Un giornata tranquilla

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-Domani tornerai a scuola, non voglio che la futura compagna dell'Alpha sia un ignorante- dice Ethan dopo di che esce dalla stanza.

Io rimango allibita, mi fa venir voglia di tirarmi i capelli,lui davvero pensa che io diventerò la sua compagna, illuso.

Avevo letto qualcosa sui licantropi che parlava di come riconoscere il proprio compagno, che però diceva soltanto che si riusciva a riconoscerlo nel preciso istante in cui lo si vedeva, non sapevo se era accaduto lo stesso con Tiberius, c'è lui mi piace..però, bho non lo so ho le idee confuse.

Lancia un occhiata all'orologio erano le sette di sera, sospirai.

Appoggiai la testa allo schienale del letto, non sapevo se sarei riuscita ad addormentarmi numerosi dubbi mi passavano per la testa.

Sentii un scricchiolio e alzai immediatamente la testa.

Tiberius era in mezzo alla stanza aveva le braccia incrociate al petto e mi fissava con i suoi meravigliosi occhi neri le sue labbra era dischiuse in un leggero sorriso, indossava un paio di jeans e una maglia bianca leggermente sporca di sangue.

Sussultai spaventata.

Lui cambio espressione e cerco di capire cosa stessi guardando.
-Non è il mio sangue, e il tuo- disse.

Tirai un sospiro di sollievo, lui sorrise si avvicinò e si sdraiò sul letto di fianco a me, lui era con metà corpo fuori dal letto, in effetti era per uno, cercai mi spostai un po per fargli un po di spazio.

-Sarebbe un letto singolo- dico.

-Si ho notato, questo è un problema serio- disse lui divertito.

-Ma questo non mi impedirà di rimanere con te-

Mi afferrò la vita avvicinandomi a lui, dopo di che passo un braccio sotto la mia schiena stringendomi nel sua presa forte ma dolce, io appoggiai la testa sul suo petto, il suo corpo era caldo e muscoloso sentivo il suo cuore battere, un battito che non avrei dimenticato tanto facilmente, senti le sue labbra arrivare a contatto con la mia fronte era un bacio lento e dolce, mi corricai su di lui.

Tiberius afferrò la coperta e mi coprii quasi fino al collo, presi la sua mano che mi abbracciava e la strinsi tra le mie.

-Così stai comoda?- mi chiese divertito.

-Sì in effetti prima stavo un po scomoda- dissi ridendo.

Chiusi gli occhi mi si chiudevano per il sonno.

-Isabelle come hai fatto a farti male?- Mi chiese.

A quella domanda sussultai sperai che Tiberius non se ne fosse accorto, in un attimo tutte le parole di Ethan mi tornarono in mente.

Tu dirai che sei caduta con la bottiglia di vetro in mano*

E perché dovrei farlo*

Perché se non lo fai vedrai il sangue del tuo amico sul pavimento e sulle mie mani,e stai certa che non sarà poco sangue*

Sai Isabelle la vita e come una partita a scacchi bisogna saper muovere le pedine giuste *

E non ti capita mai di muovere la pedina sbagliata*

Come vedi io ottengo sempre quello che voglio, quindi no, non penso abbia mai mosso un pedina sbagliata*

-Sono inciampata con la bottiglia in mano, sono un po impacciata- dissi con un sorriso falso stampato sulle labbra.

Lui esito un attimo a rispondere, sperai che non avesse capito che gli stavo mentendo.

-Ah va bene.., sono stato informato che domani torni a scuola, quindi è il caso che dormi- disse.

La Figlia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora