Speranza

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Jacopo

Per la seconda volta accartocciai la lettera di mia madre fra le dita, fino a strapparla del tutto. Fra quelle parole, scritte con una calligrafia straordinaria, risaltava forte e chiaro quel che pensava e sosteneva nei miei riguardi, trasudavano tutto il suo affetto ed amore smisurato per me, c'erano persino approfondite spiegazioni, colme di scuse. 

L'ho aspettata per anni questa lettera.  

Ed ora eccola qui in tutta la sua straordinaria eleganza, perfezione ed equilibrio. 

 Tratti tipici della regina. Mia madre.  

Era malata. Non le restava molto tempo. La stavo perdendo in tutti i sensi, questa volta. 

Quindi...dovevo perdonarla e condividere con lei gli ultimi istanti della sua vita, ringraziandola per tutto quello che segretamente aveva fatto per me? Oppure perderla per sempre, perché fino ad adesso aveva taciuto ogni cosa? 

Sapevo che il re se avesse scoperto qualcosa le avrebbe proibito di aiutarmi, ma erano passati troppi anni. Ero soltanto un ventenne al momento dell'arresto, oggi un uomo di venticinque anni.

Cinque anni in completa solitudine non erano pochi, specie se passati dietro le sbarre da innocente. 

Avrei dovuto scontare ancora altri anni, se non fosse stato per gli investigatori di mia madre...dopotutto.  

Mi lasciai cadere sul divano, sorseggiai la mia birra direttamente dalla bottiglia in vetro e rimasi a fissare la luna, che riuscivo ad intravedere appena attraverso i vetri della finestra. 

Giustizia o vendetta? 

Le parole di quella ragazzina ancora mi rimbombavano nella testa: 

" Ti sto chiedendo di fare giustizia e riprendere il tuo posto di principe ereditario. Fallo, anche per il bene di Edoardo, tuo fratello, che non ha affatto intenzione di diventare re..." 

E ancora...

  " Edo mi è stato vicino in un momento difficile e particolare della mia vita, in più ho genitori separati, quindi capisco perfettamente i drammi familiari. Certo, grazie a Dio nel mio caso non ho un assassino da scovare per risolvere il problema ma...voglio ricambiare il favore ad Edo "  

Chissà cosa doveva aver affrontato in passato. Di sicuro, il solo divorzio dei genitori non doveva essere stato facile da sopportare. Era carina, bassina...ma tutto sommato simpatica. Oddio...più che carina era passabile, escludendo gli occhi chiari e le labbra color ciliegia...e la sua dolcezza e gentilezza. Nonostante i suoi timori era più coraggiosa di quanto credesse, nei suoi occhi mi ero imbattuto in una forza incredibile a lei forse ancora del tutto sconosciuta. 

Sorrisi scuotendo la testa. 

Di sicuro era arrivata al castello al momento giusto. Il suo aiuto era fondamentale e prezioso per me, l'avrei ricompensata per bene alla fine di tutta questa storia. Se lo meritava. 

Guardai l'orologio al polso, erano le due di notte. Era da un pezzo che soffrivo d'insonnia, il carcere di sicuro non aiutava a prendere sonno. Di notte, nella mia cella rimanevo sempre sul chi vive, sulle difensive, sempre pronto a reagire e scattare in qualche modo al minimo segnale di pericolo. Era già successo che qualcuno mi mettesse le mani addosso per gioco, io ero già stato costretto a picchiare un altro...solo per difendermi. In cosa mi avevano trasformato in questi anni? No, non ero più il ragazzo di un tempo. Forse, avrei dovuto comportarmi meglio con quella ragazzina...ma in me non c'era più la voglia di essere gentile. Le circostanze non l'erano state con me. In passato ero dolce, gentile, un vero cavaliere... il ragazzo che ero diventato era tutt'altro. 

Il segreto di un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora