Capitolo 7

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Le settimane passavano, il mio esame di maturità si avvicinava sempre di più e io ero sempre meno sicuro di essere pronto, ma Marco continuava a stare con la stessa ragazza, forse aveva ragione, questa era diversa dalle altre, o semplicemente lui era finalmente cresciuto, ma non penso fosse questa la teoria corretta. Le mie conversazioni con Rose intanto diventarono sempre più frequenti fino ad arrivare a scriverci ogni giorno, ma man mano che il tempo passava mi rendevo conto che quello che provavo per lei forse non era un semplice sentimento di amicizia, ma la mia testa non lo voleva ammettere, continuavo a pensare che fosse stupido e insensato pensare di provare qualcosa per una ragazza appena conosciuta, che avevo appena conosciuto e che stavo conoscendo tramite messaggi. Mi resi conto che ogni attimo libero che avevo approfittavo per risponderle, che fosse al cambio dell'ora, nel tragitto interminabile nel bus, a pranzo, nel pomeriggio, la sera o sotto le coperte, mentre studiavo e cercavo di concentrarmi mi ritrovavo a fissare un punto vuoto e pensarla, e ripetevo a me stesso che ero solo uno stupido, e che un ventenne non può innamorarsi così di una persona, il problema era che ogni giorno però appena lei mi scriveva dimenticavo ciò che mi ero detto fino a poco fa.

Di un'altra cosa mi accorsi, ero più felice e mi sentivo più leggero, come se fossi libero, è sempre bello avere qualcuno nel cuore. Nonostante tutto questo la mia testa continuava a dare contro al cuore e io cercavo di ascoltare la mia parte più razionale. Un giorno, tornato a casa con la stessa voglia di vivere di ogni giorno, seguii la solita routine, mangiare e scrivere a Rose, poi studio, piccola pausa, approfittare per scriverle e studiare ancora fino all'arrivo dei miei genitori.

Mentre studiavo storia sentii un rumore di chiavi alla porta, mi aspettava un broncio o un sorriso dietro quella porta?

-Dany, tesoro, ho una buona notizia!-.

Mia mamma era sempre così, entrava in casa urlando per una qualsiasi cosa che le era successa a lavoro, il mondo poteva anche crollare e lei sarebbe tornata a casa con il sorridendo ugualmente.

-dimmi- le risposi alzando finalmente lo sguardo dal libro.

-ho chiamato l'agriturismo dove andiamo, hanno una camera libera per due persone la settimana che andiamo- mi disse quasi saltando.

Il mio primo pensiero fu quello di invitare Rose e Sarah in vacanza con noi, ma mi limitai ad annuire con fare dubbioso.

-ci pensi tesoro, tu puoi chiamare Robin con noi ancora, e la sua fidanzata e un'amica possono andare nell'altra stanza! Dato che lui ha rifiutato perché non voleva lasciarla sola- disse dandomi l'idea migliore del mondo.

Cercai di mantenere la calma nelle mie affermazioni successive, per non darle nessun sospetto, poi poco dopo, appena mia madre si allontanò per andare a farsi una doccia, scrissi al mio fidato amico le mie intenzioni per le vacanze estive, e mi rispose che ne avrebbe parlato con Sarah quella sera stessa, in modo che poi io potessi scrivere anche a Rose. In quel momento le uniche due persone che erano a conoscenza del mio stato di confusione per lei erano Marco e Robin. Avevo addosso una tale ansia per la loro riposta che riuscivo a mala pena a tenere ferme le mani.

-allora hai chiesto?- mi chiese mia mamma con i capelli raccolti in un asciugamano appena uscita dal bagno.

-si, mi fanno sapere tra poco- le risposi cercando di concentrarmi su qualcos'altro che non fossero lo vacanze.

A cena mio papà si lamentò delle solite cose e come sempre mia madre sembrava ascoltarlo con interesse nonostante parlasse degli stessi argomenti ogni sera. Dopo mangiato presi il telefono e mi distesi sul letto in camera mia a rispondere ai messaggi, il solito gruppo della classe era pieno di messaggi, poi c'erano dei messaggi di Robin e Rose. Decisi di controllare prima quelli del mio amico, in modo da scrivere subito dopo a Rose in caso affermativo, e per mia fortuna i due innamorati accettarono l'invito, ora bisognava convincere lei, anzi peggio, suo papà, lei sicuramente avrebbe accettato, ma suo padre non l'avrebbe lasciata venire in vacanza una settimana con me. Risposi ai suoi messaggi e poi le proposi la mia idea per le vacanza e anche lei ebbe il sospetto che suo papà non avrebbe accettato, però mi disse che avrebbe provato, alleandosi con sua mamma, a convincerlo. Continuammo a scriverci ogni giorno, ma lei non accennava mai alle vacanze e ogni giorno che passava ero sempre più convinto che non sarebbe potuta venire via con noi. Poi una sera di poche settimane dopo un messaggio mi fece smettere di respirare:

-hey senti Dany, ho parlato con i miei per le vacanze...sai mi dispiace un sacco-.

"Ecco" pensai "come immaginavo, non può venire, era ovvio, come avevo anche solo potuto sperarci".

Poi dopo una lunga attesa di rassegnazione al primo messaggio ne seguì un'altro:

-ma ti dovrò infastidire un'altra settimana!!!-

Balzai in piedi buttando quasi tutte le coperte a terra quando lessi quello che mi aveva scritto.

-davvero?- le scrissi sconvolto dalla sua risposta

-siiii!!!! Preparati alle peggio cose!!!!- mi rispose.

Avvisai subito mia mamma di comunicare all'agriturismo che prendevamo anche quella camera ma data la tarda ora la reception era chiusa, quindi chiamammo il giorno dopo.

Quella notte quasi non riuscii a chiudere occhio da quanto ero agitato per la notizia fantastica, un'intera settimana con lei. Il mattino seguente aspettai l'arrivo di Marco fuori da scuola e poi gli raccontai tutto prima che ci raggiungessero la sua fidanzata con le sue amiche, non mi andava che continuassero a chiedermi se provavo qualcosa per lei, anche perché non ero più sicuro dei miei sentimenti nemmeno io.

Poche settimane dopo andai a fare un giro per la mia città con Marco, la sue fidanzata e la sua migliore amica, mi sentivo molto poco socievole quella sera, infatti mentre camminavamo io, che solitamente ero davanti a tutti restai indietro a pensare a me, poi guardando una vetrina notai un braccialetto che inconsciamente mi fece pensare a Rose, me la vedevo già con quello al polso, ci rimuginai a tal punto che decisi di entrare e comprarglielo. Uscii con una borsetta rigida chiusa con un fiocco e raggiunsi gli altri soddisfatto del mio acquisto. Quella sera andammo in un piccolo locale di cocktail e decisi di prendere un Bellininitini. Fortunatamente trovammo tre posti a sedere vicino al bancone e a Gaia non diede fastidio sedersi in braccio a Marco. Nonostante cercassero di includermi nei loro discorsi continuavo ad allontanarmi da loro con i pensieri troppo distratto dalla vacanza, e dagli esami, soprattutto da questi ultimi che mi tormentavano da inizio anno. 

Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora