Capitolo 5

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Appena salimmo in macchina Rose pressò Robin in modo che accelerasse in modo che arrivassimo a casa prima, con il risultato che impiegammo metà tempo dell'andata. Appena Robin scese Rose schizzò fuori dall'auto e suonò il campanello, mentre io cercavo ancore di disincastrare le gambe da sotto il sedile di Sarah. La mamma di Sarah ci aprì il cancello poco dopo e Rose prendendo le distanze da me, che intanto mi ero posizionato dietro di lei, si avviò verso l'entrata. In cucina trovammo i suoi genitori intenti a conversare con il papa di Sarah, ma appena videro Rose si alzarono in piedi per abbracciarla. Sua mamma era l'opposto di lei, tranne per il colore di capelli e l'altezza, perché l'unico alto della sua famiglia era suo papà che comunque non mi raggiungeva. Suo papà la tempestò di domande del tipo:

-come é andata? Cosa avete fatto? Vi siete divertite?-.

-é andata benissimo mi sono divertita tanto- gli rispose Rose riassumendo il tutto in due parole.

Abbracciò anche sua mamma che le tirò leggermente la manica della felpa spalancando gli occhi, Rose fece la sua stessa espressione, ma sua mamma la rassicurò sussurrandole qualcosa all'orecchio.

-Rose!- la chiamò suo papà serio mentre la mamma di Sarah ci serviva il cibo.

-dimmi papà- le disse Rose con un sorriso che avrebbe fatto addolcire chiunque, tranne lui a quanto pare.

-la felpa. Non è tua!- le disse -di chi è?- le chiese studiandola.

Rose si zittì per un attimo senza trovare le parole, poi iniziò a balbettare -ehm...Daniele...lui- disse indicandomi -ehm...ha visto che avevo freddo e si è gentilmente offerto di prestarmi la sua felpa-.

-da quando tu fai certe cose con i ragazzi?- le chiese suo padre rimproverandola.

Rose sembrava non volergli nemmeno risponder, o semplicemente non sapeva cosa dirgli, semplicemente continuava a fissarsi i piedi.

-hai intenzione di rispondermi o no?- le chiese in tono di sfida -guardandomi magari nel occhi?-.

Rose intanto continuava ad arrossire in maniera esponenziale ogni secondo che passava, e sembrava sempre più impossibilitata di parlare.

-mi scusi se mi intrometto, ma volevo semplicemente dirle che ho insistito io perché prendesse la mia felpa, aveva freddo e mi dispiaceva vederla così- dissi io cercando di scusare Rose per quella ragione assurda per la quale suo papà le stava urlando contro.

-bene- mi disse sua papà con un sorriso nervoso, che in un secondo si trasformò in un ringhio -ora sai che non lo devi più fare-.

-certo- gli risposi troncando la questione, data la faccia di Rose che sembrava voler scomparire.

Durante la cena suo padre sembrava essere una persona totalmente diversa con tutti gli altri, ma nei miei confronti era nervoso, se cercavo di parlare con Rose mi interrompeva e se interagivo con lui chiudeva la conversazione in un secondo, sembrava odiarmi sempre di più ogni secondo che passava. Tutti percepivamo la tensione che c'era nell'aria, e nessuno sapeva come spezzarla.

-allora, ragazzi, vi va di guardare un po' di tv?- ci chiese la mamma di Sarah tentando di allontanarci.

-va bene- le disse Sarah tirando un sospiro di sollievo e alzandosi.

Andammo tutti in salotto, che era la stanza affianco alla cucina. Davanti alla TV, che era nella parete affianco alla porta, c'erano due divanetti in pelle nera, non tanto grandi. Sarah prese il telecomando che era in un tavolino affianco a lei, con ancora alcuni piatti dove avevano mangiato a pranzo e che si erano dimenticate di sistemare.

-scusa per mio papà- mi disse Rose accomodandosi vicino a me -ma sai sono la sua unica figlia femmina, non puoi fargliene una colpa, è normale, è geloso-.

Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora