Un valido sostegno

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Dana

" Cosa ci fai qui? Non ho bisogno di una balia." 

Era di spalle, le mani nelle tasche dei pantaloni classici che indossava, la camicia bianca perfettamente infilata nel pantaloni e ben aderente. 

Sospirai, ma non aprii bocca. 

Lui prese a fissarmi con la coda dell'occhio sinistro: " conosci la mia lingua, perché non te ne vai?" 

Ormai doveva saperlo, avevo imparato a conoscerlo. Questa sua manìa di volermi allontanare, con arroganza, presunzione e freddezza, per proteggermi, doveva proprio scordarsela. 

Roteai gli occhi, feci finta di niente e mi misi a sedere tra due alti merli medievali, caratteristiche ricorrenti in un antico castello medievale, seppur con qualche accenno di modernità in qualche punto. 

Da quel meraviglioso...terrazzo? Si poteva notare ogni cosa, era un posto strategico che sicuramente in antichità era stato ben utilizzato per la difesa del castello e persino del regno. Il piccolo bosco era ben visibile sul lato nord, a sud la spiaggia ed il mare, a est i giardini reali mentre a ovest ogni tetto della Capitale.  E poi c'erano le torri, le torrette, il fossato senza più acqua tutt'intorno al castello, che meraviglia. 

Era da togliere il fiato. 

Non ero mai stata qui, prima d'ora. 

" E' riservato esclusivamente alla famiglia reale, per questo motivo non hai mai visitato questo posto." chiarì, come se mi avesse letto nel pensiero. 

Quando vide che inarcai le sopracciglia, sorpresa, si lasciò sfuggire un sorrisetto dolce: " Dalla tua faccia ho capito che eri conquistata dal paesaggio." spiegò, per poi subito dopo sbuffare. 

" Perché deve essere tutto così difficile?" esplose, passandosi una mano fra i suoi setosi capelli corvini. 

Feci spallucce: " Forse perché hai paura." 

Si volse di scatto verso di me e assottigliò lo sguardo: " Non ho paura, chiaro? E' solo che sono stufo di tutte queste responsabilità, sono stanco di essere ciò che sono e..."

" Jacopo..." lo richiamai, poiché stava alzando un po' troppo il tono della voce. 

" Scusa." sbuffò nuovamente, mettendosi le mani sui fianchi ed abbassando il capo. 

" Non hai nulla di cui scusarti, ok? Solo...non puoi continuare così. Tu hai le caratteristiche per diventare un buon re, e sai perché? Perché ti ho visto poco fa, con tuo zio. Il regno ha bisogno di questo tipo di personalità al comando. Non puoi tirarti indietro. I veri leader non cercano il potere, ma si mettono al servizio degli altri. E tu...hai un buon cuore. Io ti amo per questo. " dissi commossa, mordendomi il labbro inferiore. Il cuore mi batteva all'impazzata per quel che avevo appena detto. 

Lui alzò gli occhi di scatto, mi fissò come se avessi detto un'assurdità. 

Ed io mi sentii come se mi avesse pugnalato in pieno petto. Sì, ero stata una stupida a dire una cosa del genere, ma quando mi ritrovai lui ad un solo passo da me, pensai di non esserlo stata poi così tanto. 

Prese i miei lunghi capelli castani fra le sue dita e disse: " Non devi." 

Chiusi le palpebre. Faceva male sentirglielo dire. 

" Jacopo, per favore. A me non interessa sapere cosa succederà, lo sai. Importa solo di noi...ora. " esordii frustrata.  

" Non posso, non possiamo..." disse quasi in completa agonia. 

" Perché?" chiesi dura, alzandomi. " perché non puoi o non vuoi? Sono una persona senza un titolo? E' questo il problema? "

Mi guardò con un bel rimprovero stampato in faccia: " Lo sai cosa provo per te, non lascerei mai che uno stupido titolo ci dividesse. "

Il segreto di un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora