- 5 - The Taste Of Chocolate & Smoke

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(Vinny Mauro)

«Allora? Tutto bene?», la voce leggermente alterata dalla linea telefonica giunse alle mie orecchie e spezzò l'attesa

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«Allora? Tutto bene?», la voce leggermente alterata dalla linea telefonica giunse alle mie orecchie e spezzò l'attesa. Ritornai a respirare, neanche mi ero accorta di aver smesso; temevo potessero rispondere i miei genitori.

«Sì, cosa pensi che mi sia potuto succedere? Piuttosto...», sospirai in pensiero, «Come hanno reagito mamma e papà?», chiesi toccando il tasto dolente.

«Volevano uccidermi perché ti ho lasciata scappare, ma li ho convinti che era la cosa migliore per la tua situazione particolare.», il suo tono era quasi divertito oltre ad essere fiero delle sue doti persuasive.

A quelle parole quasi mi strozzai con la mia stessa saliva.
«Cosa gli hai detto esattamente

«Niente di quello che è successo. Mi credi tanto stupido?», mi rassicurò indispettito.
«Ho lasciato intendere che è una questione seria e che non si dovevano immischiare. È stato difficilissimo, ma mi hanno dato retta.»

«Grazie al cielo.», tirai un sospiro di sollievo e tornai a sedermi sul letto.

«Non credere che non abbiamo capito la gravità, però.», immediatamente mi irrigidii diventando una statua di me stessa.
«Chissà a cosa staranno pensando.»

Cazzo!, imprecai disperata, passandomi una mano in faccia.

«Aperto il regalo?», chiese entusiasta per cambiare argomento.

«Non ancora. Devo aprirlo per forza oggi?», domandai mogiamente; non avevo intenzione di farlo: era un biglietto di sola andata, da usare un'unica volta per tornare a casa, almeno con lo spirito e il cuore.

«No, ma muoio dalla voglia di sapere la tua reazione!», soffoccò una risata che comunque sia riuscii a cogliere.

«Dovrei preoccuparmi?», mi sorse spontanea la domanda, ora che dubitavo di un regalo-scherzo; del genere bavaglino papero-metallaro, come quello di Devin per Ricky.

«Nono. È un regalo innocente, molto bello e particolare.», sghignazzò senza riuscire a contenersi.

«Quando lo aprirò ti farò sapere, allora.», risposi esitante alla sua risata isterica.
Bussarono alla porta perciò mi ci avvicinai, «Jonny, devo andare.»

«Ci sentiamo domani, ciao.», rispose con tono più cupo e riattaccò subito dopo. Mio fratello non fu mai una persona di molte parole e con uno spiccato sentimentalismo, ma non riuscì mai a nascondermi il rammarico per la mia lontananza.

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