Mi fido di te

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Dana


Quando un cono di luce color argento proveniente dalla finestra colpì la sua figura, la prima cosa che risaltò ai miei occhi fu il suo sguardo color smeraldo che mi scrutava con attenzione. Jacopo vestiva elegante, camicia bianca perfettamente infilata nei pantaloni scuri, scarpe lucide...sul classico.

" Ti stavo aspettando " disse, arrotolandosi le maniche della camicia fin sopra i gomiti.

Rabbrividii istintivamente.

Perché si stava arrotolando le maniche della camicia? Che intenzioni aveva ?

Cosa doveva o voleva fare?

Tremai dalla testa ai piedi, ancor di più.

Voleva uccidermi? Sarei stata la sua prossima vittima?

" Hai perso la parola?" chiese inarcando le sopracciglia ed infilandosi le mani nelle tasche anteriori, una posa decisamente interessante, che evidenziava il suo petto ampio e le sue spalle larghe, se non fosse stato per il luogo e le circostanze in cui ci trovavamo...entrambi.

" Non penserai che io ti voglia uccidere, vero? " si assicurò, avvicinandosi a me.

Feci un passo indietro, la mia schiena finì contro la parete.

" Dana " mi chiamò, dal suo tono di voce traspariva delusione. Alzò le mani all'altezza delle spalle lentamente: " Non ti ho chiesto di venire qui per farti del male, davvero. Non sono un assassino, ti prometto che non ti toccherò nemmeno con un dito. Beh, non lo farei neanche in altre circostanze ma comunque..."

Le sue parole mi ferirono non poco, non so il perché, ma dentro di me avvampò un fuoco che sarebbe stato capace d' incenerirlo all'istante se solo avesse osato continuare a farmi sentire in quel modo. Una imbranata, che non valeva la pena essere guardata o amata.

" Stammi a sentire principetto dei miei stivali...tu non mi fai paura " sbottai, seppur con voce tremolante.

Fece una smorfia, piegando la testa di lato: " Poco credibile " commentò, avanzando verso di me.

Mi spinsi ancor di più contro la parete, percependo dolore alla schiena. I muscoli delle braccia e delle gambe si erano irrigiditi, non lasciandomi altra scelta se non quella di voltare la faccia nel momento in cui mi ritrovai il suo volto ad un centimetro dal mio. La parete era gelida, la guancia destra che continuavo a tenergli premuta contro lo percepiva chiaramente, ma non avevo nessuna voglia di guardarlo dritto negli occhi.

" Se davvero ti faccio così tanta paura, perché sei venuta qui...nel cuore della notte, tutta da sola? " chiese in un sussurro, incuriosito.

Il suo respiro sulla mia pelle mi fece trasalire, la pelle d'oca affiorò sulle mie braccia, chiusi gli occhi deglutendo a fatica.

Mi mancava ossigeno, tanto il cuore pulsava in maniera violenta nel petto. Non avevo mai provato una sensazione simile. Era paura? Terrore? Non riuscivo a scoprirlo, ma di una cosa ero certa...qualcosa di quella notte, in cui mi fu portata via la mia integrità da ragazzi vigliacchi ed ubriachi, era rimasta dentro di me.

" Volevo mettere in chiaro alcune cose " biascicai, riaprendo gli occhi di colpo.

Coraggio, dovevo affrontare la situazione a testa alta. Ero lì, per capire da che parte stare, per farmi un' idea personale su tutta quella strana faccenda e situazione familiare degli Hale. Lo facevo per amore di Edoardo, il mio migliore amico nonché principe che mi aveva tanto aiutato negli ultimi anni...

Lui sospirò: " Vuoi aiutarmi? " domandò, portandosi una mano fra i capelli corvini

Finalmente i miei occhi incontrarono i suoi.

Il segreto di un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora