Capitolo 18

75 8 0
                                    



Verso le sette mi alzai e augurai il buongiorno a Rose per poi andare a farmi la doccia. Dato il caldo che faceva quei giorni ogni mattina mi svegliavo in un bagno di sudore e dato che quel giorno dovevo portare vari curriculum non potevo di sicuro puzzare. Dopo tutta la mattinata passata tra ristoranti e bar trovai solo un posto che mi accetto il curriculum e verso l'ora di pranzo tornai a casa sconsolato.

-amore ti va di fare una chiamata oggi?- scrissi a Rose non appena mi incamminai.

-piccolo patato ho una visita e quindi prima delle quattro e mezza non posso- mi rispose poco dopo.

-e poi ci sono i tuoi a casa e non vuoi che sappiano di noi-

-no, ieri sono riuscita a dirgli di noi- mi rispose.

-ora ti chiamo mi devi raccontare- le scrissi con le mani che mi tremavano.

-Raccontami cosa ha detto tuo papà- le chiesi come prima cosa quando rispose.

-non ha detto niente, si é alzato da tavola ed é andato a fare una passeggiata, è tornato a casa e non mi ha detto più nulla, credo mi abbia diseredato- mi rispose rispose ridendo.

-credo che tuo padre mi odi sempre più-

-credo che tutti i padri odino i fidanzati delle figlie- mi rispose -devo pranzare ora, mi dispice-

-buon pranzo anche a te- le dissi chiudendo la chiamata.

Arrivato a casa non trovai la voglia di cucinare e sinceramente neanche quella di mangiare, quindi decisi di preparare semplicemente un riso in bianco e lo mangiai da solo senza neppure preparare la tavola.

Rilessi i messaggi con Rose, aveva una visita, mi chiesi cosa potesse avere, non mi aveva detto nulla, e non mi sembrava preoccupata un granché quando ci eravamo chiamati questa mattina, ma avevo comunque una brutta sensazione e allora decisi di scriverle.

-che visita hai?-

-ti dico dopo perché ora entro nello studio- mi rispose subito.

Pensai non fosse nulla di grave, se no me lo avrebbe raccontato sicuramente. L'ansia non mi lasciava libero un minuto, provai a distrarmi in vari modi, ma il tutto si concluse con me seduto vicino al tavolo a fissare il telefono ad aspettare una risposta.

Verso le cinque mi appostai davanti al computer, preparato, sorridente, anche se un po' in ansia.

-ci sono- mi scrisse pochi minuti dopo.

-ciao amore- la salutai sorridendo con il cuore a mille, come ogni volta che la vedevo.

-ciao patato- mi disse sorridendo a fatica.

Vedevo in lei qualcosa di strano, aveva gli occhi arrossati e l'espressione di chi aveva pianto fino a poco prima.

-saltiamo la parte in cui ti chiedo come stai e mi dici che stai bene nonostante tu abbia pianto fino a poco prima, dimmi direttamente che cos'hai-.

Man mano che parlavo vidi il suo sorriso smontarsi e gli occhi arrossarsi. Dopo la mia richiesta tacque per un tempo che a me sembrò lunghissimo, quasi infinito, nel quale mi sentii incapace persino di respirare.

-poco prima di partire per la Toscana, mi sono provata un vestito strettino, e ho notato qualcosa di strano, praticamente un fianco era più in alto dell'altro, allora sono andata a farmi delle radiografie per capire cosa ci fosse che non andava- mi rispose con la voce che tremava sempre più -dalle lastre é riscontrata una scoliosi lombare di quarantadue gradi e una dorsale di trentuno gradi, in pratica la mia schiena é una S-.

Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora