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Suzy

Chiunque ci avrebbe chiamati "irresponsabili" o "immaturi", ma non le nostre famiglie e i nostri amici. Questi sapevano che Harry ed io volevamo diventare genitori per crearci una vita assieme e avevano deciso di non dire nulla in contrario, perché ormai eravamo maggiorenni, essendo entrambi un anno indietro a scuola, e la scelta doveva essere unicamente la nostra. Sinceramente dei pensieri degli altri non c'importava molto e volevamo essere solamente felici e fare una nuova esperienza. Certamente non era previsto che rimanessi incinta durante l'ultimo anno di scuola, ma naturalmente sarebbe nato verso luglio, perciò potevamo stare tranquilli, anche se il pensiero che agli esami avrei avuto già una pancia abbastanza visibile mi allarmava un po'.

Mi era appena suonata la sveglia e la voglia di alzarmi per andare a vedere una partita di calcio era pari a zero. Da un paio di giorni avevo la nausea, ma l'avevo evitata, pensando che fosse solamente un'influenza che girava come al solito. Così, mi alzai dal mio comodissimo letto, stiracchiandomi leggermente e sbadigliando, mentre la voce di mia madre che chiamava il mio nome mi fece alzare gli occhi al cielo, scocciata. Decisi di farmi una doccia prima di scendere al piano di sotto per sapere cosa volesse e appena uscita mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo, lasciando che i capelli bagnati cadessero sul mio petto in modo disordinato. Mia madre mi stava ancora chiamando e così scesi le scale a piedi scalzi, mentre tenevo l'asciugamano al petto con una mano per evitare che cadesse. Sceso l'ultimo gradino andai verso la cucina, da dove proveniva la sua fastidiosa voce acuta e notai che non era da sola.

«Ehi, che ci fai qui a quest'ora?» chiesi al ragazzo riccio davanti a me che ridacchiò appena vide in che stato ero.

Alzai gli occhi al cielo, pensando a quanto fosse stupido a trattenere una risata, mentre lo guardavo con le sopracciglia alzate, aspettando che mi rispondesse.

«Amore, è veramente tardi, dovresti darti una mossa.» disse con un ghigno sul viso, mentre mi girai confusa verso l'orologio, notando che avevo posticipato l'orario della sveglia un po' troppe volte quella mattina.

Mormorai un 'ops' prima di ritornare velocemente al piano di sopra, lasciando Harry con mia madre in cucina. Questa voleva quasi più bene a lui di sua figlia, incredibile.

Dopo essermi preparata velocemente lasciai i capelli bagnati e scesi le scale, andando verso Harry, che mi aspettava poggiato alla porta con uno sguardo poco contento.

«Potevi anche andare prima, non c'era bisogno che mi passassi a prendere.» dissi scrollando le spalle, mentre mi avvicinavo a lui, guardando verso l'alto dov'era il suo viso; sapete, la differenza d'altezza.

«Assolutamente no, non ti avrei lasciata andare a piedi.» ribatté lui, guardandomi con le sopracciglia alzate e un sorriso sul volto.

«Cos'è quel sorriso?» gli chiesi, incrociando le braccia al petto e guardandolo divertita, mentre cercavo di mantenere un'espressione alquanto seria.

«Sei nana.» affermò, facendomi alzare gli occhi al cielo, per poi sorridere leggermente.

«Invece di pensare alla mia statura, dovresti pensare al fatto che tra dieci minuti inizia la tua partita amichevole.» gli dissi sorridendo angelicamente, mentre lui spalancò gli occhi, controllando l'orologio sul suo polso e imprecando.

«Mamma io vado, ci vediamo stasera.» urlai, per farmi sentire e senza aspettare una risposta uscii di casa con il riccio che era già corso verso la sua macchina, entrando. Lo raggiunsi mentre mi guardava severamente e lo evitai, chiudendo la portiera.

Rêve ||н.ѕ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora