Capitolo 15

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La vidi uscire dall'appartamento mentre si asciugava le lacrime e sfoggiava uno dei suoi finti sorrisi migliori. Stava tenendo per il manico la sua valigia nera, e la stava caricando in macchina. Poi aspettò Sarah, poi insieme a Robin arrivarono verso di me.

-dai ragazzi andiamo in piscina che vi faccio una foto- disse mia mamma prendendo il telefono e spingendoci verso la piscina.

-sorridete!- ci disse prima di scattare la foto -ragazzi siete bellissimi, dopo ve la faccio mandare da Daniele-.

-un bacio di arrivederci?- chiesi a Rose tristemente.

Lei si avvicinò a me e con una straordinaria dolcezza mi posò un bacio sulle labbra.

-ti amo, mi mancherai! Ti mancherò?- mi chiese guardando il nulla, come se non riuscisse a dirmi addio guardandomi.

-ovvio amore- dissi stringendola in un abbraccio.

-dai torniamo dai genitori- mi disse Robin dandomi una pacca sulla spalla.

Tornammo alle macchine. Eravamo nuovamente li, dove una settimana fa ci eravamo abbracciati, e ci eravamo rivisti. Erano passati pochi mesi, ma qualcosa in lei era cambiato, non aveva più lo stesso sorriso, ma ora dopo una settimana assieme, mi sembrava di vederne un piccolo barlume. Mi girai verso il bar, vidi i divanetti bianchi dove ci sedevamo ogni mattina, guardai attorno a me, vidi le scalinate di pietra dove il secondo giorno di vacanza ci eravamo dati il nostro primo bacio, mi venne una stretta al cuore ripensandoci. Era passata una sola settimana ed erano successe così tante cose, e la a mia vita era cambiata così tanto. Rose aveva gli occhi di una che entro pochi secondi sarebbe scoppiata a piangere.

-oh su non piangere- le disse mia madre abbracciandola -mi sa che sono i momenti dei saluti-.

-mi sa di si- le rispose Rose cercando di sorridere.

-è stato un piacere conoscerti- le disse mia madre abbracciandola, spostandole poi la ciocca di capelli neri, che le andava sempre davanti alla faccia, dietro l'orecchio.

-é stato un piacere anche per me conoscerla- le rispose Rose.

-cara Rose, prima o poi dovrai venirci a trovare, sei una ragazza speciale- rispose mio papà salutandola, dandole la mano e due baci sulle guance.

-grazie mille, anche io mi sono divertita in vostra compagnia- rispose Rose.

Dopo mio padre toccò a me. Rose mi guardò, con gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime.

Nonostante la sua voce fosse solo un sussurro risuonò come un tuono -mi mancherai- e vidi una lacrima rigarle il volto.

Era come sempre mi abbracciò in punta di piedi, appoggiata completamente a me.

-anche tu- dissi trattenendo a stento le lacrime, poi la baciai ancora.

-mi sa che è ora di andare- disse mia madre appena finii di abbracciare tutti.

Salimmo tutti in macchina, le nostre vite sarebbero continuate separatamente. Rose mi salutò con la mano, mentre si infilava le cuffiette.

-San Francisco- lessi il suo labiale mentre mi guardava con una mano appoggiata sul finestrino. Cercava di continuare a sorridere, nonostante le lacrime che gli scendevano copiose sugli occhi

Poi sentii il rombo del motore della macchina di Robin, e la vidi allontanarsi da me, sentire il rumore che si affievoliva era come una tortura, perché mi faceva rendere conto che lei era sempre più lontana da me.

Perché stai piangendo? (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora