Saluti e confessioni

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Camminai avanti indietro ripetutamente, ero tornata umana ma ero nervosa troppo nervosa.
-Sono ancora azzuri- chiesi
Kaila guardò i miei occhi poi annuì.
Intrecciai le mani, continuando a girovagare per quella piccola stanza.
-Isabelle calmati andrà tutto- provò a confortarmi lei.
Ma come poteva andare tutto bene, era tutto un casino, avevo più o meno combinato un disastro- anche se non è stata proprio colpa mia- adesso la maggior parte dei branchi avevano dei sospetti sull'accaduto.
La porta si spalancò, Tiberius entrò.
-Scusa Kaila ci puoi lasciare un attimo soli-
Lei annuì uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.
-Tiberius ho combinato un casino-
Per un attimo la stanza fu invasa dal silenzio mentre Tiberius si guardava intorno.
-Adesso come facciamo a risolvere il problema...è Maicol..-
Sentendo quel nome Tiberius strinse i pugni, dopo pochi minuti il suo sguardo incontro il mio per la prima volta.
-Isabelle..io me ne devo andare..-
La sua voce era bassa e fredda.
-Cosa? Perché te ne devi andare ?..non capisco.-
-Devo andarmene, devo risolvere un problema familiare-
-Quali problemi familiari? E poi tu non odiavi la tua famiglia-
-Isabelle io devo andare..-
-E mi dici solo per un problema familiari, tutto qui-
-Adesso non posso spiegare- rispose freddo.
-Abbiamo tutto il tempo , spiegami-
-Non posso spiegare..no.-
Ero sconvolta come poteva andarsene così all'improvviso dopo tutto...dopo tutto quello che avevamo passato..
-Be allora vai-
-Isabelle tornerò, tornerò per te-
Tiberius si avvicinò e la sua mano mi si posò sulla guancia, mentre le sue labbra si avvicinavano lentamente alle mie.
Mi spostai da lui andando verso la porta.
-Torna pure quando ti pare ma sappi che non troverai nessuno ad aspettarsi-
In quel momento vidi il suo sguardo spegnersi, uscii col cuore che mi pulsava ripetutamente nel petto il mondo mi era appena crollato addosso e con se tutte le debolezze, asciugai una lacrima e proseguii per la sala verso la mia stanza mentre gli sguardi dei licantropi mi osservavano indiscreti.
Mi fermai prima di salire le scale che una mano mi afferrò il braccio, in quel momento una parte della mente sperò fosse Tiberius, ma le illusioni sparirono quando vidi i suoi occhi dorati, di un Alpha, di Ethan.
In quel momento vidi Tiberius varcare la porta dell'istituto provandomi un sussulto al cuore.
-Io e te dobbiamo parlare-
-Adesso no Ethan-
-Adesso invece si, non ti rendi conto che cosa hai fatto?!?-
Lo guardai i suoi occhi esprimevano rabbia, i suoi capelli tutti in disordine, la sua giacca di pelle marrone leggermente rotta, la sua mano era sempre stretta sul mio braccio.
-Non è stata colpa mia e capitato.-
-Non è stata colpa tua ma se ti ho detto di non dire a nessuno riguardo chi sei non vuol dire che devi fare questa mostra davanti a tutti!!!- urlò riferendosi al fatto che il mio pelo e occhi avevano cambiato colore.
-Non è stata colpa mia, è successo e basta, se lo sapevo non sarei venuta a quella stupida festa!!!-

-Adesso tutti branchi hanno dei sospetti sull'accaduto e cercheranno di scoprire il più possibile, e tu puoi essere in pericolo!!- urlò su tutte le furie, guardai le faccie indiscrete dei licantropi che osservavano la scena.

-Ma perfavore Ethan non far finta che ti interessi qualcosa se sono in pericolo il tuo problema è soltanto la possibilità che sappiano che sono la Figlia della Luna così i tuoi piani andrebbero in fumo-
La sua mano mi afferrò velocemente il collo.

-Tu non mi parli così è non fare le tue ipotesi sul mio conto perché ti ricordo che sono l'Alpha.-
-Lo so chi sei, me lo ricordi ogni minuto della mia vita e ogni volta mi chiedo come sia possibile che sei l'Alpha-
Ringhiò lanciandomi dall'altra parte della sala, atterrai piuttosto bene e mi alzai velocemente, oggi mi sentivo più forte qualcosa in me stava cambiando.
-Ti conviene cambiare atteggiamento se non vuoi ritrovarti in una brutta situazione-
Mi sedetti sul tavolo dietro di me incrociando le gambe e facendole dondolare nell'aria.
-Non pensi che dovresti cambiare tu atteggiamento?-
Alcuni licantropi mi guardarono stupiti e sinceramente lo ero anch'io.
Lui si cammino verso di me e appena fu abbastanza vicino tento di colpirmi con gli artigli, velocemente scesi dal tavolo schivando la sua mano.
Gli afferrai il collo da dietro mentre con l'altra mano facevo pressione con gli artigli sulla sua spalla, tutto ciò in una velocità impressionante.
-Ricordati Ethan che forse non sono l'Alpha ma sono la Figlia della Luna e fra due uno supera l'altro- gli sussurrai nell'orecchio.
Una sua mano mi afferrò la gola mentre l'altra tirava leggermente i miei capelli.
-E tu ricorda che sono l'Alpha e che ho un branco dalla mia parte-
-Sai non sempre i branchi sono così fedeli-
Lui sollevò la testa verso l'altro per incontrare il mio sguardo.
-Pensa alla potenza di un Alpha e della Figlia della Luna insieme, uno la forza dell'altro, uno i pensieri dell'altro, uno la vita dell'altro, uno il compagno dell'altro..uno il cuore dell'altro.-
Risi.
-Un unione potente quanto pericolosa e letale-
I pochi licantropi che ci stavano osservando se ne erano andati.
Lasciai il collo di Ethan e lui fece lo stesso con il mio.
I nostri sguardi si incontrarono, i suoi occhi incatenati ai miei per la prima volta non in un sentimento d'odio ma di rispetto reciproco.
-Un unione invincibile- rispose lui sfiorandomi la mano.
-Un unione impossibile-
La scintilla negli occhi di lui si spense sostituita dal solito sguardo duro, lo sguardo di un Alpha.
-Niente è impossibile- rispose.

La Figlia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora