20.

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«Non ho più il fisico di una volta...» mi lamentai.

Detto questo mi buttai all'indietro sul letto, portandomi poi entrambe le mani sul viso, disperata. Avevo portato la mia valigia in camera di Sally per decidere cosa indossare la sera stessa alla cena che Harry mi aveva detto di aver organizzato per stare un po' da soli. Mi sentivo in colpa di dover lasciare Lexi con i zii, ma infondo era solo per una sera e non potevo stare sempre attaccata a mia figlia, anche perché prima o poi sarebbe dovuta andare all'asilo. Diciamo che avevo più bisogno io di lei, che lei di me.

«Ma cosa dici?» sbottò lei e alzai la schiena, sedendomi meglio sulle coperte morbide.

«Penso che la gravidanza mi abbia fatta rimanere grassa.» dissi storcendo la bocca e sospirando.

Lei alzò gli occhi al cielo al mio improvviso cambio d'umore e mi mandò a fanculo, per poi lanciarmi in faccia un vestito nero.

«Mettiti quello e smettila, deficiente.» borbottò, facendomi ridacchiare.

Presi la tra le mani il vestito, sollevandolo per guardarlo meglio. Sembrava essere lungo e aveva dei brillantini sparsi lungo il corpetto. Era veramente bellissimo e mi chiesi dove lo avesse preso.

«E' stupendo! Chi te l'ha regalato?» le chiesi, sorridendo e continuando ad ammirare l'abito.

«Mio papà l'anno scorso.» scrollò le spalle, accennando un dolce sorriso.

Decisi di indossarlo ed ero veramente contenta del risultato; ero sicura che sarebbe piaciuto un sacco anche ad Harry. Il riccio arrivò alle otto precise e fortunatamente ero già pronta e Lexi era già con i suoi zii che la facevano giocare con le sue nuove bambole. Si sarebbe divertita con loro, non c'erano dubbi. Quando uscimmo dall'hotel prendemmo un taxi ed Harry comunicò la destinazione al guidatore, ma senza permettermi di sentirla. Quando l'auto si fermò sorrisi ampiamente, notando un ristorante grandissimo davanti a noi appena scendemmo. Harry lasciò intrecciare le nostre dita, accarezzandomi il dorso della mano con il pollice e guidandomi all'entrata. I tavoli erano abbastanza distanti l'un l'altro e un lampadario pendeva dal soffitto colorato al centro della grande sala. Harry disse il suo cognome alla signorina che lavorava all'entrata e ci accompagnò al nostro tavolo, leggermente più all'angolo degli altri. La ringraziammo e ci sedemmo, io senza parole ed Harry che probabilmente aspettava che io dicessi qualcosa.

«Dio, Harry... è bellissimo qui.» sorrisi, continuando ad ammirare il posto.

«Sto diventando bravo con le cose romantiche, mh?» sorrise compiaciuto, mentre mi guardava negli occhi.

Annuii, ricambiando lo sguardo e appoggiai una mano sul tavolo, che lui fece presto unire alla sua più calda.

«Da quando sei rimasta incinta non abbiamo più avuto molto tempo per noi, così ho pensato che una serata da soli ti avrebbe fatto bene.» mi disse, sorridendo.

Stava sicuramente alludendo anche alla nostra vita sessuale, visto il sorriso furbo che si aprì sul suo viso. Conoscevo benissimo quell'espressione compiaciuta e maliziosa allo stesso tempo e ciò mi fece arrossire in men che non si dica.

«Sei una piccola pervertita, Suzy.» mormorò, continuando a tenere quell'espressione divertita.

Con la mano libera afferrai il menù, nascondendomici dietro per non fargli notare il rossore – nel frattempo aumentato – sulle mie guance. Lo sentii ridacchiare e tolse il menù dal mio viso, lasciando incontrare nuovamente i nostri occhi.

«E' colpa tua.» borbottai, alzando gli occhi al cielo.

Lui sorrise innocentemente e si allungò leggermente per baciarmi il dorso della mano, ancora stretta alla sua.

Rêve ||н.ѕ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora