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Passò circa una settimana dal giorno in cui Zayn venne a "vivere" con noi, ma dopo tre circa tornò a casa sua, avendo chiarito – più o meno – con Calum. Dire che la mia pancia ormai non mi permettesse più di fare nulla era poco, calcolando che non riuscivo quasi a stare in piedi per più di cinque minuti. Ero continuamente stanca ed Harry mi stava aiutando un sacco in quel periodo, così come avevano fatto anche tutti i nostri amici. Tra il nostro gruppo e quello di Calum ormai non c'erano più molti contatti a causa della rottura del suo rapporto con Sally, purtroppo. Non vedevo Calum da un bel po' e potevo capire quanto fosse difficile per lui incrociare di tanto in tanto la sua ex-ragazza, ma a volte mi mandava un messaggio per sapere come stessi per la gravidanza; era sempre stato un ragazzo educato e dolce.
Riguardo alla gravidanza ero andata ad un altro appuntamento con il mio medico, che mi affermò la data – ovviamente non sicura - del parto, ovvero intorno alla settimana seguente. Ero molto in ansia di poter avere finalmente la mia bambina tra le braccia e lo era anche Harry, calcolando che parlava continuamente di ciò. Avevo paura anche del parto stesso, perché volevo che la bambina nascesse completamente sana.
Quella mattina, come al solito, mi svegliai verso le cinque di mattina. Proprio così, le cinque. Non dormivo quasi più a causa dei dolori al basso ventre e alla schiena. Fingevo, però, di stare al meglio per Harry che si sarebbe preoccupato troppo. Una volta alzata dal letto, molto lentamente per non svegliare il mio ragazzo, scesi al piano di sotto quasi in punta di piedi, non riuscendo più a stare nel letto e fissare il soffitto o il viso di Harry accoccolato sul cuscino. Spesso passavo le ore a guardare i suoi lineamenti perfetti, ma ogni volta si svegliava, sentendosi osservato e non volevo.
Mi andai a sedere sul divano e decisi di accendere la televisione, ma senza volume naturalmente. Sentii la piccola calciare e subito ridacchiai, portando una mano sul pancione per sentirla. Dio, quella bambina calciava così forte, come se stesse colpendo un sacco da box, ma contro la mia pancia. Chiudendo gli occhi, piano piano, mi addormentai.
Harry
Quando aprii gli occhi, puntandoli sull'orologio accanto a me erano le nove e mezza e il letto era occupato solo da me stesso. Ciò mi fece sgranare gli occhi e in meno di due secondi mi ritrovai fuori dalle coperte, mentre scendevo le scale velocemente per cercare la mia ragazza incinta di otto mesi e più di due settimane. Il terrore se ne andò, lasciando spazio alla tenerezza, vedendo il corpo di Suzy sdraiato sul divano con una mano a penzoloni che quasi toccava terra e l'altra sulla propria pancia molto sporgente. Avevo paura che le potesse accadere qualsiasi cosa e in quel periodo, più che mai, le stavo attaccato come una cozza. La bambina sarebbe nata, probabilmente la settimana seguente e solo Dio sapeva quanto ero in ansia e felice allo stesso tempo per la sua nascita. Non vedevo l'ora di poterla tenere in braccio, di accarezzarle le manine e i piedini e di vedere la sua bellissima mamma mentre la guardava amorevolmente. Immaginai tutta la scena e quando Suzy si stiracchiò io ero ancora ipnotizzato a fissare un punto indefinito del divano, con la scena impressa nella mia mente.
«Harry...» sentii sussurrare dalla mia ragazza e subito scrollai leggermente la testa, avvicinandomi a lei e abbassandomi sulle ginocchia.
I suoi occhi erano socchiusi per la luce che c'era nel salotto e le sue labbra erano più gonfie del solito. Era così bella.
«Sono qui, dimmi.» le sorrisi, lasciandole un bacio sulla fronte e poi sul naso, facendola ridacchiare.
«Ho fame.» disse e accennai una risata, annuendo.
