica. 

" Perché non mi hai detto che avevi un fratello? Per di più sospettato di omicidio? " chiesi ad Edo, non riuscendo più a trattenermi. 

In sua difesa mi rispose: " Perché non considero più Jacopo come mio fratello " 

" E' sangue del tuo sangue non puoi fare finta di nulla. Ed inoltre ha appena detto che sono sorte nuove prove che lo scagionano completamente " ribattei in risposta, accigliata. 

" Questo è tutto da vedere " avvisò il re, avvicinandosi a noi due con passo felpato. 

" Deve lasciare questo regno, ora " propose Edo, duro  " merita l'esilio " 

Lo guardai sconvolta: " Esilio? Perché non gli date un'altra possibilità, invece? "

" Jacopo è furbo, non farti incantare da lui " mi consigliò, preoccupato.  

La regina prese parola, le mani poste con grazia sul vestito: " Esiliarlo non farebbe che peggiorare la situazione, attirare altri scoop, giornalisti. Lasciamo le cose come stanno. Le prove che lo scagionano sono reali, vedremo quindi se riuscirà a trovare il vero responsabile..." 

" Madre, con la sua permanenza le cose andranno in meglio o in peggio secondo te? " chiese Edo, spazientito

" Andranno come devono andare, figlio mio " concluse lei, decisa e senza perdere la calma. 

Senza ombra di dubbio, era una donna straordinaria e molto saggia...

" Avrà bisogno di qualcuno che l'aiuti, allora. Non può trovare il responsabile da solo " dissi io, poi mi morsi la lingua. Non avevo il permesso di esprimere la mia opinione, in realtà. Nessun diritto nel mettere il becco in questa faccenda spinosa. 

Questa volta, il re mi fissò attentamente e con curiosità : " Dana, così ti chiami? " 

Annuii deglutendo vistosamente, anche se avevo la bocca completamente priva di saliva. 

" Io non voglio più espormi in questa storia. Il mio popolo ha già sentito e visto abbastanza! Io sono per la verità. Se avrò il vero colpevole con prove valide annesse, sarò pronto a perdonarlo. "

" Se è qui...Jacopo crede che il vero responsabile sia nel regno  " azzardai a dire, con un filo di voce.

" Non resta che aspettare, allora " concluse la regina.


*****

" Quindi tu credi realmente all'innocenza di mio fratello? " 

Guardai il mio amico sbarra principe sbarra collega e dissi un bel : " Sì , voglio crederci " 

Scosse la testa, incredulo: " Come cavolo ha fatto a conquistare la tua fiducia in così poco tempo? " 

" Io non mi fido di lui, Edo. Ma non me la sento di condannarlo come state facendo tutti " affermai convinta mentre continuavo a camminare in sua compagnia verso le mie stanze. 

Edo mi fermò, afferrandomi una spalla. 

Mi obbligò a voltarmi verso di lui, in pratica: " Dove l'hai conosciuto? " 

"C...c...cosa? " balbettai, confusa. Presa alla sprovvista. 

" Tu l'hai già visto da qualche parte, vero? Altrimenti perché cavolo si sarebbe dovuto avvicinare proprio a te? " 

" Ero l'unica che non lo conosceva per quello che era..." spiegai, era stato proprio Jacopo a rivelarmelo. 

" ma...sì, l'avevo già visto fuori dal castello " sospirai, rassegnata. 

Sì, niente segreti con Edo. E' meglio. 

" E' stato proprio lui ad accompagnarmi al castello, il primo giorno che sono arrivata qui...quando la mia "piccola" si era rotta durante quel diluvio "

Edo serrò la mascella, aumentando involontariamente la presa sulla mia spalla. 

" Non mi ha fatto del male, se avesse voluto...avrebbe potuto " pensai, ad alta voce. Cercando di rassicurarlo. 

" Gli assassini non ammazzano di solito tutti quelli che incontrano. " 

" Disse il vecchio saggio..." conclusi in tono canzonatorio

Lui inclinò la testa di lato e fece una smorfia: " Dana, voglio solo proteggerti " 

" Lo so, è l'apprezzo molto...davvero " risposi dolce, regalandogli una carezza sul viso " ma so badare anche a me stessa, sai? " 

" Non avvicinarti mai più a lui, d'accordo? " 

" E' un ordine? " ribattei, divertita

Lui non rispose , piuttosto chiese: " Vuoi cambiare stanza? " 

Lo guardai negli occhi: " Era la sua, vero? "

Lui annuì: " Sì, un tempo..." 

Osservai la porta bianca della stanza ancora chiusa, afferrai la maniglia laccata in oro e l'aprii: " No, va bene così " 

" Se hai bisogno, io sono qui affianco " mi ricordò dolce, per poi rovinare tutto aggiungendo:  " sono disponibile per qualsiasi tipo di prestazione, capisci cosa intendo? " 

Malizia. Odiavo la sua malizia. 

Roteando gli occhi mi rifugiai nella camera accendendo la luce e chiudendogli la porta in faccia. 

Lo sentii scoppiare a ridere come un matto, impalato ancora in corridoio.

Quando raggiunsi il mio letto notai un semplice biglietto, all'apparenza innocuo. 

Lo raccolsi e rimasi affascinata dalla straordinaria calligrafia con il qualche era stato scritto. 

" Spero ti piaccia la mia camera. Ho bisogno del tuo aiuto. Ti aspetto questa notte alla taverna " Big Frog ".  Chiedi di Derek.  Jacopo "  ...




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