Difendere ciò che più si ama

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Dana

M'incantai ad ammirare il suo bellissimo profilo. Il naso piccolo e dritto, le labbra leggermente carnose e dischiuse d'incredibile rosa perla, gli zigomi alti, la mascella pronunciata e forte, la fronte leggermente alta e quegli incredibili occhi a mandorla di quell'intrigante verde foresta, tanto capaci da togliermi il respiro. Era indiscutibilmente bello. Bello da morire. Stavamo passeggiando sulla battigia, Starlight teneva il nostro passo. Era stata un'esperienza magica galoppare sulla spiaggia. 

Era veramente come Jacopo la descriveva. Un'esperienza che ti riempiva di libertà e di voglia di vivere. 

" E' incredibile quanto Starlight sia così mansueto, la prima volta che l'ho visto era come impazzito." commentai, spezzando quel silenzio piacevole che aveva regnato fino a quel momento, ma anche un tantino imbarazzante. 

Jacopo sorrise: " Oh, beh. Starlight ama essere libero, i cavalieri che hanno provato a montarlo in mia assenza hanno sempre pensato di usare frustino, sella, staffe e redini, ma lui non chiede altro che essere libero e trattato con dolcezza." e detto ciò, accarezzò il muso dell'animale, ordinandogli di aumentare il passo con un solo gesto della mano. 

" La doma dolce, giusto?" intuii 

Lui annuì: " Sì, ho addestrato Starlight io stesso. Voglia che sia libero quel tanto da non farlo sentire prigioniero dentro il suo box."

" Praticamente quel che vorresti tu." dissi, prendendo posto a sedere su uno scoglio. 

Jacopo si piazzò al mio fianco, puntando gli occhi all'orizzonte dove l'azzurro del mare si confondeva con quello del cielo. 

" Questi anni sono stati terribili per me. Cinque anni dietro le sbarre di una prigione da innocente, in un Paese straniero, odiato da tutto il mondo e dimenticato dalla mia famiglia, dopo aver perso la donna che amavo e mio figlio che portava in grembo. Ogni notte, ogni giorno con la costante paura di essere assassinato, picchiato o deriso. Costretto a difendermi in ogni modo umanamente possibile pur di sopravvivere ed andare avanti. Ho picchiato spesso uomini, per difendermi, sporcandomi le mani del loro sangue. Ho qualche cicatrice sul corpo, che mi ricorda spesso quei momenti. Ho tirato fuori quel lato di me, in quel posto, che...che...più odio. Ma in questi anni è stato proprio l'odio ad impedirmi di annegare e la voglia di vendetta mi ha spinto a lottare."

" Ma da questo ti stavi lasciando consumare." conclusi io per lui

Lui mi lanciò un'occhiata ed annuì: " Sì, almeno fino a quando non ho incontrato te. Sono molto grato per il tuo aiuto. Sul serio." 

Inarcai le sopracciglia: " A me il merito? Davvero? Quello era un complimento?"

Scosse la testa ridendo, gli occhi sempre fissi sull'orizzonte come se non avesse il coraggio di guardarmi: " Adesso non ti montare la testa, non vorrei che il tuo ego mi uccidesse." 

Invece di ricambiare le sue parole per le rime un dolce sorriso affiorò sulle mie labbra, una mia mano corse a stringergli un ginocchio: " perché mi stai raccontando tutto questo? " 

Fissò prima la mia mano sul suo ginocchio, poi piazzò i suoi occhi verdi nei miei: " perché avevi ragione riguardo a quel che mi dicevi qualche sera fa, ho bisogno di tirare fuori tutto quel che ho passato per sentirmi veramente libero, ed io voglio esserlo e poi...perché voglio che tu sappia che non sono sempre stato così arrogante, duro. Sai, ero un tipo ribelle anche in passato, ma l'esperienza degli ultimi anni ha cancellato qualsiasi traccia di comportamento principesco che avessi acquisito. Ero più galante, gentile. Ti sarei piaciuto. " 

"...come adesso" sottolineai. 

Un mezzo sorriso tirò su un angolo della sua bocca: " Credevo che soltanto io avessi sofferto così tanto in passato, che nessuno potesse capirmi. Credevo che nessun altro al mondo avesse sofferto quanto me. Il solito egoista." 

Il segreto di un bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora