Il sole che filtrava dalla finestra mi bagnò la faccia facendomi ridestare.
Ricky era già sveglio, ma non si era mosso dal mio stomaco che gli fungeva da cuscino, anzi, sembrava amare quella posizione e mi guardava beato.«Buongiorno, procione in calore.», lo salutai con la voce carica di sonno e indossando un sorriso spontaneo.
«Buongiorno.», sogghignò per il nomignolo e si sdraiò su di me per darmi un bacio.
Il contatto netto con la sua pelle mi scosse come un overdose di caffeina al cervello.«Che ore sono?», gli chiesi molto più vigile mentre il suo petto aderiva ancora col mio.
«Saranno le nove circa.», rispose con aria vaga senza voler specificare.
Me lo levai di dosso afferrando la sveglia con irruenza, non preoccupandomi di essermi scoperta.
Erano quasi le 10 e mi lamentai chiedendo perché non mi avesse svegliata; era tardi, troppo.«No, che non ti ho svegliata, dormivi così bene e probabilmente non hai neanche fatto i tuoi incubi. Da quanto non ti godevi una dormita del genere?», mi fece notare vantandosi della sua premura.
Prima che potessi ribattere feci mente locale della notte precedente. Effettivamente non avevo fatto incubi dopo essermi riaddormentata con Ricky ed era una sensazione bellissima.
Mi sentivo leggera come dopo una boccata d'ossigeno seguente all'apnea.
Trasgredendo ai miei piani iniziali gli sussurrai un ringraziamento per poi chiedergli se anche lui avesse dormito bene.
«Sì, la tua pancia è comoda!», iniziò a farmi il solletico e non riuscii a trattenere una risata isterica.
Tra i miei sghignazzi gli strillavo di smetterla sperando nella sua clemenza, ma quella tortura cessò per ben altri motivi.
La porta si spalancò di colpo e Ryan, col suo vizio di non bussare mai, entrò in camera.
Io e Ricky, aggrovigliati nel solletico, nudi nel letto disfatto, coperti di graffi e lividi dalla nottata precedente, davanti a quella lingua lunga di Ryan.
Istintivamente mi coprii col lenzuolo e Ricky cadde dal letto per evitare di essere guardato.«Scusate!», scappò via sbattendo la porta di fretta, paonazzo oltre ogni immaginazione.
Ricky si stava infilando i vestiti al contrario dalla fretta, convinto che Ryan potesse spifferare qualcosa.
«Vado ad evitare che faccia casini.», rispose alla mia domanda riguardo dove si stesse precipitando.«Vestito così?»
Non aveva neanche messo i boxer, solo i pantaloncini, al contrario, oltretutto. Non mi ascoltò ed uscì, quindi seguii il suo esempio e mi vestii velocemente, ma indossando tutto. Non mi curai di domare i capelli scompigliati lasciando i lividi sul collo in vista.Quando arrivai dove si trovava la combriccola, Vinny era intento ad investire Ricky di domande riguardo a come fosse (s)vestito.
Balz, invece, si poneva questioni su come la sua schiena era ridotta a causa dei miei graffi.
Rick ignorò tutte le domande e si diresse verso Ryan spingendolo via dal gruppo per un minimo di riservatezza.
Fu così che i ragazzi assalirono me di curiosità sul nostro stato pietoso.
Cercai di sporgermi dalla modesta ressa per cogliere qualche stralcio del dialogo tra i due.
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City Lights
Fanfiction"Fin da piccola ho saputo distinguere le ambizioni per il futuro dai sogni, perché questi possono diventare incubi." Sofia, la sera precedente al suo diciottesimo compleanno, si era concessa il regalo più grande, la realizzazione del suo sogno: vede...