Capitolo 21

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-amore mi senti?- mi chiese appena cominciò la videochiamata.
-si ci sento, tu?- le chiesi.
-perfetto- mi rispose Rose.
Ero con lei in ospedale, a salutare suo nonno, anche se online.
-come sta?- chiesi al nonno di Rose steso sul letto.
-be...ne. Gra...zie. Tu?- mi rispose a fatica.
-bene bene grazie- gli risposi sorridendo.
-a...pri. il. cas...set...to- disse faticosamente.
Rose aprì il cassetto, e ne tirò fuori una lettera.
-leg...gi- le disse.
-per Daniele- era scritto sopra la busta.
-So di non essere stato molto dolce con te all'inizio, ma avevo paura che una persona di città potesse cambiare la mia nipotina Rose, che mi è sempre stata così vicina, e mi ha sempre voluto bene, e avevo paura di perderla. Sinceramente qualcosa in lei l'hai cambiata, ma è una cosa positiva tranquillo. Avevo notato che Rose ultimamente aveva smesso di sorridere e che era molto triste, ma ora, dopo che ti chiama, dopo che ti vede su questo computer, sorride sempre, e torna la Rose di un tempo, e ti volevo ringraziare, avevo bisogno di quel suo sorriso. Poi avevo paura che non vi amaste veramente, credevo fosse una cotta adolescenziale, ma non è così, mi sbagliavo su tutto, lei ti ama, e l'ho capito da come sorride quando parla di te, e dai suoi occhi, ha lo sguardo di chi sarebbe capace di tutto pur di stare con te, di vederti, ha lo sguardo di chi ama. Quindi ti ringrazio per ciò che stai facendo alla mia nipotina, io non avrò vita lunga, ma ti prego aiutala tanto quando io non ci sarò più, perché ci sarete solo tu e lei, quindi amala, amala, e continua ad amarla. E scusa perché ti avevo giudicato male.
Con affetto
Francesco-
Mentre Rose mi leggeva continuava a singhiozzare, soprattutto verso la fine. Quando finì di leggere la lettera, si buttò a braccia aperte su suo nonno per abbracciarlo. Pianse e suo nonno la avvolse lentamente con un braccio
-su. smet...ti. di. pian...ge...re- le disse accarezzandole la schiena.
-grazie grazie nonno, ti voglio bene- gli disse Rose senza smettere di piangere.
-sai nonno Daniele ci teneva a vederti, me lo ha detto lui ieri, ha continuato ad insistere finché non ho accettato- disse Rose ad un certo punto, girata verso lo schermo sorridendomi.
-che. pen...sie...ro. dol...ce- rispose il nonno di Rose.
Parliamo per circa un'ora, finché non entrò in stanza un medico anziano, che ci disse che doveva riposare, allora chiudemmo la chiamata. Il nonno di Rose faticava a parlare, faceva frasi lente e corte, ma vedevo la gioia nei suoi occhi. La felicità di vedere sua nipote felice, e di sentire qualcuno vicino. Anche Rose dovette uscire dall'ospedale per lasciare tranquillo suo nonno. Dopo mi scrisse che i medici avevano comunicato alla sua famiglia che entro un mese il linguaggio di suo nonno sarebbe migliorato, perché era motivato e aveva voglia di tornare a parlare normalmente. Avevano dato il compito alla famiglia di creare dei cartoncini per aiutarlo. Tutta la famiglia voleva essere utile. Quel pomeriggio parlammo di cosa scrivere nei cartoncini e ogni settimana i vocaboli cambiavano e aumentavano, ma non lo facevano lavorare troppo. Dopo una settimana si resero conto che Rose era la persona che lo motivava di più e con gli altri parenti era più restio, allora decisero di far fare questo lavoro solo a lei, un'ora al giorno circa. Man mano che Francesco migliorava anche Rose stava meglio. La data della mia partenza si avvicinava sempre più, e io avevo ancora molte cose a cui pensare, volevo organizzare qualcosa di carino da fare, un regalo da portarle oltre al braccialetto. Chiesi consiglio a mia mamma, lei era una donna, d'altronde le donne si capiscono bene tra loro, e mi aiutò. Man mano che il giorno si avvicinava ero sempre più agitato.
Mi svegliavo ogni mattina pensando a lei. Pensando a quando ci saremmo rivisti. Chiamai sua madre per accordarmi per il giorno della mia visita.
-pronto- mi rispose al quinto squillo.
-buongiorno Vera sono Daniele, come va?- le dissi.
-oh ciao Daniele, bene grazie tu?- mi rispose.
-bene bene, ehm...si ricorda che le avevo parlato che venivo a trovarvi, che avevo preso i biglietti, e avevo trovato l'alloggio, volevo accordarmi per quale ora sarebbe meglio anche per voi che arrivassi- le chiesi.
-beh guarda la mattina Rose sta solitamente da suo nonno, però quella mattina sono a casa anche io, quindi potrei sostituirla,e tu la sorprendi in ospedale- mi rispose.
-quindi magri prendo il treno che arriva a casa vostra alle dieci e mezza, e poi per andare all'ospedale mi porterebbe lei?- le chiesi.
-certo caro, basta che non mi continui a dare del lei, che mi da i nervi- mi rispose.
-ve bene- le dissi ridendo -Rose comunque non sa niente del mio arrivo vero?- chiesi per accertarmi.
-certo, ma suo papà si, e non è molto contento del tuo arrivo- mi rispose.
-beh credo sia ovvio- le dissi -ma ha fatto qualche scenata?- chiesi.
-si, ma ho risolto tutto, gli ho detto che Rose ha bisogno di stare tranquilla ora che suo nonno sta male, ha bisogno anche di rilassarsi, e di stare con le persone che ama, dato che sono tutte lontane. In più gli ho detto che non dormirete insieme, quindi non potete combinare nulla. Sono stata brava eh?- mi chiese.
-la ringrazio, cioè grazie mille, mi hai aiutato molto, e non vedo l'ora di rivedervi- le dissi.
-Rose sarà felicissima di vederti, ti ringrazio di farla questa sorpresa, e grazie per farla sorridere ancora- mi disse.
-prego- le dissi sorridendo.
-beh credo di doverti lasciare, devo lavorare, a domani, e grazie ancora- mi disse
-grazie a lei- risposi.
Dopo esserci salutati chiudemmo la chiamata.
Tutto era organizzato alla perfezione, e tra pochi giorni sarei partito, e avrei rivisto il mio amore. Il mio cuore andava a mille al solo pensiero, credevo che mi sarebbe scoppiato il petto. Le gambe mi tremavano, e il mio stomaco si rivoltava. Era tanto che non provavo queste sensazioni, perché era distante, ma tra poco l'avrei abbracciata, l'avrei baciata, e avremmo fatto moltissime cose insieme. La tensione mi stava già divorando. La cosa complicata ora era non mostrare a Rose la mia felicità, e mantenere la faccia da poker.

Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora