- 50 - Wall Of The Death

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(Devin ama le oche che amano Devin che ama i dreads che amano Devin che ama le oche coi dreads che amano Devin con i dreads.)

«Ricordami perché diamine è qua

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«Ricordami perché diamine è qua.»
Il tono di voce era basso, ma si capiva chiaramente che Giulia era più che infastidita. La ragazza guardò con odio la nuca di Cerrie, la quale camminava tranquillamente davanti a loro, vicino a Ryan-Ash e Balz che teneva per mano il figlio di ormai due anni e mezzo.

«È per farla sentire integrata. Dobbiamo illuderla di essere accettata mentre la spiamo.», le spiegò Sofia con discrezione subito prima di accelerare il passo e raggiungere, come se nulla fosse, gli altri. Giulia le si affiancò dopo qualche secondo, continuando la passeggiata per le gallerie del mall.

«Là!», urlò James indicando un negozio di giocattoli, «Andiamo là!», continuò a tirare il padre con entusiasmo verso la vetrina piena di balocchi. Ryan-Ash lo raggiunse e Cerrie la imitò.
Il bambino era pieno di carisma e se ne approfittava.

«Noi andiamo al negozio di gioielli!», li avvisò Giulia un poco in lontananza.
La tatuatrice alzò un pollice, segno che andava bene, ed aggiunse che si sarebbero ritrovati alla gioielleria, ovvero la loro destinazione originale per poter comprare a Devin un regalo. Il suo trentaduesimo compleanno era alle porte e la band si era presa un break di una settimana per l'occasione; in seguito avrebbero ripreso il tuor che, seppur annunciato con poco preavviso, aveva già riscosso molti incassi per i biglietti.
Almeno un fatto positivo.
«Muoviti.», la ragazza fece fretta a Sofia e si avviarono a passo spedito il più lontano dai tre; dovevano parlare.
«La odio. E lo sai. Perché l'hai fatta venire? Doveva essere un'uscita per mio marito, una cosa di famiglia, e quella non sarà mai parte della mia famiglia.», sbraitò la capellona.

«Te l'ho già spiegato. Si è autoinvitata e di certo non potevo dirle di no.», convenì Sofia guardando bene l'amica.
Non la biasimava, affatto, ma era un dovere, parte del piano.

«Non è compito di Tyler tenerla d'occhio?», continuò con i capricci guardando una vetrina piena di orologi maschili.

«Ty la segue già abbastanza, ha una vita e non può dedicarla solamente a questa faccenda, che per altro è nostra. Quindi è anche un lavoro che spetta a noi e Cerrie si accorgerebbe di essere pedinata se vedesse Tyler sempre in giro.»
Giulia sbuffò. Sapeva esattamente che la migliore amica aveva ragione perché era già a coscienza di tutte quelle cose.

«Va be'... Concentriamoci sul regalo, sulla festa e tutto il resto.», cercò di sviare l'argomento dato che ne aveva già abbastanza e il suo sguardo la diceva lunga.

Sofia la guardò un istante con infinito amore e dispiacere, poi le si avvicinò cingendola.
«Passerà, prima o poi passerà. Riusciremo ad incastrarla, lo prometto.»

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