Capitolo 20

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Come ogni mattina mi svegliai e scrissi a Rose, quel giorno però fu diverso. Solitamente mi rispondeva verso le nove, massimo dieci, stavolta invece attesi, attesi molto finché non mi squillò il telefono. Verso mezzogiorno mi arrivò una chiamata dalla mamma di Rose.
-pronto- risposi dopo il primo squillo.
All'altro capo sentii piangere -amore, non ce la faccio più- mi disse Rose al telefono, con voce tremante.
-amore mio perché? Cosa è successo?- le chiesi triste.
-sta mattina dovevo andare a fare la spesa- mi disse tra i singhiozzi -e allora sono andata da mio nonno a chiedergli se gli serviva qualcosa- disse scoppiando a piangere.
-stai tranquilla, prendi aria e continua a raccontarmi appena riesci- le dissi mantenendo la calma.
-sono entrata in casa sua e...e...e- disse singhiozzante, sembrando incapace di continuare.
-tranquilla tesoro, siediti e prendi fiato- dissi non sapendo cosa dire.
-e ho trovato mio nonno steso a terra- disse singhiozzando dopo ogni parola, e scoppiando a piangere alla fine.
-oh mamma Rose, e ora come stai?- le chiesi sconvolto.
-sono fuori dall'ospedale, e sto aspettando l'esito degli esami, mentre i miei sono in camera con lui- mi disse piangendo -non ce la faccio più-.
-e tuo nonno come sta?- le chiesi.
-è steso sul letto, non dice nulla e non muove nulla se non gli occhi, e fissa tutti con sguardo interrogativo, penso abbia avuto un ictus- disse scoppiando a piangere.
-amore, amore, vai a farti una passeggiata, respira, calmati un po', anche se sono sicuro che non sia facile, e torna in ospedale con il tuo più bel finto sorriso, che tuo nonno sicuramente apprezzerà- le dissi non sapendo più cosa dire.
-forse hai ragione, ma non è facile, poi non ho nessuno su cui appoggiarmi, perché tu e Sarah siete così lontani- mi rispose con voce rotta.
-beh dai puoi sempre chiamare Sarah e chiederle di venirti a trovare con Robin- le risposi.
-hai ragione, dopo la chiamo- mi disse -sta uscendo mia mamma di corsa, davo lasciarti, ciao patato-.
Dopo questo chiuse la chiamata, senza darmi il tempo di risponderle.
-fammi sapere come sta tuo nonno- le scrissi subito dopo.
Mi preparai il pranzo di cui mi ero totalmente dimenticato durante la chiamata di Rose. Una pasta con il ragù già pronto che era in freezer, semplice, veloce, ma buono. Mentre mangiavo il pensiero del nonno di Rose mi continuava a tormentare, cosa gli era successo?
Mangiai velocemente, continuavo a fissare il telefono, attendevo la sua chiamata.
Mentre lavavo le stoviglie sporche il telefono squillò, mi sciupai le mani velocemente e risposi.
-pronto tesoro, sono la mamma- mi disse una voce dolce.
-dimmi mamma- le risposi.
-se ti mando la lista della spesa, vai a fare le spese?- mi chiese.
-si vado mamma, ciao ciao buon lavoro- risposi chiudendo la chiamata.
Dopo circa dieci minuti mi arrivò la lista della spesa. Presi i soldi, il telefono, salii in macchina e andai verso il negozio. Dopo aver parcheggiato, presi il carrello, entrai il negozio, e iniziai a comprare le cose scritte sulla lista. Arrivai alla cassa, pagai il conto, e mi diressi verso la macchina. Dopo tutto questo Rose non mi aveva ancora chiamato, e io iniziavo a preoccuparmi sempre più.
Finalmente, dopo aver sistemato tutta la spesa, il mio telefono squillò, e sta volta era Rose.
All'inizio sentii solo piangere, come la prima chiamata, non avevo il coraggio di chiedere nulla.
-amore- sentii dire tra i singhiozzi -mi hanno detto cosa è successo-.
-dimmi tesoro- le risposi.
-ha avuto un ictus ischemico- mi rispose piangendo.
-Ehy amore...- cercai di dirle.
-non dirmi di tranquillizzarmi perché non ce la faccio- mi rispose arrabbiata.
-va bene, dai allora parlami- le risposi in tono calmo.
-un ictus ischemico provoca la lesione e la morte dei alcune cellule del cervello. E...e...e mio nonno- mi rispose singhiozzando.
-amore mio mi dispiace- le dissi mentre la ascoltavo piangere -e che danni ha avuto?-.
-per ora fa fatica a parlare, ma dicono che si riprenderà- mi rispose singhiozzando ad ogni parola -e ha perso l'uso delle gambe e...- e si interruppe bruscamente.
Non ebbi il coraggio di dire nulla.
-e non lo recupererà mai- disse iniziando a piangere sempre di più.
-amore mi dispiace- le risposi tristemente.
-anche a me- rispose -vorrei averti qua con me, per potermi sfogare, ma sei lontano, e io ti amo, e ora sono sola, non ho neanche più mio nonno-.
-tesoro anche tu mi manchi, e comunque tuo nonno non è morto, si riprenderà- le dissi cercando di rincuorarla.
-io sto malissimo amore, voglio solo farla finita- mi disse, e in quel momento mi sentii mancare.
-tesoro, non parlare così, non puoi farla finita- le risposi spaventato.
-ma tanto amore, chi mi vuole bene? Chi ha bisogno di me? Nessuno- mi disse.
Rimasi zitto per un po', non sapendo cosa dire.
-amore io ho bisogno di te, io non ti voglio bene, perché ti amo, poi pensa a Sarah a tuo nonno- le dissi -ma forse noi per te non siamo nessuno- e mentre lo dicevo delle lacrime mi scendevano sul volto.
-a Sarah non importa nulla di me, lei ora ha Robin, io non esisto più, sono stata come un vapore per lei, prima c'ero, ora non ci sono più- mi rispose.
-non è vero ed è inutile che continui a dirlo- le dissi -lei ti vuole ancora bene, solo che siete lontane, e vicino a lei c'è Robin. Poi pensa a tuo nonno, cosa farebbe senza di te?-.
-ma io vorrei essere una di quelle persone amate, una di quelle che tutti riconoscono come la ragazze dolce, la ragazza simpatica, non la ragazza strana e poi...- mi disse prima che la interruppi.
-amore, so che hai bisogno di calmarti, e che queste sono solo parole campate in aria, quindi prima tranquillizzati fatti un giro, e poi ne riparliamo- le dissi nervosamente.
-amore, non ho bisogno di calmarmi, ma ho bisogno di essere amata- mi disse.
-eppure io ti amo- le risposi piangendo e poi chiusi la chiamata.
Avevamo parlato per circa un ora, e con la conclusione che stavo peggio di prima. Rose mi aveva fatto sentire più impotente di quello che non mi sentivo già. Dovevo andarla a trovare il prima possibile, prima che avesse potuto combinare qualcosa di grave. Io la amavo, ma forse non avevo fatto abbastanza per dimostrarle tutto il mio amore.
Mi stesi sul letto a pensare a tutto quello che era successo.
-tesoro sono a casa- annunciò mia mamma appena entrò a casa.
-ciao mamma- la salutai tristemente restando steso.
-tutto bene?- mi chiese entrando in camera.
-si si, come sempre- le risposi senza guardarla.
-cosa ha fatto Rose sta volta?- mi chiese sorridendomi.
-no è che suo nonno ha fatto un ictus, e Rose si sente molto sola, e ingigantisce tutto- le risposi.
-beh dovevo dirtelo con tuo padre, ma questa è per te- mi rispose passandomi una busta che aveva in mano.
-cos'è?- le chiesi prendendola in mano.
-decidi tu se aprirla ora o dopo davanti a tuo padre- mi disse uscendo.
Continuavo a far passare la busta da una mano all'altra, finché la curiosità non si impossessò di me. Decisi di aprire la busta. Dentro c'erano due biglietti del treno per venerdì quindici, per arrivare al paesino di Rose, aveva una stazione. Un biglietto con un nome di un hotel sempre del suo paese.
-mamma è quello che penso?- le chiesi portandomi a sedere sul letto.
-credo di si. Cosa pensi?- mi chiese ridendo.
-grazie grazie grazie grazie- le risposi andando verso di lei.
-prego tesoro- mi rispose.
Poi la abbracciai, ero felicissimo, potevo finalmente essere utile a Rose. Glielo dovevo dire? Beh quel giorno decisi di non farlo, decisi di farle una sorpresa e presentarmi a casa sua un giorno che non faceva assostenza a suo nonno. Mi sarei messo d'accordo con i suoi genitori e le avrei fatto una bellissima sorpresa. Avrei potuto rallegrarla dopo tanta tristezza.
La sera io e Rose ci scrivemmo un po', lei si scusò per il comportamento della mattina e io la compresi, capivo che poteva essere arrabbiata e triste per ciò che stava succedendo, e che aveva bisogno di sfogarsi. Ringraziai molto i miei genitori per il regalo che mi avevano fatto. Quella notte dormii poco per l'agitazione, per la felicità che finalmente avrei potuto rivederla. Anche se non era passato molto tempo avevo bisogno di rivederla, di abbracciarla ancora, di starle vicino, avevo bisogno di lei.

Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora