(Aw, la faccia arrabbiata del piccolo Olson :3)
L'incubo mi fece svegliare di soprassalto, sudata e sotto shock, urlai e rotolai giù dal letto.
Il tonfo del mio corpo a terra fu seguito da una piccola imprecazione; diedi una forte botta col sedere e col gomito.
Mi alzai a fatica dal pavimento con un cerchio alla testa e la difficoltà a deambulare che rendeva il tutto più difficile.
L'orario sul telefono segnava le 10:17, era dannatamente tardi.
Dentro di me scattò una cosa chiamata turbo.
Mi tolsi di fretta e furia il pigiama, col piccolo problema tecnico di essermi incastrata la testa nel gira collo della maglia, troppo stretto.
Un volta risolto, lanciai anche la parte superiore della mia tenuta da notte alla rinfusa.
Andai di corsa in bagno a sciacquarmi la faccia con ancora impressi i solchi del cuscino e dei capelli schiacciati tra esso e la mia guancia.
Aprii una valigia, quasi rompendone la zip, tirando fuori alla rinfusa quasi tutti gli indumenti al suo interno.
Presi i primi vestiti che vidi e che mi soddisfacevano, e li infilai.
Solo una volta anche messi i jeans e cercando il bottone per chiuderli, mi accorsi che fossero al contrario sentendo i glutei, effettivamente, strizzati nella parte anteriore dei pantaloni.
Con la consapevolezza che da qualche parte della stanza ci fossero le scarpe in particolare che cercavo, ribaltai l'intero alloggio.
Dopo aver strisciato sotto l'angusto spazio tra il pavimento e la rete del letto, come i Marines nelle esercitazioni, riuscii ad afferrare le mie tanto agognate calzature.
Scesi velocemente per far colazione e nel tragitto mi sistemai quel cespuglio disordinato che solevo chiamare capelli.Mi sedetti al tavolo per il primo pasto della giornata, proprio quando gli altri stavano per risalire in camera a prendere giacche o quant'altro.
Inzuppai velocemente due fette di pane e Nutella nel latte e il rimanente lo trangugiai dalla tazza, miracolosamente evitando di sbrodolarmi, ma attirando l'attenzione totale dei pochi altri commensali.
Quando raggiunsi la mia camera per lavarmi i denti e prendere il cappotto trovai l'intera compagnia ad aspettarmi là, e fu così che rientrò in funzione il turbo, e l'ansia di far tardi, per la terza volta in neanche un'ora.
Dall'ascensore feci uno scatto fulmineo di corsa finendo a sbattere contro la mia porta.
La aprii e la chiusi con forza urlando come un mantra "Mi lavo i denti, i denti, i dentiiii!"
Due minuti abbondanti e finii.
Uscii di corsa dalla camera facendo venire un colpo al cuore all'innocente Balz. Corsi giù per le scale, non intenzionata ad aspettare pure l'ascensore dall'ultimo piano, seminando gli altri ancora alla mia porta.
Tutta questa frenesia soltanto perché ero agitata all'idea di farli arrivare tardi alle prove. Non volevo essere d'impiccio.Alla partenza verso lo stadio, evitai di stare nello stesso veicolo dov'era anche Rick perché, scendendo le scale, mi accorsi che quella mattina non ci eravamo ancora salutati a modo nostro.
Non sarei riuscita a sostenere il desiderio di unire il mio sapore al suo, dunque, lo evitai almeno durante il trasporto.«Sofia viene con me!», Ryan mi afferrò un polso ed alzò una mano, agitandola, per far ascoltare il comunicatum anche all'idrante sul marciapiede.
STAI LEGGENDO
City Lights
Fanfiction"Fin da piccola ho saputo distinguere le ambizioni per il futuro dai sogni, perché questi possono diventare incubi." Sofia, la sera precedente al suo diciottesimo compleanno, si era concessa il regalo più grande, la realizzazione del suo sogno: vede...