Non siamo immortali

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Tiberius Pov

-Be allora vai-
-Isabelle tornerò, tornerò per te-
Mi odiavo per avergli mentito, doveva sapere che Ethan mi aveva cacciato dal branco, ma non adesso non in questo momento non dopo tutto quello che è successo, dovrei starle vicino e risolvere anche questo problema insieme.. ma non posso.
Avvicinai una mano al suo viso, quel volto così angelico, i suoi occhi grandi e sconvolti, le sue labbra sottili ma così desiderate, avvicinai il viso al suo cercando un contatto con le sue labbra ma che mi fu negato.
-Torna pure quando ti pare ma sappi che non troverai nessuno ad aspettarti- quella frase fu come una pugnalata al cuore.
Lei uscii evitando il mio sguardo.
Rimasi solo in quella stanza e le mie emozioni erano mischiate in un caos, non sapevo se avrei ritrovato la lucidità.
Tirai un pugno contro al muro, e poi un altro e un altro ancora controllato dalla rabbia più brutale del mio carattere.
Uscii dalla stanza con le nocche e le dita diventate rosse per i pugni, scesi le scale trascinando con me la mia ira, aprii la porta dell'istituto per poi sbatterla dietro le mie spalle con un tonfo, senza neanche guardare Isabelle nonostante avessi percepito il suo odore.
In quel momento mi promisi una cosa, sarei tornato per lei, sempre sarei tornato per lei, ma l'unico modo per averla era diventare più forte e uccidere l'Alpha..uccidere Ethan e l'unico che poteva aiutarmi per quanto mi costi ammeterlo era l'uomo che aveva distrutto la sua famiglia.
-Sto arrivando padre mio se così ti puoi definire-

Apro gli occhi e sbadiglio, mi strofino con una mano gli occhi, e spengo la sveglia che continuava a squillare da dieci minuti, mi alzo a fatica per poi afferrare una felpa e dei jeans dall'armadio mi vesto velocemente e mi metto le scarpe senza smettere di sbadigliare.
Erano solo le sette e Ethan voleva chiedere spiegazione al mio simpaticissimo professore e voleva che andavo con lui.
Scendo le scale e raggiungo Ethan che è intento a guardare un libro e a parlare con dei licantropi.
-Quindi perché dobbiamo andare da Mike- chiesi a Ethan, riferendomi al professore.
-Perché i libri non parlano di quello che ti è successo- disse lanciando il libro dall'altra parte della stanza con rabbia.
-Quindi l'unico che forse sa qualcosa e lui-
Alzai le spalle e seguii Ethan che stava aprendo la porta dell'istituto.
-Con tutto il rispetto Alpha ma non è rischioso andare da Mike in quattro adesso che i branchi hanno dei sospetti riguardo lei- disse indicandomi uno dei licantropi che ci accompagnava.
-Stephan pensi non lo sappia- si limitò a rispondere Ethan.
-Se lo sa Alpha perché andiamo..perché non viene il resto del branco.- disse il licantropo un po spaventato.
-Stephan se andiamo con tutto il branco diamo dell'occhio e noi non vogliamo farci notare-
-Ma Alpha e meglio stare sul sicuro-
Ethan si girò di scatto afferrando Stephan per il collo stringendo la presa, lui si portò le mani al collo tossendo.
-Ascoltami bene Stephan sono stufo di te e delle tue lamentele, se non la finisci ti giuro che non tornerai camminando, hai capito?-
-C..certo Alpha mi scusi- rispose spaventato e spaesato.
-Hai capito?-
-...si ho capito-
Ethan lasciò la presa dal collo di Stephan e riprese il suo cammino.
-Potevi essere anche meno aggressivo con lui- gli dissi.
-Per i miei gusti sono stato anche troppo gentile quando la gente insiste mi limito a uccidere-
-Non credo sia vero, perlomeno non del tutto-
-Eh perché?- Chiese lui alzando un sopracciglio.
-Perché non ti ho mai visto uccidere, tu torturi o perlomeno infliggi delle punizioni ma non uccidi-
-E questo che pensi di me che non so uccidere-
-Non ho detto questo, ho detto che sei più bravo a minacciare che ha uccidere-
-Forse, ma fidati se voglio non esito a uccidere, soprattutto le persone come il tuo amico..come che si chiamava...Ah si Tiberius-

La Figlia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora