capitolo 34

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Il martedì non lavoravo, quindi chiamai il mio amico Marco, che dopo una ventina di minuti era già a casa mia. Io e Marco ci conoscevamo fin da piccoli, abitavamo poco distanti, e le nostre mamme si conoscevano già prima della nostra nascita. Avevamo scelto la stessa scuola, e dopo che sono stato bocciato, ci siamo trovati in classe insieme, e siamo stati fedeli compagni di laboratorio da subito. Ultimamente lo avevo un po' ignorato, perchè passavo gran parte del mio tempo a pensare a Rose, o ad aiutare i miei genitori con varie faccende, ma sentivo il bisogno di distrarmi dalla realtà. Circa venti minuti dopo era a casa mia. Dopo esserci comodamente seduti sul divano discutemmo su cosa avremmo potuto fare quella mattina, e come ogni volta ci trovammo con un pacco di popcorn a guardare un film. La scelta finì con un film fantascientifico, ambientato in un futuro distopico, di cui io avevo già letto il libro, che come ogni volta era completamente diverso. Il film parlava di una piccola comunità di persone sopravvissute ad un'esplosione nucleare. Per arrivare in un posto in cui essere curati dovranno superare lande desolate, scontrarsi con animali, e perdere alcune persone amate, e tra questi, come ogni volta, muore il mio personaggio preferito. Dopo il film guardammo l'orologio, erano le undici e mezza ormai quindi, dato che i miei genitori sarebbero tornati verso le diciotto entrambi, decisi di invitarlo a pranzo. Preparammo velocemente una pasta e poi pranzammo tranquillamente.
-chi è la tipa che hai come sfondo?- mi chiese mentre si prendeva dell'altra pasta dalla pentola.
-è Rose, la ragazza di cui ti avevo parlato- gli dissi mentre portavo il mio piatto dentro il lavandino.
-ancora lei? Ma non ti è passata la cotta?- mi chiese stuzzicandomi.
-no. Diciamo che ci siamo messi insieme- gli dissi sorridendo.
-eh?- esclamò perplesso -ti sei messo insieme ad una ragazza? E non ha neppure gli occhi azzurri?-.
-e cosa centra?- gli chiesi dimenticandomi per un attimo del suo prototipo di ragazza perfetta. 
Marco era convinto che una ragazza per essere perfetta avrebbe dovuto avere gli occhi azzurri, essere alta e magra, e questa sua convinzione era l'unica cosa che odiavo di lui.
-dai, le ragazze con gli occhi azzurri hanno il loro fascino, anzi, sono bellissime- mi disse tra un boccone e l'altro.
-si, niente da dire, ma non approvo questo tuo prototipo di ragazza, perchè se ti innamori di una ragazza e non ha gli occhi azzurri cosa faresti?- gli chiesi alterato.
-Daniele, è la stessa storia di ogni volta, non mi convincerai mai, perchè io la prima ragazza la voglio così, e so anche di potermelo permettere- mi disse facendo uno dei suoi sorrisi beffardi.
-lo sai che mi innervosisce questo discorso, ogni volta- dissi scuotendo la testa.
-lo so, ma tu continui a farlo da anni, e alla fine non cambia mai nulla, e io rimango della mia idea- mi disse facendomi l'occhiolino.
-un giorno una ragazza, con gli occhi di un colore diverso dall'azzurro, ti farà perdere la testa, e in quel momento vediamo cosa farai- gli dissi pensando a Rose. 
-dubito che succederà- mi rispose posando il piatto nel lavandino.
Scossi la testa. Non riuscivo a capire come potesse essere così stupido da pensare che la bellezza fosse l'unica cosa importante, e non accennava a cambiare idea. Non capiva che l'aspetto cambia con gli anni, quindi non puoi innamorarti solo di una cosa esteriore. 
-oh ti va di fare una chiamata con Rose? Così vi presento- gli chiesi. 
-ci sto- mi rispose dandomi una pacca sulle spalle.
Andammo in camera mia, e dopo aver accesso il mio vecchio computer, aprii skype, che come ogni volta si aprì dopo moltissimo tempo. Quando finalmente riuscii ad entrare, chiamai Rose. Ero così felice di rivederla che mi tremavano le mani. Eccola là, finalmente, con quel suo sorriso finto che avrebbe ingannato chiunque, ma i suoi occhi dicevano altro, mostravano tutta la sua sofferenza, mostravano tutte le notti insonni passate a piangere, mostravano tutto quello che lei cercava di nascondere. Dopo esserci saluti e detti le solite cose, tipo ti amo e mi manchi, capii che era ormai ora di presentarle Marco. 
-Rose, questo è il mio amico Marco- le dissi indicandoglielo.
-incantato- le disse lui mimando di togliersi il cappello e di prenderle la mano per baciagliela.
-ehi stai lontano dalla mia ragazza- gli dissi cercando di sembrare arrabbiato. 
-piacere di conoscerti- gli rispose Rose ridendo.
-Daniele mi ha parlato molto di te, molto molto molto, è insopportabile, sembra che non abbia altri argomenti di conversazione- le disse Marco mettendo la mano da un lato della bocca, come quando si cerca di non farsi sentire. 
-beh è innamorato, penso sia normale- gli disse Rose ridendo, adoravo quel suono.
-no fidati, sei il suo unico pensiero, e questo da quando vi siete conosciuti- le disse Marco guardandomi con uno sguardo da rimprovero. 
Restammo a parlare finchè non ci interruppe suo padre, allora ci salutammo. Ogni volta che ci chiamavamo avevo un gran senso di nostalgia, nonostante fossi al contempo molto felice. 
Prima di salutarci chiesi a Marco che ne pensava di Rose
-si è simpatica, e anche più bella di quello che credevo, ma non ha gli occhi azzurri, quindi niente- mi disse, poi mi salutò e se ne andò a casa. 
Che avesse o no gli occhi azzurri a me non interessava, perchè era già perfetta, era stupenda, e stare con lei mi rendeva felice. 



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