Capitolo 14

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La sera precedente, la stanchezza aveva avuto la meglio su di me. Appena arrivai al mio appartamento mi stesi sul letto, dato che il bagno era occupato da mio padre, e poi ci sarebbe dovuto andare Robin, alla fine presi sonno. La mattina mi svegliai con il corpo e i capelli impregnati dal l'odore del cloro, e i capelli che erano sparati in aria, era arrivato anche per me il momento di farmi la doccia. Non riuscivo a smetterete di pensare alla lettera e alla collana che avevamo trovato e alla luce negli occhi di Rose. Dopo essermi cambiato scesi le solite scale di piastrelle marroni, e mi diressi verso il solito bar, dove avrei trovato Rose sui soliti divanetti a leggere, adoravo la nostra routine quotidiana. La vidi da distante, seduta a gambe incrociate al solito posto, anche se quel giorno stranamente indossava qualcosa di colorato. Come ogni mattina aspettai un attimo al bancone perché la solita cameriera venisse e prendermi l'ordinazione.

-hey l'hai vista la tipa mora sui divanetti?- sentii dire da un ragazzo seduto su un tavolino di ferro nero, poco distante dalla mia postazione.

-oh si, la stavo osservando anche io da un po'- gli rispose il suo amico senza staccare gli occhi da Rose.

-ordino un succo alla pesca, un cappuccino e un krapfen- dissi velocemente alla cameriera cercando di non distrarmi dai loro discorsi.

-secondo te è libera?- chiese uno all'altro.

-ovvio- gli rispose il suo amico -e anche se non lo fosse, cosa ti interessa?-,

-secondo te vado a provarci con lei- domandò sfregandosi le mani.

-provaci- gli rispose l'altro.

Ero talmente tanto geloso per colpa di quei due che avevano posato gli occhi sulla mia Rose che non sentii la cameriera che cercava di parlarmi finché non mi toccò il braccio.

-le porto tutto al tavolo- mi disse sorridendo appena le rivolsi la mia attenzione.

Appena vidi quel verme biondo dirigersi sicuro verso la mia ragazza non ci vidi più, iniziai a camminare molto velocemente poi lo urtai con la spalla superandolo e mi accomodai affianco a Rose baciandola subito e mi godei l'espressione del ragazzo che voleva provarci che lei e lo vidi tornare sui suoi passi, come se niente fosse successo.

-buongiorno anche a te- mi disse Rose togliendosi un cuffietta.

-cosa stai ascoltando?- le chiesi rubandogliela.

Ascoltava la musica ad un volume talmente alto che appena la infilai nell'orecchio ebbi l'impulso di toglierla subito, pensai di rischiare la sordità ma era un sacrificio che ero pronto a fare.

-una canzone che ho scaricato prima di venire in vacanza, si chiama San Francisco, non è molto mio gente ma mi piace- mi disse muovendo la testa a ritmo.

-bella- dissi cercando di concentrarmi sulla musica, invece che sulle sue labbra che si muovevano a ritmo, conosceva ogni parola della canzone.

Mentre stavamo ascoltando ancora quella canzone la cameriera ci portò quello che avevo ordinato, allora abbandonammo le cuffiette e cominciammo a fare due chiacchiere.

-amore sei sporco di zucchero su tutta la faccia- mi disse Rose ridendo e prendendomi le mani -u stai fermo, mi arrangio io a pulirti- concluse la frase e iniziò a baciarmi.

-quasi finito- disse prendendo una salvietta che iniziò a passarmi su tutta la faccia ridendo.

-amore penso che ti sia caduto un braccialetto- le dissi raccogliendo uno di quei bracciali a fascia con le borchie.

Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora