Le quattro ore seguenti le passai a dormire e appena aprii gli occhi mi accorsi di essere con la testa poggiata sulle gambe di Harry, che a sua volta aveva la testa poggiata sulla propria mano e stava con gli occhi chiusi che probabilmente dormiva. Mi scappò improvvisamente la pipì, così feci una smorfia e cercai di alzarmi lentamente dalle sue gambe per non svegliarlo. Fortunatamente ci riuscii e camminai per il corridoio stretto dell'aereo, tirando giù la maglietta che era salita lasciando leggermente scoperto il pancino rigonfio. Non si notava ancora molto, era semplicemente un piccolo rigonfiamento; sembrava più che altro che avessi bevuto troppa coca-cola.
Ridacchiai al mio pensiero e finalmente riuscii a trovare il bagno, che se fossi stata al nono mese non ci sarei entrata per quant'era piccolo. Dopo essermi svuotata, uscii felicemente dallo striminzito bagno, dirigendomi nuovamente verso il mio posto, dove Harry nel frattempo si era svegliato e si guardava intorno, forse cercandomi. Gli passai davanti e visto che il passaggio per andare al mio posto - che era dopo il suo - era molto stretto, dovetti girarmi di sedere, ma le sue braccia mi impedirono di continuare a camminare, bloccandomi da dietro, per poi farmi cadere sulle sue gambe. Ridacchiai, posizionandomi meglio e poggiai la testa sulla sua spalla, girandomi per guardarlo.
«Mi hai fatto prendere un colpo, piccoletta.» soffiò nel mio orecchio, facendomi venire i brividi. Gli feci la linguaccia e ridacchiò, così alzai gli occhi al cielo giocosamente.
«Mi scappava la pipì e non volevo svegliarti.» gli dissi, scrollando le spalle, mentre lui mi stampò un bacio sulla guancia.
«Hai ancora tanta nausea?» mi chiese, avvolgendo meglio le braccia attorno al mio busto, poggiando poi una mano sul mio stomaco.
«Mh, in questo momento no.» dissi scuotendo la testa, per poi sbadigliare.
«Meno male, speriamo che non ti venga quando saremo atterrati.» disse, lasciandomi un bacio sulle labbra.
Sorrisi e pensai a cos'avremmo potuto fare appena atterrati a Los Angeles; naturalmente avremmo raggiunto l'hotel che Harry aveva prenotato e forse saremmo andati a visitare semplicemente la città. Ero sicura che sarebbe stato un bellissimo viaggio ed ero molto contenta anche del fatto che i nostri amici ci avrebbero raggiunto a Capodanno.
Nelle seguenti ore ci vedemmo un sacco di film e rimasi sulle sue gambe, mentre i nostri occhi erano fermi e concentrati sullo schermo davanti a noi, ascoltando le parole dalle cuffiette che avevamo nelle orecchie. Poi dormii ancora, rimettendomi al mio posto e poggiando la testa sulla spalla di Harry. Fu un viaggio molto lungo, ma quando finalmente atterrammo fui sollevata del fatto che l'aereo avesse appena toccato terra ed eravamo in salvo. Harry recuperò le valigie e poi uscimmo dall'aeroporto, salendo subito dopo su un taxi. Mi sentivo affaticata, anche se eravamo stati effettivamente undici ore seduti. Forse era proprio per quello che mi sentivo così; undici ore seduta non era proprio il massimo per il mio mal di schiena.
Mi lasciai uscire un respiro di sollievo appena il mio corpo toccò il comodo letto della stanza. Era un hotel veramente bello quello che Harry aveva scelto e la camera era anche troppo spaziosa per due persone; c'era persino un divanetto aggiunto al letto matrimoniale e un grande televisore davanti ad esso. Tirai su il mio corpo, mettendomi seduta e mandai un veloce messaggio a mia madre, avvertendola del mio arrivo a Los Angeles. Avevo anche una chiamata da parte di Sally, ma l'avrei chiamata più tardi. Chissà che ora era a Londra.
«Harry...» lo chiamai, guardandolo, dopo aver poggiato il telefono sul comodino accanto al letto.
Lui si girò verso di me, guardandomi negli occhi e aspettando che gli dicessi qualcosa.