capitolo 25

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La mattina seguente mi avviai verso la casa di Rose verso le sette, dato che avevamo deciso di partire presto quella mattina, in modo da fare colazione al mare tutti insieme. Come precedentemente ci eravamo accordati io e Rose, dovevo scriverle un messaggio appena ero al cancello di casa sua, per non suonare e non disturbare i suoi genitori che dormivano ancora. Poco dopo averle scritto il cancello si aprì. Entrai in casa sua, e la trovai intenta a riempire il suo zaino di cose che aveva disordinatamente disposto sulla tavola, la maggior parte inutili. Era così bella, indossava una maglietta tie dye coloratissima, e un paio di pantaloni scuri, corti e a vita alta. Mi avvicinai al tavolo, e abbracciandola da dietro, facendomi spazio tra i capelli, le diedi un bacio sul collo. 
-ti amo- le sussurrai.
-anche io- mi rispose.
-cosa stai mettendo dentro lo zaino?- le chiesi ridendo.
-tutte cose che mi serviranno- mi rispose.
-tipo il tuo quaderno, un libro da leggere e un giornale?- le chiesi prendendo in mano il suo diario. 
-si, guarda che c'è tanta strada da fare, e tanto tempo da passare, tu non conosci Sarah- mi disse -e poi il mio quadernetto viene sempre via con me- e finì per strapparmelo dalle mani.
-riuscirò mai a leggere qualcosa dal tuo diario?- le chiesi.
-non lo so, mi vergogno molto di ciò che scrivo- mi rispose infilandolo nello zaino.
Pochi minuti dopo mi arrivò un messaggio da Robin, erano fuori da casa di Rose. Uscimmo di casa, e  salii dietro affianco a Rose. 
-con cosa partiamo?- chiese Sarah rivolgendosi a Rose.
-io propongo di partire con Ed- le rispose.
-va bene, tira fuori il CD- disse Sarah sporgendo indietro il braccio.
-moriremo, io ti avviso- mi disse Robin.
-perchè?- chiesi divertito mentre Sarah inseriva il CD.
-lo vedrai- mi rispose guardandomi attraverso lo specchietto retrovisore. 
Dopo un paio di canzoni capii cosa intendeva Robin.
-ma faranno così per tutto il viaggio?- chiesi urlando per superare le loro voci.
-certo, e tra un po' inizieranno anche a ballare- mi rispose scuotendo la testa.
Praticamente sapevano tutte le canzoni di tutti i cd che si erano portate, e cantarono e ballarono per tutto il viaggio, con qualche pausa ogni macchina gialla che vedevano, che io non riuscivo mai a trovare e quindi dovevo subirmi i loro pugni sulla spalla.
-hai portato lo smalto?- chiese Sarah a Rose nel momento di calma in cui toglieva il primo CD, per sostituirlo con il prossimo.
-ovvio- disse Rose estraendo uno smalto rosso e un nuovo CD dallo zaino.
Passò il CD a Sarah e lo fece partire, poi Rose tolse dallo zaino un'altro smalto, ma sta volta blu, e le passò anche quello. Si misero lo smalto canticchiando appena la canzone e poi, finito di essersi sistemate le unghie, alzarono nuovamente il volume, e si misero a cantare e a scuotere le mani.
-nuovo modo di asciugare lo smalto?- chiesi a Rose ridendo.
-si, e non hai visto il modo classico- mi rispose ridendo e facendo l'occhiolino a Sarah.
-e quale sarebbe?- chiesi perplesso.
-non dovevi chiederlo amico- mi rispose Robin poggiandosi disperatamente una mano sulla fronte
-quando io e Sarah abitavamo vicine e ci mettevamo lo smalto insieme, per farlo asciugare in fretta iniziavamo a correre per casa, e a girare in tondo velocemente e molte volte ci scontavamo- mi disse ridendo.
-no, non ci credo- dissi ridendo.
-fidati amico, io le ho viste- mi rispose Robin ridendo.
Quando ormai mi stava esplodendo la testa Rose iniziò a battermi sul braccio.
-cosa c'è?- chiesi divertito.
-non la riconosci?- mi chiese perplessa.
-è San Francisco?- chiesi iniziando a canticchiare.
-si- mi rispose urlando -canta con noi-.
E così iniziai a cantare anche io.
-no amico, ora sei come loro, ti hanno contagiato- disse Robin ridendo, mentre per l'ennesima volta spingeva lontano da lui Sarah che ballava.
-per fortuna siamo quasi arrivati- disse Robin sospirando.
Finita la canzone Robin stava già cercando un parcheggio vicino a un bar. Dopo averlo trovato andammo a fare colazione. Eravamo in un classico piccolo bar di spiaggia, e ci sedemmo fuori, in un tavolino rosso, e avvicinammo due sedie, in modo da mangiare tutti e quattro assieme. 
-scommetto che prenderai un succo alla pesca- dissi a Rose ridendo.
-esattamente- mi rispose avvicinandosi a me, per darmi un bacio.
Si avvicinò un cameriere al nostro tavolo, con una camicia a maniche corte, semitrasparente, con i primi tre bottoni sbottonati. Attraverso la camicia si vedeva appena gli addominali scolpiti del ragazzo. 
-allora, cosa ordinate?- chiese il cameriere biondo sorridendo, e sfoderando le fossette, guardando Rose e Sarah.
-io un succo alla pesca e una brioche alla marmellata- disse Rose sorridendo, e guardando il tavolo.
-io un succo all'ace, e una brioche alla crema- disse Sarah, guardando Rose sorridendo a sua volta.
-per me un cappuccino e un krapfen- dissi fulminando le ragazze. 
-anche per me- disse Robin guardando male il cameriere.
-va bene, arrivano subito- disse facendo l'occhiolino alle ragazze. 
-oh mio dio che sbruffone- dissi appena si allontanò.
-per me sei solo geloso- mi disse Sarah.
-no, non è vero!- le risposi scandendo ogni parola.
-invece si- disse Sarah.
-ma farà così con tutte, è il suo lavoro, poi io ho te- mi disse Rose prendendomi la mano -poi pensa a quanto avrei dovuto lamentarmi io con la cameriera della toscana-.
-ma io non ci provavo con la cameriera- risposi stringendole la mano.
-nemmeno io- mi disse Rose.
-e tutte quelle risatine, quei sorrisini- le dissi arrabbiato.
-vuoi vedere cosa significa provarci con un ragazzo?- mi chiese in tono di sfida.
-certo- le risposi.
-beh allora dopo lo vedrai, riuscirò ad avere anche il suo numero- mi rispose mollandomi la mano.
-va bene- dissi arrabbiato, e senza guardarla in faccia.
Lo stesso cameriere ci servì al tavolo.
-pagate ora o dopo- chiese con la sua voce profonda.
-paghiamo dopo- rispose Rose sorridendogli e giocando con un riccio. 
-allora a dopo- disse il cameriere.
-certo- le rispose Rose. 
-quanto hai intenzione di andare avanti?- le chiesi guardandola male.
-fino alla fine, come mi hai sfidato- mi rispose.
Finimmo di mangiare, e poi Rose fece per prendere il portafogli, ma la bloccai, e tirai fuori i soldi per la sua colazione, e per i miei, e lei li prese, insieme ai soldi della colazione di Robin e Sarah, si sistemò la maglia, in modo che sembrasse più attillata e scollata, e si diresse verso il cameriere al bancone. La vidi da lontano atteggiarsi come una di quelle ragazze che aveva sempre criticato, mi dava fastidio, aveva ragione, ero geloso. Arrivò da noi dopo un paio di minuti, mostrandoci lo scontrino, con il nome e il numero di telefono del cameriere.
-addirittura!- esclamò Sarah guardando lo scontrino.
-sei fiera di te ora?- le chiesi indispettito.
-certo- mi rispose con un sorrisetto beffardo.
-e cosa volevi dimostrarmi? Che potresti avere chiunque, ma invece perdi tempo con me?- chiesi arrabbiato.
-no, volevo...- disse, ma la interruppi.
-ci hai messo così tanto ad aprirti con me, invece con lui ci hai messo un secondo- dissi nel mezzo di una crisi di nervi.
-vuoi sapere il perchè?- mi chiese prendendo lo scontrino con entrambe le mani -perchè tu sei l'unico che mi sia interessato, l'unico che voglio che mi faccia gli occhi dolci, l'unico di cui mi accorgo , anche se circondata da ragazzi che, magari saranno anche belli, ma non saranno mai belli quanto te, perchè io ti amo, e amo solo te, e di lui non mi interessa nulla, come di tutti gli atri ragazzi. Magari non sarai perfetto, ma chi lo è? Io personalmente sono il contrario della perfezione, eppure io ti amo, ti amo profondamente, e sei l'unico che voglia amare- e finì strappando lo scontrino e lasciandolo a terra, e scoppiando a piangere.
-che fai?- le risposi avvicinandomi a lei e abbracciandola.
-piango, non si vede?- mi disse singhiozzando.
-perchè piangi? Perchè stai piangendo?- le chiesi.
-perchè ti amo, e ci tengo a te, ci vediamo poche volte, anzi quasi mai, e io ci sto malissimo, e quando stiamo insieme litighiamo, e io non voglio avercela con te- disse asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. 
-anche io ti amo, ma certe volte possiamo anche litigare, ma se ci amiamo davvero, torneremo sempre ad amarci e ci perdoneremo- le dissi, baciandole poi le guance bagnate dalle lacrime. 
-è tutto tornato come prima?- mi chiese guardandomi direttamente negli occhi.
-tutto normale- le risposi.
-ti amo- mi sussurrò. 
-anche io- le risposi cingendole i fianchi. 


Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora